Per la prima volta, alla terza edizione della Via Pacis e della Run for Peace, tra i promotori – accanto a Roma Capitale e alla Fidal – compare il nome “Athletica Vaticana”. La Rappresentativa ufficiale di atletica della Santa Sede prende così il posto del Pontificio Consiglio della Cultura, a cui è stata affidata dalla Segreteria di Stato e di cui è espressione in ambito sportivo a livello internazionale. “In questo modo l’assetto istituzionale della Via Pacis diventa più omogeneo: accanto a Roma Capitale, a convocare la manifestazione ci saranno due istituzioni sportive ‘nazionali’, quella italiana, la Fidal, e quella vaticana”, spiega monsignor Melchor Sánchez de Toca, sotto-segretario del Pontificio Consiglio della Cultura e presidente di Athletica Vaticana. “Per la Via Pacis – aggiunge – la prima Associazione sportiva costituita in Vaticano assume funzioni e compiti finora svolti dal Pontificio Consiglio della Cultura”.
Insieme con i runner “biancogialli” saranno alla partenza in Via della Conciliazione, soprattutto nella non competitiva Run for Peace, anche i rappresentanti della Gendarmeria vaticana, della Guardia Svizzera Pontificia, del Dispensario vaticano di Santa Marta (dove vengono assistite le famiglie povere) e di moltissimi Uffici della Santa Sede, a cominciare dalla Segreteria di Stato. E non mancheranno i giovani migranti che la cooperativa Auxilium ha accolto nel Centro “Mondo Migliore” a Rocca di Papa. “Un coinvolgimento appassionato per testimoniare per le strade di Roma l’apertura concreta al dialogo e all’amicizia con tutti”, rilancia monsignor Sánchez de Toca. Con questo passo in occasione della Via Pacis, Athletica Vaticana rilancia la sua presenza accanto agli sportivi di tutto il mondo, anche attraverso la spiritualità, la solidarietà e la cultura. Dal gennaio 2019 il primo team vaticano partecipa ufficialmente alle manifestazioni podistiche, in virtù dell’Intesa Bilaterale firmata tra la Santa Sede e il Comitato Olimpico Italiano (Coni): le firme sono state apposte l’11 settembre 2018 dal cardinale Gianfranco Ravasi, Presidente del Pontificio Consiglio della Cultura, e da Giovanni Malagò, presidente del Coni.
Athletica Vaticana è affiliata alla Federazione italiana di atletica leggera (Fidal) proprio in virtù dell’Intesa Bilaterale con il Coni. Inoltre è affiliata alla Federazione Italiana Sport Paralampici e Sperimentali (Fispes) – in vista anche di un’Intesa con il Comitato Italiano Paralimpico Cip) – con la quale è già stato siglato un Protocollo d’intesa, il 19 dicembre 2018, per rilanciare insieme un progetto anche culturale di inclusione delle persone con disabilità attraverso la pratica sportiva. In questo contesto rientrano anche le visite guidate ai Musei Vaticani per sportivi non vedenti e la formazione di atleti-guida. L’obiettivo di Athletica Vaticana non è soltanto agonistico: l’impegno è di rilanciare una testimonianza cristiana concreta, con iniziative spirituali, solidali e culturali nel mondo dell’atletica e dello sport in generale.
Per questa ragione sono stati tesserati – come “membri onorari” – due giovani migranti musulmani e due ragazzi con disabilità che vengono concretamente sostenuti nell’inclusione attraverso lo sport. L’idea di costituire Athletica Vaticana è nata, in maniera spontanea, dall’incontro di tanti dipendenti vaticani che corrono, soprattutto la mattina prima di andare a lavorare, sul lungotevere nella zona intorno a San Pietro. A questa “community” di amici la Segreteria di Stato ha consentito di dare una forma giuridica idonea, e del tutto innovativa, per una testimonianza cristiana nelle strade, letteralmente “in uscita” come chiede Papa Francesco, in mezzo alle donne e agli uomini che vivono la passione dello sport. Complessivamente gli atleti che, al momento, fanno parte a vario titolo dell’Associazione sono circa 70. Il più giovane ha 19 anni una guardia svizzera) e il meno giovane ne ha 62 (è un professore della Biblioteca Apostolica Vaticana).
In squadra ci sono guardie svizzere insieme a gendarmi, vigili del fuoco, operai, tipografi, falegnami, giornalisti, professori, addetti ai vari servizi tecnici ed economici. E, ancora, dipendenti della Farmacia Vaticana, dei Musei Vaticani, delle Ville Pontificie, dell’Osservatore Romano e dell’Archivio Segreto. Ci sono anche alcuni sacerdoti-runner, impegnati nel campo della cultura, dell’ecumenismo, dell’attenzione alla famiglia e al valore della vita, oltre che nelle parrocchie, nell’attività missionaria e nella Segreteria di Stato. E c’è anche un vescovo. Particolarmente significativa è la presenza femminile (c’è anche una suora): la corsa, del resto, è uno sport che vede le donne sempre più protagoniste. Sono rappresentate ben diciotto nazionalità, a conferma dell’universalità della Santa Sede. Oltre che sulle strade e in pista, Athletica Vaticana continua a essere protagonista con tante iniziative solidali, promosse con l’Elemosineria Apostolica e il Dispensario vaticano di Santa Marta, sempre a nome di Papa Francesco.
Significativo, inoltre, il gemellaggio ecumenico con il team podistico tedesco di Wittemberg, la città di Lutero: a maggio trenta atleti “vaticani” sono stati in Germania proprio per sancire questo significativo abbraccio sportivo. Un altro progetto di Athletica Vaticana è creare una rete di “Messe del Maratoneta”, celebrate la sera prima delle grandi Maratone internazionali. Roma, Firenze e Valencia sono ormai appuntamenti consolidati, in gemellaggio con la storica celebrazione nella cattedrale di San Patrizio a New York e con Vienna. Proprio per queste occasioni Athletica Vaticana ha composto la “Preghiera del Maratoneta”, traducendola in 37 lingue e mettendola a disposizione di tutti. Le immaginette con il testo della “Preghiera” vengono distribuite in occasioni delle gare. I “maratoneti del Papa” stanno per portare questa testimonianza in tanti appuntamenti internazionali, a cominciare da Berlino e Valencia. E poi nel 2020 a Londra, Cracovia, Gerusalemme e New York. Con uno stile aperto e inclusivo che Athletica Vaticana intende essere presente concretamente accanto agli sportivi. Puntando, a piccoli passi, anche ad alcuni appuntamenti internazionali, secondo la naturale vocazione universale della Santa Sede. Così si sta procedendo nell’iter per entrare a far parte delle istituzioni sportive internazionali.
Intanto a maggio la Rappresentativa vaticana è stata invitata in Montenegro per i Giochi dei Piccoli Stati Europei (vi partecipano gli Stati con meno di un milione di abitanti). E nel giugno 2020, nella Repubblica di San Marino, Athletica Vaticana sarà in pista per i Campionati Europei dei Piccoli Stati. Infine, un altro obiettivo significativo rimane la partecipazione ai Giochi del Mediterraneo (nel 2021 a Oran, in Algeria e poi nel 2026 a Taranto): un appuntamento internazionale ideale per portare una testimonianza di pace. Sulla scia del gesto simbolico che ha aperto, a febbraio 2018, le Olimpiadi invernali a Pyeongchang: la consegna della maglietta di Athletica Vaticana ai rappresentanti dello sport mondiale e, portando il messaggio di pace e riconciliazione di Papa Francesco, ai rappresentanti delle due Coree.