Sono contrari al trasferimento delle sedi delle Commissioni tributarie dal centro di Palermo ai locali di via Titina De Filippo, che si trovano in prossimità di corso Calatafimi e viale Regione Siciliana; chiedono che venga dato il giusto riconoscimento alla giustizia tributaria, non trattandola come un organo di serie B; e annunciano l’astensione di tre giorni dalle udienze. La protesta è della Camera degli Avvocati Tributaristi di Palermo, insieme all’Associazione Magistrati Tributari, al Consiglio dell’Ordine degli Avvocati e a quello dei Dottori Commercialisti.
Oggi le sedi delle due Commissioni Tributarie, quella di I grado e di II grado, che hanno competenza sulla Sicilia Occidentale, si trovano in piazza Florio e in via Mariano Stabile. Si tratta di locali in affitto che si trovano in zone centrali della città e servite, in maniera agevole, da mezzi pubblici. Stessa cosa non si può dire, secondo i promotori della protesta, per i locali di via Titina De Filippo: “La linea del tram arriva soltanto fino alla Stazione Notarbartolo”. I locali in questione sono beni confiscati alla mafia, transitati dall’Agenzia dei Beni Confiscati all’Agenzia del Demanio, e assegnati al Ministero dell’Economia e delle Finanze, amministrazione a cui fanno capo le Commissioni tributarie.
“Comprendiamo e siamo favorevoli alle ragioni di spending review, che stanno alla base della necessità di cambiamento delle sedi, però evidenziamo l’assoluta irrazionalità di questo procedimento di trasferimento delle sedi delle Commissioni tributarie, che sarebbero così collocate in una posizione periferica e in locali che non riteniamo assolutamente idonei, creando costi e disagi notevoli, che a nostro avviso incidono sull’esercizio di difesa dei contribuenti”. Cosi’, durante una conferenza stampa che si è tenuta nella sala riunioni del consiglio dell’ordine degli avvocati, al Palazzo di Giustizia, Angelo Cuva, vicepresidente della Camera degli Avvocati Tributaristi di Palermo e tesoriere Unicat, l’Unione nazionale della camera degli Avvocati Tributaristi. “Abbiamo avviato – spiega – dei contatti con la Regione e l’Agenzia dei Beni Confiscati per valutare le alternative. Il vicepresidente della Regione, Gaetano Armao, ci ha dato la disponibilità di un incontro, per valutare la possibilità di utilizzare altri locali. Chiediamo, anche, un incontro con il ministro delle Finanze”.
“Noi avvocati riteniamo che ogni decisione, attinente all’effettività della giustizia, vada concertata. L’efficienza della giustizia passa anche attraverso locali e strutture adeguati”, sottolinea il vicepresidente dell’Ordine degli Avvocati di Palermo, Giuseppe Di Stefano, che aggiunge: “Siamo qui per rappresentare l’unità del mondo tributario che, all’unisono, dice al Ministero: ‘fermatevi’. Noi non molleremo e moniteremo, giorno dopo giorno, la situazione. Siamo disponibili al dialogo, anche se fino ad oggi dialogo non c’è stato”.
“E’ una questione che riguarda giudici tributari, avvocati e gli stessi contribuenti – aggiunge Salvino Pillitteri, vicepresidente dell’Associazione nazionale magistrati tributari -. Abbiamo scritto più volte al Mef che è giusto risparmiare sui costi di affitto, ma è anche giusto che le Commissioni Tributarie abbiamo delle sedi dignitose. In via Titina De Filippo prima si trovavano gli uffici dell’Inps, poi trasferiti proprio per l’inadeguatezza della struttura. Locali non idonei ad un servizio amministrativo, meno che mai adatti ad ospitare un organo di giustizia. Questo trasferimento, è la punta dell’iceberg di una disattenzione massima che il ministero dell’Economia e della Finanza ha nei confronti della giustizia tributaria”.
“Il Mef fa muro di gomma – prosegue il vicepresidente -. La giustizia tributaria merita attenzione e riconoscimento, non può restare sotto l’egida del Mef ma deve essere trattata come il Tar o la Corte dei Conti, facendo così capo non più al ministero dell’Economia ma alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Il consiglio di presidenza della giustizia tributaria ha fatto una delibera condividendo le esigenze dei giudici e degli operatori tributari, chiedendo un incontro col Mef”.
“I locali – puntualizza, inoltre, Giuseppe Guzzo, segretario regionale dell’Associazione Magistrati Tributari della Sicilia – sono inadeguati per potere accogliere i magistrati di carriera, che si spostano con la scorta”.
Contraria al trasferimento, anche Anna Tarantino, coordinatrice provinciale della Uil – Pamef (Pubblica Amministrazione Ministero delle Finanze): “Le perplessità sono legate non solo all’ubicazione – spiega -, ma anche alla tipologia dei locali, nati per essere dei locali commerciali e posti in una strada laterale dove transitano molti mezzi pesanti. Gli spazi sono molto esigui. L’archivio, con i relativi fascicoli, dovrebbe essere allocato al piano ‘meno 1’ e ad oggi non ci sono montacarichi o ascensori che collegano il piano terra, dove dovrebbero essere ubicati gli uffici, al piano sotterraneo. Come Uil Pubblica Amministrazione – aggiunge – siamo favorevoli a una riduzione dei costi per via delle spese di affitto dei locali odierni, ma a condizione che si rispettino criteri di garanzia del benessere organizzativo dei lavoratori e l’agevole fruibilità degli utenti”.
Nel corso dell’incontro con i giornalisti sono state evidenziate anche altre problematiche. Pietro Alosi, segretario del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati, evidenzia che “per problemi di inagibilità dell’ex palazzo Eas, destinato alle attività del ‘civile’ e dell’esecuzione mobiliare e immobiliare, è stato deliberato di trasferire in altro posto tutta l’attività inerente, e quindi anche l’ufficiale giudiziario con l’ufficio notifiche. Si parla, addirittura, del trasferimento in via Roma Nuova in un palazzo del Comune. Stiamo cercando di ottenere una struttura più vicina al Palazzo di Giustizia, che consenta agli avvocati di lavorare meglio. Mi pare che, in questo modo, il progetto della cittadella della giustizia non sia decollato, anzi”.
Ecco perché, è stato spiegato, i locali di via Titina De Filippo, non possono “assolutamente” ospitare un organo di giustizia, chiamato ogni anno ad occuparsi di contenziosi tributari pari a oltre 50 milioni di euro. E che lo scorso anno ha deliberato 202.833 giudizi in primo grado e 59.725 giudizi in secondo grado, d’appello. Nel corso della conferenza stampa è stata ribadita l’astensione di tre giorni dalle udienze, entro la fine dell’anno. Le date saranno comunicate dopo aver reso noto lo stop al Garante nazionale.