di Stefano Vaccara
NEW YORK (STATI UNITI) (ITALPRESS) – Joe Biden sperava di riuscire con la conferenza stampa alla fine del vertice della NATO a rompere l’assedio dei sempre più numerosi deputati, senatori e governatori democratici al fortino della sua campagna elettorale, ma il suo tentativo appare fallito. Rispondendo giovedì sera per quasi un’ora ad una serie di domande di una decina giornalisti (reporter già “selezionati” in una lista che lui teneva in mano e da dove chiamava i nomi ma senza conoscere le domande), il più anziano presidente della storia degli Stati Uniti è riuscito a districarsi sulla politica estera e senza avere “pause mentali”, come gli erano capitate nel dibattito con Trump di due settimane fa, quelle che hanno scatenato la valanga di richieste di “gettare la spugna”. Ma nonostante sia stato capace di mantenere con una sufficiente lucidità le sue argomentazioni strategiche riguardo la NATO, la guerra in Ucraina o il conflitto in Medio Oriente, Biden non è mai riuscito a far dimenticare la sua età e quindi fragilità, ormai la vera miccia accesa prossima a far scoppiare la sua campagna presidenziale.
Biden ha cercato di disinnescare alcune domande sulla sua età, ma quando è arrivata la domanda sull’idoneità alla presidenza della sua vice Kamala Harris, ha risposto: “Non avrei scelto il vicepresidente Trump come vicepresidente se penso che non sia qualificata per essere presidente”, scambiando i nomi senza neanche accorgersene. “Il fatto è che penso di essere la persona più qualificata per candidarmi alla presidenza. L’ho battuto una volta e lo batterò ancora”, ha risposto, facendo un nuovo scambio di nomi dopo aver presentato, alla fine del vertice NATO, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky come “presidente Putin” (lì si è subito corretto, ma con Trump al posto di Harris no).
Da otto mesi Biden non teneva una conferenza stampa da solo e si è capito subito il perché. L’errore su Harris non è stato l’unico, come quando Biden ha detto che lui – il Commander-in-Chief degli USA – avrebbe consultato “il mio comandante in capo” su questioni riguardanti l’Ucraina.
Biden è riuscito durante la conferenza stampa a sfoggiare i suoi successi, parlando del calo dell’inflazione o della formula per far concludere un accordo tra Hamas e Israele per porre fine alla guerra a Gaza, o quando ha risposto in modo dettagliato sulla competizione economica e strategica con la Cina, apparendo sempre a suo agio nell’affrontare le questioni di politica estera.
Ma la maggior parte delle domande dei giornalisti riguardavano le richieste dei suoi compagni di partito di farsi da parte, che Biden ha respinto ma convincendo poco sulla motivazione: “Penso di essere la persona più qualificata per svolgere il lavoro” ha ripetuto. Quando gli è stato fatto notare che i sondaggi mostrano che “altri candidati potrebbero essere nella posizione migliore di battere Trump a novembre”, Biden ha ribattuto che “è difficile cominciare da zero una campagna elettorale”.
Rispondendo alle sollecitazioni dei giornalisti, Biden ha dovuto ammettere che la sua vicepresidente Kamala Harris sarebbe qualificata per guidare la Casa Bianca, ma ha insistito che lui resta la persona migliore per sconfiggere Donald Trump a novembre.
Eppure i sondaggi degli ultimi giorni mostrano che la vice Harris ha più probabilità di sconfiggere Trump…Alla domanda se avrebbe cambiato la sua decisione di rimanere in gara se il suo team gli avesse mostrato dei dati secondo cui Harris avrebbe battuto con più certezza Trump, Biden ha però risposto che non avrebbe abbandonato la gara.
“No”, ha detto, “a meno che non tornino e dicano che non sia possibile vincere per me. Ma nessuno lo dice”.
Quando una giornalista gli ha ricordato cosa lui stesso aveva affermato durante la campagna elettorale del 2020, e cioè che si considerava un candidato “ponte tra due generazioni”, chiedendogli cosa gli avesse ora fatto cambiare idea, Biden ha risposto: “La difficile situazione in cui ci troviamo. Mi rendo conto che sono il più qualificato per portare a termine il lavoro iniziato”.
Facendo riferimento alla sua esperienza da senatore, ha detto che dai tempi di “Lyndon Johnson non c’era un presidente che fosse riuscito a far approvare dal Congresso leggi come ho fatto io”.
A chi gli ha chiesto delle sue condizioni di salute, ha risposto così: “Mi sono sottoposto a tre significativi e intensi esami neurologici. Il più recente in febbraio e tutti hanno detto che sono in forma”, promettendo che se il medico glielo chiedesse farebbe un altro esame neurologico.
Biden non ha alcuna intenzione di mollare quindi, ma neanche gli esponenti del suo partito che intanto aumentano ogni giorno nella richiesta di voler cambiar candidato.
Trapela che nella campagna elettorale del presidente si spera di resistere all’assedio ancora per almeno tre giorni. Infatti lunedì inizierà la Convention Repubblicana a Milwaukee e tra i “resistenti” di Biden si spera che l’attenzione dei media si diriga tutta su Trump e sulla sua imminente scelta per la vice presidenza (in pole position appare il senatore dell’Ohio J.D. Vance), dando così un po’ di fiato al loro candidato per riprendersi.
Ma i democratici che non vogliono più Biden fanno allo stesso tempo filtrare una notizia “devastante”: colui che avrebbe potuto convincere la star di Hollywood George Clooney a non pubblicare l’editoriale bomba sul New York Times che esortava Biden a mollare, invece di fermarlo lo avrebbe addirittura sollecitato. Il nome dell’amico intimo e anche “complice” di Clooney? Barack Obama! Se fosse veramente così, che anche il presidente che lo scelse nel 2008 nel ticket ora lo abbandona, l’impresa del vecchio Joe Biden di restare in corsa diventerebbe una “mission impossible”.
– foto: Agenzia Fotogramma –
(ITALPRESS).