BCE: “DA PROTEZIONISMO RISCHI PER CRESCITA”

“I rischi per le prospettive di crescita nell’area dell’euro rimangono sostanzialmente bilanciati, sebbene i rischi connessi a fattori di carattere globale, fra cui la minaccia di un maggiore protezionismo, abbiano assunto maggiore rilievo. Nel complesso, il vigore di fondo dell’economia continua ad alimentare la fiducia del Consiglio direttivo nel fatto che l’inflazione convergerà verso l’obiettivo di un tasso inferiore ma prossimo al 2 per cento nel medio termine”. Lo afferma la Banca Centrale Europea nel Bollettino economico.

“Nel contempo, le misure dell’inflazione di fondo rimangono contenute e devono ancora mostrare segnali convincenti di una protratta tendenza al rialzo. In questo contesto, il Consiglio direttivo continuerà a seguire gli andamenti del tasso di cambio e di altre condizioni finanziarie in relazione alle possibili implicazioni per le prospettive di inflazione – prosegue la Bce -. Nel complesso permane la necessità di un ampio grado di stimolo monetario affinché le spinte inflazionistiche di fondo continuino ad accumularsi e sostengano la dinamica dell’inflazione complessiva nel medio periodo. Gli indicatori delle indagini a livello mondiale rimangono in generale coerenti con un’espansione economica stabile”.

“Tuttavia, gli annunci delle ultime settimane sull’imposizione di dazi costituiscono un rischio per la crescita a livello mondiale. Gli indicatori del commercio internazionale hanno fornito segnali contrastanti, ma nel complesso mostrano un rallentamento all’inizio dell’anno. I rischi di natura geopolitica, inoltre, hanno determinato una ripresa nelle quotazioni petrolifere – sottolinea ancora la Bce -. I rendimenti delle obbligazioni sovrane dell’area dell’euro hanno subito un calo e i differenziali fra i rendimenti dei titoli di Stato si sono ridotti. Quest’ultimo elemento indica un miglioramento nei fondamentali macroeconomici specifici per paese, sullo sfondo dell’espansione economica in atto. Analogamente, le quotazioni azionarie dell’area dell’euro sono salite nonostante alcuni episodi di elevata volatilità. Sui mercati dei cambi l’euro è rimasto sostanzialmente stabile in termini effettivi nominali”.

“Sulla base dei risultati dell’analisi economica e dei segnali provenienti dall’analisi monetaria, il Consiglio direttivo ha confermato la necessità di un grado elevato di accomodamento monetario per assicurare un ritorno durevole dei tassi di inflazione verso livelli inferiori ma prossimi al 2 per cento nel medio termine. Il perdurare del sostegno monetario proviene dagli acquisti netti di attività, dalle notevoli consistenze di attività acquistate e dai reinvestimenti attuali e futuri, nonché dalle indicazioni prospettiche sui tassi di interesse – prosegue la Banca Centrale Europea -. Di conseguenza, il Consiglio direttivo ha deciso di lasciare invariati i tassi di interesse di riferimento della BCE e continua ad attendersi che rimangano sui livelli attuali per un prolungato periodo di tempo, e ben oltre l’orizzonte degli acquisti netti di attività”.

“Quanto alle misure non convenzionali di politica monetaria, il Consiglio direttivo ha confermato l’intenzione di condurre acquisti netti di attività all’attuale ritmo mensile di 30 miliardi di euro sino alla fine di settembre 2018, o anche oltre se necessario – si sottolinea ancora nel Bollettino Bce -, e in ogni caso finché il Consiglio direttivo non riscontrerà un aggiustamento durevole dell’evoluzione dei prezzi coerente con il proprio obiettivo di inflazione. Infine, il Consiglio direttivo ha ribadito che l’Eurosistema continuerà a reinvestire il capitale rimborsato sui titoli in scadenza nell’ambito del programma di acquisto di attività per un prolungato periodo di tempo, dopo la conclusione degli acquisti netti di attività, e in ogni caso finché sarà necessario”.

 

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