ROMA (ITALPRESS) – Italia a macchia di leopardo sull’erogazione delle terapie disponibili contro il Covid-19, terapie che se date nei tempi giusti evitano ospedalizzazioni e rischi di complicanze. A parità di diffusione del virus, ci sono Regioni che riescono ad erogare antivirali ed anticorpi e altre che ne erogano troppo pochi. La media nazionale dei trattamenti con antivirali avviati per gli isolati a domicilio nell’ultima settimana risulta essere pari a 1.218 trattamenti ogni 100.000 abitanti. La Regione che ha avviato più trattamenti antivirali in rapporto al numero di isolati a domicilio ogni 100.000 abitanti è la Valle d’Aosta (12.265 ogni 100.000 abitanti), al contrario la Calabria risulta essere la Regione con meno trattamenti avviati (531 ogni 100.000 abitanti). E’ quanto emerso dalla 96ma puntata dell’Instant Report Covid-19 – https://altems.unicatt.it/altems-covid-19 – una iniziativa dell’Alta Scuola di Economia e Management dei Sistemi Sanitari dell’Università Cattolica di confronto sistematico dell’andamento della diffusione del Sars-COV-2 a livello nazionale.
Intanto continua a prendere quota questa nuova ondata estiva di Covid-19, come visibile anche dall’aumento dei tassi di saturazione dei posti letto in Terapia Intensiva e di Area Non Critica nelle Regioni italiane nel periodo 06 giugno 2022 – 11 luglio 2022. Fanno eccezione solo tre Regioni italiane dove la variazione in Terapia intensiva è diminuita: Lombardia (-0,11%), PA Trento (-1,11%) e Molise (-2,56%). L’Umbria risulta essere la Regione con maggiore variazione dei tassi di saturazione dei posti letto in Terapia Intensiva (+8,14%) e in Area Non Critica (+22,05).
“Gli antivirali e gli anticorpi monoclonali sono senza dubbio armi che abbiamo a disposizione nella battaglia contro il Covid – afferma il professor Americo Cicchetti, direttore dell’Alta Scuola di Economia e Management dei Sistemi sanitari dell’Università Cattolica (ALTEMS) – con un’ampia offerta e un attento monitoraggio avviato dall’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA). Partendo da questi dati, continua Cicchetti, abbiamo visto come l’utilizzo degli antivirali avviati per gli isolati a domicilio (pazienti non ospedalizzati) risulta essere difforme tra le varie Regioni anche in un’ottica di comparazione delle stesse con la diffusione del virus”.
“Le Regioni ‘virtuosè che utilizzano maggiormente gli antivirali e, al contempo registrano livelli di incidenza maggiori, risultano essere: Basilicata, Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Liguria, Lombardia, Molise, Piemonte, Toscana, Valle d’Aosta. La differenza nelle strategie messe in campo dalle Regioni non va a ritrovarsi nè nelle Linee di indirizzo nè in un gradiente geografico, bensì si suppone possa derivare da una differente organizzazione dei servizi erogati e messi in campo”, conclude.
– foto ufficio stampa Università Cattolica –
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