Con 29 voti favorevoli su 40 votanti (6 contrari e 5 astenuti), il consiglio regionale della Campania ha approvato la proposta di legge “Costituzione e funzionamento della Consulta di Garanzia statutaria”, organo di alta consulenza giuridica della Regione Campania, previsto dall’articolo 57 dello Statuto della Regione Campania, relatore della proposta di legge il Presidente dell I Commissione, Alfonso Piscitelli.
Bocciati gli emendamenti proposti dal M5S e illustrati dal consigliere regionale Luigi Cirillo che chiedevano di “adeguare il compenso dei membri della Consulta in base agli atti prodotti e non con un’indennità di carica mensile fissa, pari al 70% di quella del consigliere regionale, per la quale è prevista una spesa di 270 mila euro l’anno. Perché nei mesi in cui i membri della Consulta non sono attivi – spiega Cirillo – paghiamo lo stesso un organo che non opererà”. La proposta del M5S prevedeva un pagamento di “800 euro ad atto e 1.200 euro per il relatore. Un compenso assolutamente adeguato – secondo l’esponente pentastellato -. Una modalità già sperimentata in Toscana”.
La Consulta, organo regionale autonomo, con sede presso il Consiglio regionale, svolge funzioni a garanzia dei principi espressi nello Statuto e dei rapporti tra gli organi da questo previsti. Si compone di cinque membri il cui incarico dura cinque anni. Possono essere nominati o eletti componenti della Consulta: professori universitari ordinari in materie giuridiche; magistrati delle giurisdizioni ordinarie e amministrative; avvocati iscritti all’albo professionale da almeno venti anni.
I cinque componenti della Consulta sono eletti dal Consiglio regionale, con votazione a scrutinio segreto, a maggioranza dei due terzi dei consiglieri, ovvero, a partire dalla sesta votazione, con votazione a maggioranza assoluta.
La Consulta esprime pareri sulla interpretazione dello Statuto regionale, delle leggi e degli atti amministrativi generali; esprime pareri sulla conformità allo Statuto degli atti preparatori con in quali la Regione partecipa alle decisioni dirette alla formazione degli atti normativi comunitari, nonché degli schemi di accordo con gli Stati esteri e degli schemi di intese con enti territoriali interni ad altro Stato; delibera sulla ammissibilità dei referendum regionali.