La strada per tornare in cima al mondo è ancora lunga e tortuosa. Il Milan ha celebrato ieri i suoi 120 anni, una festa in parte rovinata dal Sassuolo che ha negato ai rossoneri la vittoria, e sicuramente senza i fasti che hanno contraddistinto l’era berlusconiana. Esclusa la Supercoppa Italiana di tre anni fa, l’ultimo grande successo è lo scudetto del 2011 e da tempo manca anche il palcoscenico della Champions. Il fondo Elliott subentrato a Yonghong Li si è affidato due leggende rossonere come Paolo Maldini e Zvonimir Boban per riportare in alto il Milan ma nessuno, nemmeno i diretti interessati, possono prevedere quando succederà. “Purtroppo per vedere quel Milan lì ci vuole tanto tempo, bisogna bruciare le tappe, bisogna tornare a essere almeno una squadra competitiva – confessa a ‘Radio Anch’io Sport’, su RadioUno, il Chief Football Officer Boban – È difficile dire quando e come, quel Milan lì si è visto una volta in 120 anni, ma è giusto sognare, avere l’idea di un grande Milan. Dopo il Real, il Milan è la squadra più vincente nella storia del calcio, l’obiettivo è sempre pensare in grande ma bisogna capire dove siamo e andare passo dopo passo”. Per intenderci, è meglio evitare i paragoni con l’era Berlusconi. “Lui si è trovato in casa già dei fenomeni, per ripercorrere quella strada ce ne vuole – prosegue l’ex numero 10 rossonero – Era un calcio diverso, oggi tutti seguono tutto e quelli potenti si sono sganciati da tutti gli altri. Servono tempo e tanti, tanti soldi. Berlusconi ha speso tanto ma non aveva paletti come il fair-play finanziario della Uefa e non c’era tanta concorrenza in giro”. In questa stagione le difficoltà non sono mancate, dopo i successi con Parma e Bologna è arrivato lo 0-0 di ieri col Sassuolo “ma è stata una partita interessante, il Milan ha fatto bene, solo che per vincere in Italia devi fare benissimo, in ogni partita devi fare qualcosa di più rispetto a quello che pensi sia sufficiente per vincere”. Di sicuro l’arrivo di Pioli ha migliorato le cose (“C’è completa sintonia fra dirigenza, giocatori e allenatore. Ha capito tante cose e in fretta, anche se è arrivato in un momento delicato. Siamo contenti del suo lavoro”), tanto che Boban stoppa sul nascere chi con nostalgia rivedrebbe volentieri Ancelotti al timone. “Questa è sempre la sua casa ma non trovo appropriato accostare oggi Carlo alla panchina del Milan”. Per tornare a vincere, dunque, servono tempo e soldi. Ma anche campioni e il Milan ne corteggia da tempo uno, quell’Ibrahimovic che però nelle ultime ore sembra allontanarsi. E se non arrivasse lo svedese? “Bisogna vedere come andranno le prossime partite – fa spallucce Boban – Ibra è una soluzione diversa, che a corto termine può darti tanto e per questo è unico. Vedremo se ci sarà la necessità assoluta di intervenire adesso o a fine campionato. Anche se non ha più 28 anni, Ibrahimovic poteva dare una sterzata a tutto l’ambiente che però, quando abbiamo cominciato la trattativa, era molto più giù di adesso”. Ma i big sono ancora alla portata dei rossoneri? “Il Milan ha sempre un fascino forte su tanti giocatori e continuerà a essere così, poi ci sono anche altre realtà più importanti e attraenti e bisogna quindi tornare a essere importanti per mantenere questo fascino. Stiamo lottando per questo dopo una brutta partenza”. Nessuna invidia per i cugini dell’Inter, “che stanno meritando di lottare per lo scudetto, finalmente la Juve ha una concorrente e speriamo di essere anche noi molto presto lì”, l’auspicio di Boban. Che si aspetta di vedere presto anche il connazionale Rebic protagonista (“il cambio dal calcio tedesco a quello italiano è grande ma si allena seriamente e sta facendo tutto per convincere l’allenatore a farlo giocare”) e conta di confermare Donnarumma fra i pali del Milan ancora a lungo: il contratto scade nel 2021 ma “speriamo di trovare un accordo, l’intenzione è questa. Ci siederemo e approfondiremo la cosa”.
(ITALPRESS).
BOBAN “SERVONO TEMPO E SOLDI PER TORNARE GRANDI”
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