“Renzi non è opposizione, gli chiedo correttezza”. Perché “è inaccettabile che uno senta il bisogno di rimarcare ogni giorno uno spazio politico” con la logica con cui lo sta facendo Renzi. “Questo ci precluderà la possibilità di andare avanti”. In un’intervista ad Avvenire il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, agita per la prima volta il fantasma di una nuova crisi di governo. Ma esclude in maniera netta l’ipotesi di un nuovo voto.
“Andare a votare? I cittadini ci chiedono soluzioni ai problemi. E vogliono credere in una squadra che lavora per il bene comune”. Ed al Corriere della Sera il premier sottolinea: “Come posso stare sereno? So di dover rispondere a 61 milioni di cittadini che hanno urgenza”.
Conte ragiona sulla “minaccia” Renzi ma boccia l’idea di un patto a due per disinnescarla. “Non devo fare un patto singolo con Renzi – dice ad Avvenire -. Non è nella mia cultura politica fare patti singoli. Dico: né crostate, né merendine, né caminetti. Io non sono così”.
Poi, se devo incontrare Renzi sono pronto, sottolinea in un colloquio con la Repubblica, “non ho difficoltà ad incontrare Renzi dieci, venti volte, ho già visto Zingaretti. Ma non devo fare un patto singolo con lui”, ribadisce.
“Ma il piano governativo è un’altra cosa: lì lavoro con i ministri e per le questioni più importanti con i capidelegazione – aggiunge ad Avvenire -. Parlo con loro, questo è il perimetro”.
Conte poi ragiona sul prossimo voto umbro, il primo test per il nuovo governo, per la nuova maggioranza centrosinistra-M5s. “È un voto utile come ogni verifica elettorale. È esagerato però parlare di laboratori. Il punto è che c’è un progetto politico che va costruito”.