Home La Barba al Palo di Italo Cucci
Capita di prendere lezioni di calcio. Ieri sera è successo al Napoli. Meglio ancora: una legnata. Quasi uno scoop. Di Giampaolo parlano bene, anche troppo, è una versione del Maestro Sarri. Così si è preso la soddisfazione di castigare il Maestro Ancelotti. Con un gioco nuovo che è la somma di due giochi vecchi: il tikitaka e il contropiede. Ha fregato anche me: guardavo infastidito quell'insistito valzerino, possesso palla frenetico di una Samp inedita, quasi sfottente, poi in un attimo la squadra s'è compattata ed è partito il contropiede mentre tutti gli avversari cincischiavano tentando d'impossessarsi…
Ho smesso di parlare con Ancelotti sennò, magari ridendo, gli avrei detto di evitare il turnover che aveva castigato i suoi predecessori. Per un momento ho pensato che fosse una scelta consapevole, Verdi per Callejon, l'assenza di Hamsik, poi ho capito che era solo una sfida a cambiare tanto per cambiare e non insistere con il Napoli di Sarri. Ma tutta la squadra era scombinata e s'è visto nella ripresa con l'uscita di un Insigne vuoto e l'ingresso di Mertens e altri compari. Una breve illusione eppoi il castigo finale, irridente se…
Segna Ronaldo, segna anche Higuain. Li anticipa, felice, Lorenzo Insigne. Tre immagini che mostrano protagonisti, non comparse, alla ripresa di un campionato invero moscio. In prima pagina la solita incontentabile Signora. Con lei il solito Napoli e l'emergente Milan. Tutto qui. Soddisfatti? Non è un segreto che se fosse per me al noioso e squinternato campionato di Serie A, giocato tutti i giorni a tutte l'ore, sostituirei l'unico vero Campionato d'Italia, quello della Serie D. Sbagliato pensare che sia popolato di squadre ignote, c'è anzi una forte presenza di nobili club già di A che guarda…
Il calcio è fortunato, non ha bisogno di eroi. Ma di allenatori sí. Qualche volta. Avere Antonio Conte a piede libero è un lusso che non ci si può permettere, vista la qualità dello spettacolo che si mette insieme in Italia almeno quattro volte la settimana. È passato sul cielo del mercato più volte come colomba rasserenatrice - o avvoltoio, o cuculo a seconda dei punti di vista - ma non ha trovato un nido. Costa troppo - dicevano, mentre si dissanguavano per ingaggiare l'ultimo pedatore esotico di belle speranze e nessuna certezza. Nella realtà, le…
Chi pensava che con Ronaldo la Juve avrebbe soddisfatto la passione qualunquistica per il bel gioco è stato smentito. Senza piû doversi confrontare con Sarri, Allegri è diventato ancora più pragmatico, al punto di farmi dire che la sua Juve non diverte per niente. Anche se vince perché non sa far altro. Almeno in Italia. Forse lo pensa anche l'ex CR7 in versione ciociara: e infatti ha scoperto a Frosinone quanto dura sia la vita nel campionato italiano. Il suo gol, comunque, è arrivato perché tanta è la differenza di qualità fra Frosinone e Juve, fermo…
So che Antonio Conte sta bene a Londra. Coi milioni che gli ha dato Abramovic starebbe bene anche a Roccacannuccia (ho scoperto che esiste, in Puglia, ma i 31 abitanti non s'offendono, come imparò anche Totò). Ma resta a Londra perché ci ha portato la famiglia, e i figli vanno a scuola e ci stanno bene. Sennò da padre moderno dovrebbe fare un referendum: "Vi piace più Roma o Milano?". So che lo desiderano anche altrove ma è giusto che - per prestigio e per denaro - si parli delle due Capitali. Senza Conte (che affiderei all'abilità di Scaroni...) di…
La Juventus non è fuggita: è già arrivata. Ha fatto fuori con disinvoltura anche il Napoli. Allegri, dirigenti, tifosi e critici si preoccupano solo di dire che Ronaldo è stato straordinario, la sua partita migliore, è entrato perfettamente nello spirito juventino. I gol? Li fa fare, i suoi verranno. Infatti è noto che cinque palloni d'oro li ha vinti per gli assist. La Juve una settimana fa sembrava annoiata, sabato sera era allegra. Battere il Napoli è sempre una festa. Peccato quei cori razzisti, quegli insulti. Impuniti. Il calcio è allo sbando. Torno al gioco, disperatamente.…
Quando ho cominciato a interessarmi della Juve, primi anni Sessanta, non c'era ancora "Chi l'ha visto?". Si spariva, a Torino, spesso senza lasciar traccia. Com'era successo nel 1934 a Carlo Carcano, allenatore vincitore di quattro scudetti e mezzo, allontanato per maldicenze dei suoi rivali interni, dopo poco al lavoro al Genoa. A me capitò di perdere repentinamente il tuttodirigente Remo Giordanetti, il presidente Vittore Catella, tutti in salute ma letteralmente travolti dall'anonimato. Li si cercava senza tivù, usando già quel titolo che - ricordo - era di una rubrichetta della "Domenica del Corriere" anni 45/50: "Chi…