BALATA “VOGLIO VAR, SU IMPIANTI LAVORO DA FARE”

“Sono un sostenitore della Var, credo di essere stato il primo, ed è una delle cose che vorrei nel mio campionato”. Il presidente della Lega di serie B Mauro Balata traccia all’ITALPRESS un bilancio del suo lavoro parlando di Var, di impianti, di caos ricorsi, di legge Melandri, “aprendo” ad una sinergia con la Lega di serie A per provare, insieme, ad aumentare il fatturato globale del calcio. Intanto, di bilancio è cresciuto quello della Lega di B, che ha dato più ricavi a tutte le società, passate da 4,8 a 6 milioni di euro. Si parte dalla Var, argomento da mesi all’ordine del giorno (anche se pare che la Lega stia lavorando su un piano B e cioè quello della goal line technology). “La Var è uno strumento che sicuramente aiuta e migliora anche la giustizia sul campo e garantisce maggiore serenità agli spettatori, agli stessi calciatori. Il protocollo si può migliorare, ma credo che il futuro sia quello, quindi anche per la serie B. Vedremo come arrivarci, stiamo discutendo visto che ci sono problemi di regolamenti internazionali e un problema arbitrale perchè anche abbiamo bisogno che l’Aia formi una classe arbitrale designata ad utilizzare questo strumento” le parole di Balata all’Italpress.

La media dei tifosi allo stadio cresce (oltre 7.000 a partita), ma il problema degli impianti rimane, sebbene alcune società (in particolare Brescia, Padova, Pescara e Venezia) abbiano iniziato l’iter per la realizzazione. “Il problema dell’impiantistica riguarda tutto il movimento calcistico italiano. Noi siamo in ritardo su questo, non c’è dubbio. E’ un tema collegato a quello delle risorse. Le nostre società stanno facendo degli sforzi incredibili, ci sono grandi investimenti per migliorare le strutture esistenti e progetti avviati per la costruzione dei nuovi stadi, ma abbiamo bisogno di incrementare le risorse, di iniziare una stagione diversa di strategie che vorremmo implementare anche con la Lega di serie A, un pò come hanno fatto ad esempio in Germania”. Non aiuta certamente quanto successo l’estate scorsa tra ricorsi e contro ricorsi. “Abbiamo fatto una valutazione la scorsa estate poi recepita dalla Figc che derivava dalla riflessione profonda su una riforma generale dei campionati che da tanti anni si portava avanti senza arrivare ad un dato concreto. Tanto che abbiamo sofferto la scorsa stagione alcune problematiche con nostre società che facevano seguito a oltre 150 fallimenti nell’intero sistema negli ultimi 10 anni. In virtù di questo, era giunto il momento di dare anche noi un messaggio chiaro e forte nella direzione delle riforme. Ma c’è stato un problema relativo ai ripescaggi, che non sono normati, ma frutto di una valutazione discrezionale che ogni anno la Figc si riserva di fare. Ebbene, quei criteri hanno portato ad un contenzioso quasi schizofrenico: mentre dovevamo presentare il calendario e far partire il campionato, non ci consentivano di capire se eventualmente poteva esserci qualche altra società, in virtù di quei criteri, meritevole di essere inserita nel nostro campionato. La Figc, alla fine, ha fatto una valutazione ed ha deciso di tutelare il campionato, i tifosi, l’interesse pubblico a farlo partire. Questa valutazione è stata poi recepita, seppur con provvedimenti non ancora definitivi, da vari organi di giustizia sportiva e anche ordinaria dello Stato”.

Tra le novità di questa stagione, anche la presenza di Dazn come nuovo partner tv che, insieme a Rai, ha contribuito ad aumentare i ricavi domestici, passati da 22 a 26 milioni. “Siamo soddisfatti di Dazn, ci sono state delle criticità all’inizio della stagione ed alcune permangono ma sono legate a problemi legati alla rete infrastrutturale italiana che in alcuni punti del Paese è deficitaria. Loro si sono impegnati, il prodotto è cresciuto, i dati sono in continua crescita e tutti mi dicono che nei confronti del nostro calcio c’è molto interesse e desiderio di vedere la serie B e di continuare a vederla nel modo migliore”. L’esperienza della scorsa estate ha insegnato molto, tanto da far pensare che quei problemi non dovrebbero ripresentarsi anche in futuro.

“Tanti nodi sono venuti al pettine e cioè che chi fa calcio deve essere in grado di farlo, deve essere capace di garantire gestioni virtuose, capace di tutelare le città, i territori e i tifosi e deve essere capace di programmare ed avere un management capace e in grado di programmare il futuro della propria società. Questa è la grande sfida che bisogna portare avanti. Poi c’è la sostenibilità che riguarda tutte le Leghe inferiori dalla B alla D, ma in questo senso bisogna fare una riflessione sulla normativa della legge Melandri che per quanto ci riguarda andrebbe fatta in accordo con la Lega di serie A. Negli altri Paesi la percentuale di mutualità destinata alle seconde Leghe è enormemente più grande e più importante rispetto a quella, ridotta ulteriormente nell’ultima riforma, riservata a noi (6% contro 20 della Germania, 19 della Francia, 13,5 della Spagna, 10 dell’Inghilterra, ndr). Su questo ho idee molto chiare, stiamo lavorando ad un progetto che vogliamo presentare alla Lega di serie A, oltre al Governo e al Parlamento che dovranno riflettere su come migliorare questo strumento normativo”.
(ITALPRESS).

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