MILANO (ITALPRESS) – Di fronte a sfide sempre più importanti nel mondo della salute, trovare nuove strade diventa di fondamentale importanza, partendo dall’ascolto dei pazienti e sostenendo la ricerca con investimenti e partnership strategiche. E’ questo il focus di Bayer, che ha preso parte all’edizione 2025 di “Wired Health”, evento organizzato oggi a Milano.
Tra i panel che hanno visto la presenza di ricercatori e stakeholders, una frontiera di particolare interesse è quella delle terapie geniche e cellulari.
“Si tratta di una vera innovazione in medicina che ci permette di trattare malattie fino ad oggi incurabili perchè possiamo intervenire sui geni o modificare le cellule di un paziente per esempio correggendo una mutazione genetica o addestrando cellule dell’immunità ad attaccare meglio i tumori”, ha affermato Luigi Naldini, Direttore Istituto San Raffaele Telethon per la Terapia Genica, definendo questo campo delle ricerca medica “una realtà clinica, sono ormai migliaia i pazienti trattati sia per malattie genetiche che per forme tumorali con queste innovazioni terapeutiche terapeutiche”.
Tra le aziende particolarmente attive in questo settore c’è Bayer. “Abbiamo puntato sulle terapie geniche cellulari come nuova frontiera per l’innovazione e per la cura di patologie importanti – ha sottolineato Arianna Gregis, Country Head Pharmaceuticals Bayer Italia -. Proprio negli ultimi anni abbiamo investito più di 3,5 miliardi di euro per acquisire due piattaforme di terapie geniche e cellulari chiamate Blue Rock e ASKBio che vogliono appunto portare l’eccellenza in questo campo”.
“Un risultato concreto è il nostro impegno nell’ambito della patologia del Parkinson. Sappiamo che molti pazienti stanno ancora aspettando una cura e sia BlueRock che ASKBio stanno sfruttando quelle che sono le potenzialità geniche e cellulare per trovare una soluzione concreta”, ha aggiunto.
I risultati di questa partnership non si sono fatti attendere: tra questi il più rilevante è la designazione RMAT (Regenerative Medicine Advanced Therapy) alla terapia genica sperimentale per il Parkinson sviluppata da AskBio da parte della FDA (Food and Drugs Administration). In questo modo la ricerca è potuta avanzare da un lato con la terapia cellulare di BlueRock, dall’altro, con la terapia genica di AskBio.
Da parte di Bayer l’attenzione per le ricerche in questo settore si è rivolta anche alle possibili applicazioni dell’Intelligenza Artificiale, in particolare per velocizzare i processi.
“Per Bayer l’intelligenza artificiale è un acceleratore di quello che è tutto il processo di ricerca e sviluppo. Abbiamo dichiarato un’ambizione importantissima, quella di accelerare e quindi ridurre del 40% le nostre tempistiche di ricerca e sviluppo entro il 2030 – ha spiegato Gregis -. In questo contesto possiamo citare due collaborazioni importanti, una con un gigante della tecnologia come Google e un’altra con un’azienda americana chiamata Recursion che vuole proprio sfruttare i meccanismi predittivi di machine learning per trovare nuovi target terapeutici e nuove terapie”.
In particolare, dalla collaborazione con Recursion è stato possibile “identificare un nuovo target terapeutico in soli 18 mesi invece che dei standard 42 richiesti solitamente”.
Naturalmente anche il settore delle terapie geniche e cellulari è suscettibile a sfide e sollecitazioni.
Secondo Naldini “avendo fatto la prova di principio di queste terapie, dobbiamo mantenerle sul mercato in modo sostenibile. Sono non solo trasformanti, ma complesse da produrre e ovviamente molto costose. Se i pazienti poi sono pochi, come nelle malattie rare, allora queste terapie sono difficili da rendere sostenibili economicamente. E’ una sfida per tutti perchè la ricerca ha prodotto innovazione e dobbiamo mantenerla disponibile e accessibile ai pazienti”.
“Fare innovazione vuol dire partire dall’ascolto delle esigenze dei pazienti e per fare questo abbiamo bisogno di stringere alleanze preziose con tutti quelli che sono gli interlocutori del sistema salute in Italia e anche nel mondo. Quindi ci mettiamo a fianco di clinici, università, start-up, stakeholder politici e istituzionali per poter immaginare percorsi di diagnosi e di cura dove mettiamo al centro le persone“, ha sottolineato Gregis.
– foto xh7/Italpress –
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