Auto, il futuro è un’incognita
ROMA (ITALPRESS) - Il futuro dell’industria automobilistica sta vivendo una fase di transizione della quale non si intravede nemmeno l’inizio della fine. L’auto elettrica stenta a decollare e l’idrogeno al momento resta solo un’altra delle ipotesi sul campo per disegnare il futuro del settore. Una situazione aggravata dallo stop al termico ipotizzato per il 2035 dall’Europa. Le imprese chiedono strumenti straordinari per far fronte alla transizione, mentre c’è chi come la tedesca Volkswagen si spinge fino a ipotizzare la chiusura di almeno uno stabilimento in Germania. A pesare è l’estrema incertezza sulle tecnologie che potrebbero sostituire il vecchio motore endotermico, alimentata anche dall’incognita sui tempi e sulle risorse necessarie per questo passaggio epocale. Il ministro del Made in Italy, Adolfo Urso, ha approfittato della presenza al Forum Ambrosetti di Cernobbio, per chiedere all’Europa di anticipare al prossimo anno la revisione delle regole sul Green Deal. "Credo che sia assolutamente necessario anticipare questa eventuale revisione al 2025, cioè ad anticiparla ai prossimi mesi. Ritengo che debba essere la prima questione che la nuova commissione europea debba affrontare". Per Urso, imprese e lavoratori hanno bisogno di certezze: "Le aziende automobilistiche tedesche che erano considerate le più performanti … annunciano la chiusura di due stabilimenti, con le sanzioni che sono previste per le imprese che non rispettano le tempistiche del percorso verso l'elettrico". Urso ha fatto sapere che Italia porrà il problema al meeting che la presidenza di turno ungherese ha organizzato per il 25 settembre a Bruxelles, ma non nasconde che, per il governo italiano, la revisione deve prevedere tempi e modalità sostenibili. "Per quanto ci riguarda … noi siamo per la neutralità tecnologica e per il mantenimento in produzione del motore endotermico".
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