Beni confiscati, Occhiuto “In Calabria investiamo 45 milioni di euro”

CATANZARO (ITALPRESS) – “Investiamo circa 45 milioni sull’utilizzo e il recupero dei beni confiscati alle mafie, attraverso il contributo dei Comuni. Nel nostro piano sono previste delle procedure che rendono più semplice questo utilizzo, perché spesso molte di queste iniziative sono state frenate da un eccesso di burocrazia, spendendo risorse per costituire dei presidi di sicurezza e di legalità”. Lo ha detto il presidente della Giunta regionale della Calabria, Roberto Occhiuto, in occasione della seconda conferenza nazionale sui “Beni confiscati e politiche di sicurezza urbana” tenutasi alla Cittadella regionale a Catanzaro.

Sono 3650 i beni confiscati in Calabria di cui 3003 sono stati già trasferiti agli enti locali: questa la sintesi da cui è partito il confronto su un tema per cui la regione, secondo Occhiuto, paga un prezzo altissimo: “C’è un profondo pregiudizio in ordine alla possibilità di investire in Calabria, e invece gli investimenti qui oggi sono quelli più sicuri. La ‘ndrangheta ha prodotto nella nostra regione uno spot terribile, a volte questo è diventato anche un alibi per chi ha avuto la responsabilità di governare la Calabria. Per cambiare le cose, occorre operare costruendo condizioni di sviluppo per quanto possibile e per rendere più trasparente la pubblica amministrazione”.

Occhiuto ha parlato, in particolare, del dazio che la Calabria sconta in termini reputazionali: “Proprio in ragione del fatto che qui c’è un controllo molto stringente da parte delle forze di polizia e della magistratura, per la ‘ndrangheta oggi è diventato più sconveniente investire in Calabria rispetto all’investimento che invece può fare in altre regioni”. Il vicepresidente della giunta regionale, Filippo Pietropaolo, ha aggiunto che “è importante confrontarsi annualmente con le esperienze delle altre regioni. La Calabria si sta mettendo al passo con le altre regioni, soprattutto quelle del sud, per l’utilizzo in maniera corretta di questi beni confiscati”.

Presente anche il sottosegretario di Stato al ministero dell’interno Wanda Ferro la quale ha aggiunto che la Calabria “è una regione antesignana rispetto anche al protocollo che è stato firmato nel 2023 dal presidente Occhiuto e dal ministro Piantedosi, rispetto al riutilizzo, ma anche a tutta quella partita per affiancare gli enti locali nella gestione e nella ristrutturazione, oltre che per la demolizione in altri casi. Auspichiamo anche che altri modelli possano prevedere la destinazione dei beni già al momento del sequestro, senza aspettare la confisca definitiva. E’ uno Stato presente che sta legiferando, dal punto di vista delle aziende verranno cancellate a monte quelle tante scatole vuote utilizzate soltanto per fatturazioni varie ed eventuali, e i locali abusivi dovranno essere dichiarati all’inizio, e quindi al momento del sequestro, per comprendere se c’è una sanabilità e quindi una strada privilegiata rispetto agli enti comunali. Per quanto riguarda la partita dei beni confiscati all’interno delle aree Zes, bisogna vagliare se si possono applicare le stesse procedure di semplificazione per mettere in condizione le aziende salvabili di poter ripartire attraverso un mercato libero e soprattutto onesto”.

Maria Rosaria Laganà, direttore dell’agenzia nazionale per i beni confiscati, ha messo in evidenza i vantaggi della piattaforma unica delle destinazioni: “Abbiamo cercato non soltanto di velocizzare il processo di destinazione, ma anche di dare ulteriore trasparenza. C’è una sorta di vetrina continua per cui, man mano che un bene si rende concretamente destinabile, i soggetti accreditati possano prenotare questo bene. Abbiamo poi interlocuzioni con l’Agenzia del demanio, che ci aiuta anche nella risoluzione di problematiche relative a beni gravati da abusi, e col commissario che si occupa della Zes. Sono stati introdotti alcuni emendamenti, all’esame del Senato nel pacchetto sicurezza, per evitare dispersioni di risorse, creando un contesto favorevole alla introduzione di aziende sane e con prospettive di lavoro legale e concrete”.

-Foto xd2/Italpress-
(ITALPRESS).

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