Bilancio Camera da 958 milioni, restituiti allo Stato 35 milioni

EMICICLO DI MONTECITORIO PARLAMENTO CAMERA DEI DEPUTATI

ROMA (ITALPRESS) – Fa registrare un lieve aumento, pari allo 0,57%, il costo complessivo della Camera dei deputati nel 2021. In termini numerici netti, secondo quanto riportato dal progetto di Bilancio 2021 illustrato ai giornalisti dal “tesoriere” di Montecitorio, il vice segretario generale Guglielmo Romano, l’aumento è di 5.455.000. Complessivamente, nel 2020 la spesa era stata di 958.321.571 euro mentre per il 2021 la stima è di 963.776.571. L’impatto del Covid è pari a circa 2 milioni, coperti dal fondo di riserva. Si tratta di soldi spesi per tutte le attività legate all’emergenza sanitaria, come Dpi, sanificazioni, riorganizzazione degli spazi ecc ecc. In via generale invece, a determinare il leggero aumento dei costi, ha spiegato Romano, la spese legate all’assunzione di 41 consiglieri entro fine anno (entrata in servizio prevista a novembre), l’erogazione dei trattamenti previdenziali per gli ex deputati e l’aumento del fondo di riserva necessario per coprire le spese dell’Aula legate all’emergenza Covid. Con il bilancio 2021 la Camera restituirà al bilancio dello Stato una cifra pari a circa 35 milioni frutto dei risparmi annuali, esaurendo sostanzialmente gli avanzi di gestione da restituire. Complessivamente, dal 2013 sono stati “restituiti” 500 milioni, riportando l’avanzo al livello di quell’anno. Come spiegato da Romano, nel bilancio 2021 cominciano a essere visibili gli effetti della riforma del tagli dei parlamentari. La legge costituzionale n.1 del 2020, infatti, comporterà per il 2023, anno in cui entrerà in vigore con elezioni legislative, una minore esigenza di finanziamento della Camera dei deputati per un importo pari a circa 40 milioni (39,7 per l’esattezza). Una cifra, quella del 2023, che per altro è relativa ai soli 9 mesi dell’anno (a partire da marzo dopo le elezioni legislative), in cui l’aula sarà composta da 400 deputati in luogo degli attuali 630. A regime, invece, la riforma determinerà minori esigenze di finanziamento pari a 51,4 milioni. Non è detto, in ogni caso, che la spese complessive di Montecitorio debbano in assoluto scendere. Restando al 2023, ad esempio, circa 16 milioni del “risparmio” legato al taglio dei deputati sara’ assorbito dalle spese per il cambio di legislatura (Giunta per le elezioni, indennità dei collaboratori che lasciano l’incarico ecc ecc). Inoltre, a fronte di diminuzioni certe della spesa, come quelle legate alle spese di viaggio dei deputati, altre voci di bilancio potrebbero essere incrementate. Come ha spiegato Romano, resta tutto da definire da parte della politica il futuro assetto delle commissioni. A fronte di una diminuzione di queste, infatti, non è escluso che si possa decidere di aumentare i compensi agli staff, o ancora arrivare nel tempo ad affrontare l’annosa questione della stabilizzazione dei collaboratori. Un’operazione quest’ultima, sul modello di quanto avviene nel Parlamento europeo, per la quale però come spiegato da Romano servirebbero ulteriori risorse. Intanto prosegue la “normalizzazione” delle spese dei gruppi parlamentari, che dal 2020 al 2021 sono rimaste invariate pari a 30.870.000 euro. “Esprimo la mia soddisfazione – ha detto il vice segretario generale Guglielmo Romano – perché finalmente i gruppi si attengono con puntualita’ alle disposizioni relative alla trasparenza, inviando i rendiconti con regolarita’ alla Presidenza, accompagnati dai documenti che ne certificano le spese. Questo consente a chi lo vuole di ricostruire voce per voce le spese dei parlamentari”. La discussione generale sul Bilancio inizierà il prossimo 12 luglio, mentre il voto dell’aula è fissato per il giorno 22. (ITALPRESS).

 

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