Alluvione in Emilia-Romagna, danni alla cultura per 65 milioni

Faenza (Ra) - Un campo di alberi da frutta coltivato a ciliegie distrutto dalla furia dell' acqua e coperto di fango dopo l' esondazione del fiume Lamone: Nella foto ciliegie cadute dall' albero dopo che si e' seccato (Faenza (Ra) - 2023-06-30, Roberto Brancolini) p.s. la foto e' utilizzabile nel rispetto del contesto in cui e' stata scattata, e senza intento diffamatorio del decoro delle persone rappresentate

BOLOGNA (ITALPRESS) – L’alluvione che nello scorso mese di maggio ha colpito l’Emilia-Romagna ha prodotto danni per quasi 65 milioni di euro al patrimonio culturale, interessando 155 chiese, 21 musei, 91 edifici storici, 12 aree archeologiche, 5 parchi e giardini storici, 21 archivi e 13 biblioteche.
I siti più colpiti sono le biblioteche di Forlì, Lugo e Faenza, l’Archivio comunale di Forlì, i teatri di Lugo e Conselice, l’Abbazia di Cesena, la chiesa di San Francesco a Faenza, il cimitero di Faenza e numerose sale cinematografiche.
Suddividendo i danni per provincia, si scopre che a Reggio Emilia ammontano a oltre 2 milioni di euro, oltre 4 milioni a Modena, quasi 8 milioni a Bologna, 21 milioni a Ravenna, 25 milioni a Forlì-Cesena, 4 milioni a Rimini. E’ quanto emerge dalla relazione fatta oggi nel corso della commissione Cultura presieduta da Francesca Marchetti dall’assessore alla Cultura della Regione Emilia-Romagna Mauro Felicori.
“Fin dalla prima alluvione di maggio ci siamo mossi velocemente per capire l’entità dei danni, dopo la seconda alluvione abbiamo fatto il punto di cosa è successo: mi sono personalmente recato sui luoghi dell’alluvione per segnare la vicinanza della Regione alle popolazioni colpite”, spiega Felicori.
L’assessore dell’Emilia-Romagna ricorda come “è il ministero dei Beni Culturali che coordina le attività e noi collaboriamo: il governo ha rivendicato di gestire direttamente la ricostruzione; è una scelta che non abbiamo condiviso, ma tant’è. Collaboreremo e verificheremo che le cose vengano fatte, collaboreremo con il governo perchè faccia bene il proprio lavoro e collaboreremo con le realtà locali perchè i loro diritti vengano soddisfatti. Quello che più mi preoccupa? I tempi di realizzazione degli interventi: non credo proprio che qualcuno possa gonfiare i costi perchè sono già macroscopici. Bisogna estendere l’Art Bonus, il credito di imposta, pari al 65% dell’importo donato, a chi effettua erogazioni liberali a sostegno del patrimonio culturale, per tutto il 2024”.
Per la presidente Marchetti “come commissione Cultura valutiamo di fare sopralluoghi nei luoghi danneggiati, bisogna impedire che il tempo aumenti i danni a questi siti così importanti per la nostra storia”. “Non voglio entrare nelle polemiche sul fatto che i Comuni hanno segnalato anche cose che non c’entravano con l’alluvione, penso che si debba lavorare per la ricostruzione”, spiega Luca Cuoghi (Fdi) per il quale “archivi e biblioteche vanno messi in sicurezza”.
“Dobbiamo agire per salvare luoghi che sono la nostra storia oltre che luoghi artistici, stiamo parlando delle nostre radici. Lo Stato ha deciso di avocare a sè la ricostruzione, ma ora bisogna capire cosa fare perchè in primo luogo dobbiamo evitare che ci siano nuovi danni, serve collaborazione”, sottolinea Francesca Maletti (Pd).
Dal canto suo Federico Alessandro Amico (ER Coraggiosa) ha rilanciato la proposta di utilizzare l’Art Bonus per reperire risorse per la ricostruzione: “Si tratta di lavori lunghi, per i quali serve però lavorare da subito a cominciare dagli archivi”, spiega Amico per il quale è opportuno impegnarsi sempre più per la raccolta fondi per intervenire sul patrimonio culturale.

– Foto: Agenzia Fotogramma –

(ITALPRESS).

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