Banche, il factoring risorsa per la fase 2

Tra gli strumenti più efficaci a disposizione delle aziende alla ricerca di liquidità durante questa pandemia c’è il factoring. “In due ore i soldi sono a disposizione, anche meno, abbiamo la tecnologia che ci consente di farlo, anche adesso che siamo tutti in smart working” racconta a Italpress Franco Marcarini, che dopo 37 anni in Intesa Sanpaolo da due anni è head of factoring di illimity. illimity, la banca fondata nel 2018 da Corrado Passera, oggi conta su 500 persone ed è nata per erogare credito alle pmi e facilitare le imprese a esprimere il loro potenziale. Marcarini da due mesi ormai dirige la sua business unit da casa. Il factoring è un meccanismo semplice: se una società ha emesso delle fatture, può cederle a titolo definitivo o parziale, pro soluto o pro solvendo, e in cambio di una commissione, ricevere il pagamento immediatamente. Alla società di factoring l’onere di riscuotere i soldi. Non solo, la società che deve effettuare il pagamento può anche richiedere a soggetti come illimity di rinegoziare i termini, è il cosiddetto maturity factoring, che per una banca rappresenta un’altra fonte di commissioni.

“Nel decreto Cura Italia e nel Decreto Liquidità del Governo, del factoring non si fa menzione, se non per quanto riguarda proprio il mercato maturity, quello già strutturato”, lamenta Marcarini, evidenziando come ciò avvenga nonostante si tratti di un mercato in crescita già da molto prima della pandemia. Tra gennaio e febbraio il volume d’affari è stato di 33,8 miliardi, in crescita dell’1,18% rispetto al 2019 in Italia, anno che si era chiuso con 255,5 miliardi di volume d’affari complessivo, +6,44% sul 2018. Non stupisce quindi che anche con la crisi Covid-19, le prime indicazioni relative al mese di marzo 2020, secondo illimity “mostrano un mercato stabile con una sostanziale tenuta dei volumi dei crediti acquistati”.

Ora che inizia la fase 2, molte imprese rischiano di non poter adempiere alle proprie obbligazioni di pagamento commerciali o finanziarie, e in questo contesto il factoring può svolgere una funzione essenziale, garantendo anche la pianificazione temporale dei flussi di cassa in entrata e in uscita. I tecnici la chiamano “Supply Chain Finance”, ovvero l’insieme di soluzioni che consentono a un’impresa di finanziare il proprio capitale circolante nelle filiere di cui è parte. Anche in condizioni eccezionali come quelle attuali. “In aprile e maggio sono state chiaramente emesse molte meno fatture rispetto al solito, avremo quindi meno turnover, ma ci sono tanti pagamenti da procrastinare, quindi dovremmo avere un incremento del capitale da coprire – spiega il manager – ecco perché stimiamo comunque una crescita del 7-10% nel 2020”.

Risultati possibili perché, e questo è un dato inatteso, lo Stato sta continuando a rivelarsi un pagatore efficiente, anche in queste settimane di lockdown. La pubblica amministrazione, soprattutto in passato, era infatti uno dei pagatori più lenti e il factoring diventava una necessità per chi lavorava con lo Stato. Oggi le cose sono cambiate. “Con le amministrazioni centrali e i ministeri non ci sono problemi, fino a oggi. Continuano a pagare, non abbiamo difficoltà particolari” spiega Marcarini.

Diverso il discorso delle amministrazioni locali: “Da sempre ci sono più difficoltà in questo comparto ma anche qui fino ad ora le cose sono andate bene. Abbiamo intermediato regolarmente i crediti Iva, che da fine febbraio dopo la chiusura dei bilanci 2019, possono essere portati a noi. Anche da parte dell’Agenzia delle Entrate registriamo comportamenti virtuosi, al momento non vedo rallentamenti”. Ottimismo che Marcarini allarga anche alla fase 2, sotto l’aspetto della ripresa dei consumi. “Non ho la sfera di cristallo per fare previsioni, ma secondo me, ci sono da fare discorsi di tipo sociologico. Ci si aspetta che gli italiani spendano di meno, ma non appena avranno idea che va tutto a posto, spenderanno come e più di prima. Bisogna capire come sarà il traghettamento tra lockdown e ripresa” spiega. Alle imprese invece va garantita liquidità, visto che la capitalizzazione delle nostre imprese è storicamente molto bassa, e quindi senza incassi non si sa da dove attingere.

Di qui la possibilità di allargare i servizi legati al factoring che illimity sta studiando: “Possiamo anticipare quanto previsto nei contratti.Faccio l’esempio di una società che deve costruire un pezzo di strada e che deve approntare il cantiere: io posso versare subito un anticipo per far iniziare il cantiere e poi la società me lo restituirà quando avrà già incassato dai suoi clienti. Lo stesso sistema si può applicare sulla ristorazione e sul turismo in generale”. Una “boccata di aria fresca” la definisce illimity, grazie a cui si può salvare il lavoro di una vita.

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