Parliamo di beni significativi e di tutti i chiarimenti dell’Agenzia dell’Entrate. Quali sono e come si calcola l’Iva, quando applicare l’iva agevolata ed esempi pratici.
Beni significativi: elenco, come si calcola l’iva e quando si può applicare l’iva con aliquota agevolata al 10%. Esempi pratici e lista completa.
Beni significativi: quali sono?
Una circolare dell’Agenzia delle Entrate (la n. 15/E/2018) ha chiarito alcune disposizioni sui beni significativi nell’ambito degli interventi edili e delle detrazioni fiscali. Nel spiegarti quali sono i beni significativi chiariamo che sono stati espressamente individuati da un Decreto legge del 1999.
Il decreto appena citato individua questo elenco.
Beni significativi elenco:
- ascensori e montacarichi
- infissi esterni e interni
- caldaie
- videocitofoni
- apparecchiature di condizionamento e riciclo dell’aria
- sanitari e rubinetterie da bagno
- condizionatori
- impianti di sicurezza.
La lista appena citata, però, deve essere considerato solo parziale perché, quando si parla di beni significativi si fa riferimento a beni il cui valore è superiore a quello della prestazione d’opera.
Nella lista dei beni significativi non rientrano le imposte che non sono considerate parte dell’infisso, quindi il loro valore confluirà nella prestazione d’opera.
Perché il nostro elenco beni significativi non può essere considerato completo?
Perché una lista completa non esiste! Ci sono alcune variabili. Abbiamo detto che gli infissi sono un bene significativo, tuttavia le imposte associate non lo sono. Al contrario, se un bene acquistato è strettamente dipendente a un bene significativo, anch’esso confluisce nel calcolo dei beni significativi.
In pratica si parla di “autonomia del bene”. Se un oggetto a sé stante è autonomo e svolge una funzione (come le imposte) non può confluire nel calcolo dei valore significativo. Al contrario, se il bene è strettamente dipendente nella sua funzione, confluirà nel calcolo dei beni significativi. Qualche esempio? Le inferriate nel caso di infissi anti-effrazione, oppure una cancellata di sicurezza, anche se considerata parte separata dagli infissi, non ha una sua autonomia.
Oggetti che hanno un’autonomia funzionale individuale come scuri, tapparelle, veneziane… si possono installare indipendentemente dall’infisso e per questo non fanno parte dei beni significativi.
Aliquota IVA 10% beni significativi
I beni significativi vedono un’aliquota IVA ridotta al 10%.
L’aliquota ridossa non si applica in un caso:
Se il valore dei beni significativi supera la metà del costo complessivo dell’intervento, l’iva ridotta del 10% non si può applicare alla totalità del valore dell’opera.
Quando, invece, si applica l’IVA al 10%?
Quando, nell’ambito di una prestazione vengono forniti anche beni significativi e il loro valore è superiore alla metà di quanto pattuito per l’intero intervento.
In altre parole, si applica ai beni significativi l’IVA al 10% solo sulla differenza tra il valore complessivo della prestazione e quello dei beni stessi. Sul restante valore dei beni si applica l’IVA al 22%.
Non si può applicare l’Iva agevolata al 10% quando beni e materiali vengono acquistati direttamente dal committente.
Iva beni significativi: esempi pratici
Quello dei beni significativi è un argomento spinoso: molti cercano un elenco beni significativi per calcolare la ripartizione della spesa e sfruttare la possibilità di applicare un’aliquota IVA agevolata. A conti fatti, però, le nozioni puramente teoriche possono diventare disorientanti. Per questo motivo abbiamo deciso di farti un esempio dell’applicazione dell’iva sui beni significativi.
Poniamo il caso di un intervento edilizio che ha visto un investimento di 15.000 euro, di questo investimento: 9.000 euro sono stati destinati all’acquisto di beni significativi e 6.000 euro sono le spese di manodopera (tecnicamente meglio definita “prestazione d’opera” dato che fa riferimento a qualsiasi bene che non rientra nell’elenco di quelli significativi).
Come è chiaro, il valore dei beni significativi supera la metà dell’investimento totale (valore complessivo). L’iva ridotta al 10% si applica solo su 6.000 euro cioè sulla differenza tra il valore complessivo (investimento) della prestazione e quello dei beni significativi (15.000 € – 9.000 € = 6.000 €).
Sulla differenza si applica l’IVA al 22% (l’aliquota al 22% si applica sui restanti 3.000 euro di beni significativi, 9.000 € – 6.000 €). In pratica, l’iva sui beni significativi viene così versata:
- Iva al 10% su 6.000 euro di beni significativi (differenza tra valore totale e valore della prestazione), cioè 600 euro.
- 10% di IVA su 6.000 euro sulla spesa della prestazione d’opera (installazione etc.), cioè 600 €.
- Iva al 22% su 3.000 €, cioè 660 euro.
Nel nostro esempio di calcolo iva dei beni significativi, il totale di iva da versare è quindi 1.860 euro.
Calcolo iva beni significativi
Facciamo un altro esempio di calcolo dell’iva di ristrutturazione in caso di acquisto di beni significativi. Sempre ipotizzando un investimento di 15.000 euro, ipotizziamo che i costi sostenuti facciano riferimento a:
- beni significativi per un ammontare di 7.000 euro
- prestazione d’opera per un valore di 8.000 euro
In questo caso, il valore dei beni significativi non supera la metà dell’investimento complessivo, così l’iva ridotta al 10% di applica su tutti i 7.000 euro dei beni significativi. Il calcolo dell’iva sarà più semplice perché non bisognerà considerare alcuna differenza.
- Iva al 10% sulla prestazione d’opera (10% di 8.000 euro = 800 €)
- Aliquota iva agevolata al 10% anche su 7.000 euro (700 euro)
L’iva da versare sarà di 1.500 euro.
Cosa indicare in fattura
Nella fattura sarà necessario indicare l’importo totale e i parziali, indicando il valore dei beni significativi con le differenti aliquote iva.
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