“Un’eventuale legge per la nazionalizzazione delle autostrade o per l’annullamento della concessione sarebbe un grave errore”. Lo dice al Sussidiario.net Vincenzo Boccia, presidente di Confindustria.
“Per prima cosa sfideremmo chiunque, dopo una tale impostazione, a sottoscrivere convenzioni con un Governo che le annulla con una legge – aggiunge -. Secondo, si darebbe l’idea che l’esecutivo voglia sostituirsi alle commissioni tecniche da lui stesso insediate o, addirittura, alla magistratura anticipando sentenze con un atteggiamento irrispettoso verso la stessa magistratura perché dimostrerebbe un’assenza di fiducia da parte dell’esecutivo verso il suo operato. Terzo, sarebbe contrario alle regole di uno Stato di diritto. Ma non pensiamo si arrivi a tanto: sarebbe un boomerang incredibile. Altra cosa è – nel rispetto delle regole, delle scadenze e delle procedure – agire nell’interesse del Paese”.
Per Boccia “è un errore generalizzare e ritornare a un passato che conosciamo in cui si pensava che il pubblico fosse migliore del privato. Dibattito che non ha alcun senso mentre si corre il rischio che le aziende che sorgono nell’area interessata al crollo chiudano i battenti per le troppe incertezze sul ripristino delle condizioni di agibilità – sottolinea il presidente di Confindustria -. Una cosa è avere certezze sui tempi brevi di uscita dall’emergenza e che ci sarà un nuovo ponte e che la vita, almeno quella economica, potrà riprendere come prima, il che permetterebbe agli operatori economici di poter pianificare, un’altra è rischiare di restare sospesi per anni in una situazione di incertezza e di tempi lunghi. In tal caso la possibilità che piccoli, medi e grandi operatori economici possano mollare sarebbe elevata”.