Prima il campionato, la trasferta di Parma, poi per la Champions ci sarà tempo. Questo il pensiero del tecnico della Juventus, Massimiliano Allegri, alla vigilia del match del Tardini e all’indomani del sorteggio della fase a gironi della massima competizione europea per club. “Della Champions magari ne parleremo dopo il Sassuolo – ha detto in avvio di conferenza stampa all’Allianz Stadium di Torino -. Comunque do la mia idea, così la chiudiamo e parliamo del Parma che è la partita più imminente e più importante. Abbiamo due squadre come Manchester United e Valencia che sono due ottime squadre e due ambienti caldi, poi gli svizzeri dello Young Boys come outsider. Ma ci penseremo dopo Sassuolo”. Dopo l’arrivo di Ronaldo e la panchina di sabato scorso, pertinente la domanda sull’umore di Dybala: “E’ sereno, deve trovare una condizione migliore come tanti altri. L’arrivo di CR7 per lui e per tutti deve essere uno stimolo. C’è grande competitività all’interno della squadra, tutti vogliono giocare. Domani è l’ultima delle prime tre gare di questo mini ciclo e poi inizieremo la stagione dopo la sosta e dopo la sosta bisognerà essere tutti in condizione. Nel calcio contano due cose: una è il campo e poi vincere le partite. Tutto il resto sono chiacchiere che non mi devono riguardare, io ho la responsabilità di mettere i giocatori in condizione per portare risultati alla società e mi sembra che finora ci siamo riusciti”.
A proposito di CR7, cui l’UEFA ieri non ha assegnato il premio di Player of the Year: “Sta bene, si è allenato bene – ha risposto Allegri -. È normale che fosse arrabbiato perché lo scorso anno ha fatto 15 gol in Champions, ma questo dimostra come lui continui a lavorare per essere il migliore e questo per noi è un vantaggio”. La decisione di non presentarsi sul palco per l’assegnazione del premio a Luka Modric “è una scelta personale e come tutte le scelte personali vanno rispettate. L’anno scorso è stato il capocannoniere della Champions e l’ha vinta, quindi ha fatto una grandissima annata”, ha aggiunto il tecnico juventino che sull’ambientamento di un altro neo acquisto, Emre Can, ha spiegato: “Sta bene, più che adattarsi a carichi di lavoro è solo una questione di adattamento al nuovo campionato e poi viene da un infortunio, ha bisogno di recuperare e trovare ritmo. È un giocatore che piano piano conoscerà meglio il campionato italiano, completamente diverso da quello inglese”. Domani gioca “o lui o Khedira”, ha aggiunto l’allenatore juventino che non manderà in panchina Ronaldo. “No, domani gioca. Lui e Mandzukic giocano. Il terzo, o il terzo e il quarto li devo decidere”. Sulla situazione del gruppo, invece: “Stanno tutti bene, è rientrato anche De Sciglio. Pjanic? Ha lavorato tutta la settimana, ha fatto alcuni test che sono buoni. È normale che questo mese ci sia bisogno di migliorare la condizione fisica e la conoscenza perché siamo solo all’inizio. Domani abbiamo una partita da vincere, senza dimenticare che la Juventus ha sempre fatto fatica a Parma”.
“Domani bisognerà fare una partita tosta perché da questi campi bisogna uscire con i tre punti, perché è su questi campi che si vincono i campionati. Siamo alla vigilia delle nazionali e questo per noi è sempre un pericolo, dobbiamo passare una sosta serena e prendere i tre punti. E per prendere i tre punti bisognerà avere grande rispetto per il Parma”. In difesa “ho un dubbio a destra mentre gli altri rimangono gli stessi – ha continuato l’allenatore livornese -. Per la metà campo deciderò dopo l’allenamento se giocare a due o a tre. Sabato scorso i cambi sono stati determinanti e anche domani lo saranno. Il dubbio? Tra Cuadrado e Cancelo”. A proposito di difesa, sembra che non si muoverà da Torino neppure Medhi Benatia come qualcuno ha ipotizzato: “Tutti i giocatori sono soddisfatti perché la Juve è uno dei più importanti club al mondo, c’è concorrenza, ci sono 5 cinque giocatori forti in difesa ma ci saranno tante partite. Poi se uno non è contento può andare, ma Benatia rimarrà alla Juve”. Migliorare nel gioco non è una delle priorità di Allegri che dice di non aver fatto scuola in termini di praticità nell’ottenere i risultati: “Modello non lo voglio diventare visto che ho già 51 anni e scuola non ne faccio, non ci andavo prima figuriamoci se mi metto a fare scuola – ha detto ridendo -. Quando smetterò mi dovranno spiegare cosa vuol dire giocare bene, perché non lo capisco e mi incuriosisce. Poi se vogliamo divertirci, giochiamo per divertirci però poi si innesca il meccanismo del non si vince”.
“È un filo talmente sottile che è difficile anche da spiegare, io non capisco cosa vuol dire giocare bene e quando smetterò di allenare mi spiegheranno cosa vuol dire. A me piacciono molto quelli che vincono – ha spiegato Allegri -. Alla fine nell’albo d’oro scrivono solo il nome di chi ha vinto. E per vincere ci vogliono i giocatori bravi, alla Scala credo suonino i più bravi. È molto semplice”. Sul campionato e sulle tante rimonte avvenute nelle prime due giornate, la risposta del tecnico è stata chiara: “Per vincere lo scudetto bisognerà faticare di più. Le sei squadre (candidate) si sono livellate verso l’altro, ma non scordiamoci l’Atalanta, la Sampdoria, il Genoa e la Fiorentina che battere è sempre molto difficile. Noi l’abbiamo provato con il Chievo, dopo aver fatti un primo tempo bellino, al 7′ del secondo tempo stavamo perdendo 2-1”. Infine una risposta a chi critica Sami Khedira: “Non si può giudicare uno come lui – ha concluso Allegri -. È un campione del mondo, ha giocato con tutti gli allenatori che ha avuto. O tutti gli allenatori non capiscono niente o forse sarà il contrario. In tanti guardano le partite ma pochi le vedono, il mio ex presidente Romeo Anconetani chiedeva sempre: ‘Oggi sei sceso in campo o hai giocato?’ Non si può discutere un giocatore come Khedira, poi ci sono partite in cui gioca meno bene, altre in cui gioca meglio, come tutti. Anche l’allenatore a volte la azzecca, a volte sbaglia”.
(ITALPRESS).
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