“Nell’Europa della seconda metà del Cinquecento, venire in Italia era un privilegio di pochi. Ma un prodigio succedeva in teatro, al Globe di Londra, pagando un penny: ci si ritrovava di colpo a Messina, assistendo a ‘Molto rumore per nulla’. In una scena, il prodigio.
Nei secoli le civiltà sono sorte e tramontate, la Storia è stata esaltante, qualche volta tragica. Ma l’aria del nostro bel Paese ha sempre, nonostante tutto, brulicato di culture e rinascimenti, e i suoi mari sono stati solcati da miti invincibili. I nostri valori di civiltà e la nostra cultura hanno oramai una dimensione antropologica ben radicata anche nell’idea che l’accoglienza e la solidarietà internazionale, ancorate all’istruzione, avvicinino i bisogni dei popoli”.
Antonio Felice Uricchio, rettore dell’Università degli studi Aldo Moro di Bari, saluta così i borsisti di “Come In Uniba”, al termine di un semestre che ha dato risultati formativi oltre il previsto.
“Anche su questi valori nasce ‘Come in Uniba’, che mostra e dimostra il senso esperienziale di idee, progetti, riflessioni e strategie dell’Università degli Studi di Bari – continua Uricchio – Il nostro Ateneo vive con impegno profondo il rispetto della vita, anche culturale, dei giovani affidati alle nostre cure. Questo crea vincoli fraterni, solidarietà fra i popoli, felicità reale e testimonianze, affidate alle giovani generazioni, esportate nell’universo mondo, senza il bisogno di quel penny.
Ora il mio saluto, denso di affetto ed emozioni, va ai giovani studenti internazionali provenienti dall’Argentina, dal Kenya, dal Perù, dal Senegal, alla fine del loro percorso di studi a Bari”.
“Domani – prosegue Uricchio – andrà a tutti coloro che vorranno solcare il mare dei miti o i cieli del nostro Paese, per venire tra il verde dei nostri ulivi, fra i nostri studenti in perenne movimento, nelle nostre accoglienti aule, dove la cultura da sempre fa battere il cuore.
C’è musica di solidarietà all’Università di Bari, nel tempo in cui si celebra il secolo dalla nascita di Mandela. Qui l’abbraccio con gli studenti di queste meravigliose iniziative intercontinentali, magistralmente coordinate dal CAP e dal Dip.to DISUM, e la semina interculturale, non diventano espediente burocratico per scalare graduatorie e classifiche fra Atenei eccellenti, ma il prosieguo di una tradizione del nostro Paese, colto, accogliente e geniale. C’è la Casa della Cultura dell’incontro, a Bari, nell’Università degli Studi. Siete tutti benvenuti!”.
Sebastiano Leo, assessore con delega all’Istruzione e all’Università della Regione Puglia commenta così l’iniziativa: “La collaborazione tra l’Università degli Studi Aldo Moro di Bari e la Regione Puglia continua a produrre iniziative importanti, capaci di mettere a valore lo straordinario patrimonio umano e culturale rappresentato dal sistema universitario pugliese. La casa della Cultura dell’incontro diventa la casa della multiculturalità, un vero e proprio tempio della società della conoscenza. Da tempo, l’assessorato all’Istruzione e al Diritto allo Studio è impegnato nella promozione del sistema universitario pugliese, come dimostra l’erogazione di queste trenta borse di studio. Abbiamo messo a punto in questi anni un piano d’azione che va dalla promozione dell’incoming e dell’outcoming degli studenti fino al finanziamento di summer school e corsi di laurea innovativi, senza trascurare l’orientamento in ingresso e in uscita”.
“Questo – prosegue Leo – è il segno dell’attenzione che abbiamo voluto riporre nei nostri Atenei, certi che l’investimento in conoscenza e la promozione della terza missione dell’università rappresenti uno strumento indispensabile per lo sviluppo della nostra regione, attraverso la crescita personale e professionale di ciascuno”.
“Come In Uniba”, progetto di mobilità studentesca incoming e inedito protocollo intercontinentale finanziato dalla Regione Puglia, ha erogato 30 borse di studio a studenti provenienti dalla Universidad Nacional de La Matanza de Buenos Aires (Argentina), dalla Strathmore University (Kenya), dalla Universidad Católica Sedes Sapientiae de Lima (Perú) e dalla Université Cheikh Anta Diop de Dakar (Sénégal).
Gli studenti internazionali hanno seguito 24 insegnamenti dell’offerta formativa di Ateneo in 8 dei 24 Dipartimenti dell’Università di Bari: Biologia, Economia, Fisica, Informatica, Medicina, Scienze della Formazione, Psicologia e Comunicazione, Scienze della Terra e Geoambientali, Studi Umanistici.
Il monitoraggio didattico al termine del semestre accademico ha verificato non solo il superamento degli esami necessari per l’ottenimento della borsa ma ha registrato alte performance in termini di qualità dell’apprendimento, confermata dalla media dei voti, e di acquisizione di crediti formativi spendibili nelle università di provenienza in numero superiore al minimo richiesto. Molti studenti hanno inoltre seguito corsi di perfezionamento della lingua italiana.
La realizzazione di “Come In Uniba” è frutto della collaborazione tra il Centro per l’Apprendimento Permanente (C.A.P.) e il Dipartimento di Studi Umanistici (DISUM) che hanno curato la sottoscrizione degli Accordi quadro interistituzionali e di Learning Agreement con le università estere, in stretto coordinamento con il Rettorato e la sezione Ricerca, Terza missione e Internazionalizzazione.
Il semestre si è rivelato anche un’importante occasione di incontro interculturale sia per i giovani provenienti dai 4 atenei sudamericani e africani sia per i compagni di corso dell’Università di Bari. Le impressioni degli studenti sono state raccolte nel video “Le parole del mio viaggio” e nel blog interculturale pubblicati sul portale del C.A.P. (https://www.uniba.it/centri/cap).
Questa la lettera che Waldir Julca Lozano, studente d’Ingegneria dell’Universidad Católica Sedes Sapientiae di Lima e borsista di “Come In Uniba”, ha indirizzato al rettore Antonio Felice Uricchio:
“Nel tempo ci sono stati minuti vissuti tra le lacrime e le gioie nel cuore, ed io li rivivo in questo momento in cui mi corrisponde il nobile e felice dovere di ringraziare l’opportunità che mi è stata data di vivere un’esperienza che trasforma il mio percorso rendendolo più completo e più complesso allo stesso tempo.
Quest’emozione mi rende difficile esporre idee e sentimenti molto diversi e mescolati. Vedere ciò che ho imparato e conosciuto mi fa dire: COME IN UNIBA mi ha dato una moltitudine di cose in così poco tempo e il mio sentimento di gratitudine è profondo!
Grazie a tutti coloro che sono stati coinvolti nell’ideazione del programma, nel promuovere un’università al servizio della società, nel contribuire all’accoglienza dello studente straniero e nel dargli il privilegio di sviluppare le sue capacità.
Grazie, perché questa opportunità ha trasformato le mie idee sul mondo, ha modificato il mio progetto di vita e l’ha trasformato in qualcosa di meglio, e mi ha motivato a raggiungere obiettivi migliori.
Grazie, perché all’inizio ero emozionato per le nuove cose che imparavo e osservavo, ma con il passare del tempo, ho imparato a vedere quello che ci circonda in modo diverso. Da una parte, c’era la nuova realtà con cui interagivo, e dall’altra c’era ciò che imparavo nel campo delle scienze fisiche. E poi le mie emozioni sono cresciute e mi sono innamorato di tutto.
Grazie perché da quando ero bambino mi è sempre piaciuto essere indipendente e lottare per ogni obiettivo proposto, e voi mi avete dato qualcosa che non dimenticherò mai, qualcosa che porterò nei miei pensieri per tutta la vita: COME IN UNIBA non finisce qui, voi avete iniziato e ora tocca a ciascuno di noi trasmettere agli altri ciò che abbiamo imparato incondizionatamente, in termini di servizio.
In altre parole, tutto ciò che sappiamo è utile se siamo in grado di condividerlo con gli altri.
Quest’esperienza mi ha anche insegnato che dobbiamo abbandonare l’egocentrismo e lavorare con spirito di servizio; e che, invece di cercare l’esaltazione personale, dobbiamo cercare di assicurarci che il nostro contributo rimanga nel cuore degli altri. ‘La gratitudine – diceva Lao Tse – è la memoria del cuore’.
Grazie per essere un’Università esemplare per l’Italia, ispiratrice per il mondo, completa, accogliente e uno spazio in cui ognuno di noi si è sentito a casa e dove siamo stati in grado di dimostrare che non importa la razza o il colore della pelle. Contano invece le nostre qualità, i nostri valori, le nostre capacità e la nostra educazione.
Grazie, e mi scuso per le mie poche parole, ma nel cuore la mia gratitudine è progettata in modo esponenziale all’interno di un quadrante positivo”.