BARI (ITALPRESS) – Sereno ma non troppo. Nei primi mesi del 2023 l’economia è sì cresciuta, ma lo ha fatto con un’intensità contenuta, soprattutto a causa della difficoltà del comparto delle costruzioni. E’ questo il quadro delineato dal documento “L’economia della Puglia”, aggiornamento congiunturale presentato nella sede di Bari della Banca d’Italia dal direttore Sergio Magarelli e dagli esponenti della divisione Analisi e Ricerca Economica Territoriale Vincenzo Mariani e Antonio Veronico.
In particolare, secondo quanto stimato dall’indicatore trimestrale delle economie regionali (Iter) della Banca d’Italia, nel primo semestre del 2023 l’attività economica è aumentata dell’1,2% rispetto al corrispondente periodo dello scorso anno, in linea con la media dell’Italia e del Mezzogiorno, ma in rallentamento rispetto alla media del 2022 (3,3%). La crescita è stata più vivace nel primo trimestre e ha decelerato nel secondo, mentre è probabile che la debolezza dell’attività economica si sia estesa anche al terzo trimestre.
In questo senso, la prima parte del 2023 ha evidenziato una certa debolezza soprattutto da parte del comparto industriale: nei primi nove mesi dell’anno quasi la metà delle imprese ha registrato una crescita del fatturato nominale rispetto allo stesso periodo del 2022; il saldo tra la quota di imprese con fatturato in aumento e quella delle imprese che hanno segnalato un calo è risultato però inferiore rispetto alla stessa rilevazione dello scorso anno. L’andamento è stato sostenuto dall’aumento dei prezzi di vendita e ha risentito in particolare del calo delle vendite all’estero.
Si sono allentate sensibilmente le tensioni sulle catene di fornitura: solo il 12% delle aziende ha segnalato persistenti difficoltà di approvvigionamento di input non energetici (erano circa il 50% nel sondaggio dello scorso anno). Le imprese hanno beneficiato anche della riduzione dei prezzi dell’energia: la frazione di quelle che ha dichiarato un’incidenza dei costi energetici superiore al 10% si è più che dimezzata, dal 37 al 17%.
Per quanto riguarda le esportazioni, dopo la forte ripresa del 2022, nel primo semestre del 2023 è stato registrato un calo dell’1,4% a valori correnti rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, a fronte della crescita del Mezzogiorno e dell’Italia (rispettivamente 1,3 e 4,2%). Il valore delle vendite estere continua a essere influenzato dall’andamento crescente dei prezzi: tenendone conto, la flessione dell’export pugliese risulta molto più accentuata (-5,7%).
Alla riduzione hanno contribuito soprattutto i comparti chimico, siderurgico, agricolo, nonchè quello dei mobili e quello degli articoli in gomma. Un contributo positivo è invece giunto, oltre che dall’estrattivo (per produzioni in parte realizzate in Basilicata), anche dalle vendite di prodotti alimentari, autoveicoli, aeromobili e macchinari.
A rallentare nel 2023 è stata anche la crescita del settore delle costruzioni, il cui indebolimento è ascrivibile al segmento residenziale: si è infatti ridotto il numero delle compravendite di abitazioni: -14,5% nel primo semestre, con i prezzi delle case in lieve calo (-1,6%). Nei primi nove mesi del 2023 in Puglia sono state depositate oltre 2700 asseverazioni per il Superbonus, un valore inferiore di quasi tre quarti rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.
Gli indicatori della Banca d’Italia hanno delineato un’ulteriore crescita dell’attività dei servizi, pur in presenza di un rallentamento dei consumi. Alla crescita ha contribuito soprattutto il turismo: secondo i dati parziali di Pugliapromozione, nei primi otto mesi del 2023 arrivi e presenze in regione sono cresciuti rispettivamente del 5,5% e del 3,0% rispetto al 2022. L’andamento positivo dei flussi è attribuibile agli stranieri, le cui presenze sono cresciute del 14%, mentre quelle dei turisti italiani sono lievemente diminuite (-0,5%). La dinamica è stata più intensa nei mesi invernali e primaverili. Si è quindi indebolita nei mesi estivi, risultando lievemente negativa ad agosto, per effetto del calo dei turisti domestici rispetto allo stesso mese dello scorso anno.
Da gennaio a giugno 2023, l’occupazione ha continuato a crescere (3,4%), seppur con minore intensità rispetto allo scorso anno. L’incremento ha interessato soprattutto la componente femminile. La crescita degli occupati è stata sostenuta sia dai lavoratori autonomi, sia da quelli dipendenti. Nel confronto con il primo semestre del 2022, la dinamica delle attivazioni nette ha rallentato nel settore delle costruzioni. L’andamento degli occupati si è riflesso positivamente sull’offerta di lavoro, su cui ha inciso anche il maggior numero di persone in cerca di occupazione. Il tasso di disoccupazione è infatti aumentato al 12,5%, mentre quello di attività ha raggiunto il 57,9%.
Per quanto riguarda i consumi delle famiglie, è previsto quest’anno un forte rallentamento in termini reali, sul quale continua a incidere il rialzo dei prezzi. L’inflazione, in diminuzione rispetto ai livelli massimi raggiunti lo scorso dicembre, continua a essere sostenuta soprattutto dalla componente dei beni alimentari e dalle spese relative all’abitazione e alle utenze. A settembre l’indice nazionale dei prrezzi al consumo ha raggiunto il 5,4%, un valore in linea con la media italiana.
Per quanto concerne l’intermediazione finanziaria, i finanziamenti alla clientela residente in Puglia nei primi mesi dell’anno hanno progressivamente rallentato, sino a far registrare ad agosto una sostanziale stagnazione (-0,3% su base annua, dal 3,0 del dicembre precedente). L’andamento dei prestiti al settore produttivo è divenuto negativo (-2,5% ad agosto su base annua). Il calo ha riguardato le imprese di tutte le classi dimensionali, ma è stato più intenso per quelle di piccole dimensioni; tra i settori, sono rimasti sostanzialmente stabili i finanziamenti alle imprese di costruzioni, mentre la dinamica è stata negativa per i servizi e, soprattutto, per il manifatturiero.
I prestiti alle famiglie sono invece cresciuti a giugno del 3,3%, dal 5.1 di fine 2022, risentendo dell’aumento dei tassi e di criteri di accesso al credito divenuti più selettivi. In un contesto di crescita della spesa familiare, è proseguita l’espansione del credito al consumo (5,6% a giugno), con un’intensità di poco inferiore a quella di dicembre 2022 (6,0%). La decelerazione dei prestiti per l’acquisto di abitazioni è stata più decisa: il tasso di crescita dei mutui è passato dal 5,4% di fine 2022 al 2,7% dello scorso giugno. La dinamica ha risentito del calo delle nuove erogazioni (-30,5% nel primo semestre 2023) rispetto allo stesso periodo del 2022.
L’analisi relativa alla qualità del credito ha invece evidenziato che nel primo semestre del 2023 il tasso di deterioramento è aumentato di un decimo di punto percentuale rispetto alla fine del 2022, raggiungendo l’1,4%, un valore basso nel confronto storico. Anche questa dinamica è attribuibile alle imprese di costruzioni; l’indicatore è invece rimasto sostanzialmente invariato per le aziende operanti negli altri comparti e per le famiglie. A giugno la quota di prestiti bancari deteriorati, al lordo delle rettifiche di valore, si è attestata al 5% del totale; circa la metà della quota è ascrivibile alle sole sofferenze.
In considerazione infine della raccolta, a giugno 2023 i depositi bancari sono risultati in calo del 2,2% su base annua, in egual misura per le famiglie e per le imprese. Si è quindi interrotta la crescita via via più contenuta che aveva caratterizzato il biennio 2021-22. La dinamica ha risentito soprattutto della ricomposizione a favore di attività finanziarie che garantiscono rendimenti più elevati. In particolare, al calo dei depositi in conto corrente si è associata la crescita di quelli a risparmio (3,2%) e dei titoli a custodia, sostenuti dai maggiori investimenti in titoli di Stato.
“Se posso usare una metafora”, ha affermato il direttore Magarelli, “questa piccola Ferrari pugliese sta rallentando. Non si è fermata, non è in panne, forse basterebbe aggiungere un pò di energia buona nel motore per farla posizionare in modo più competitivo e adeguato. Ci sono molti dati positivi, per esempio il turismo, che ha avuto una performance molto importante e soprattutto un ritorno della componente degli stranieri. Bene anche le industrie, che presentano bilanci positivi dal punto di vista reddituale, e le pubbliche amministrazioni. Di contro abbiamo la situazione delle esportazioni (per la verità mai state molto importanti) che hanno visto un calo importante e quella delle costruzioni, il cui rallentamento è dovuto sia alla situazione congiunturale, sia alla riduzione dei benefici fiscali”.
– foto: xa2/Italpress –
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