“Abbiamo questo scandalo della disoccupazione giovanile e di tante imprese che hanno posti di lavoro e non riescono a trovare giovani che abbiano le competenze, rispetto alle nuove tecnologie utilizzate, per occupare questi posti”.
Lo ha detto il presidente di Fondazione Cariplo Giuseppe Guzzetti, a margine della presentazione del progetto ‘Scuola Impresa’, a Cariplo Factory, a Milano. “Questa iniziativa, promossa dalla Fondazione Cariplo, attraverso Cariplo Facotry e il rapporto con gli istituti tecnici e professionali e la Fondazione Politecnico, mira a fare in modo che i nostri giovani possano frequentare questi istituti adeguatamente attrezzati, perché è chiaro che se abbiamo degli istituti tecnici che non hanno le attrezzature, le macchine adeguate, questi giovani perdono tempo a frequentare questi corsi e non hanno la possibilità di trovare un posto di lavoro”, sostiene Guzzetti. L’obiettivo che ci si propone con questo progetto ‘Scuola Impresa’ e, aggiungo anche famiglia, questo è il triangolo, è quello di dotare i nostri istituti tecnici”, ne sono stati coinvolti 74, tra Lombardia, provincia di Novara e del Verbano-Cusio-Ossola, a indirizzo meccanico, meccatronico ed energetico, elettronico ed elettrotecnico, informatico e telecomunicazioni, “a fare in modo che questi giovani escano con dei diplomi, delle competenze e professionalità adeguate per occupare posti di lavoro”, ribadisce. “Questo progetto è un inno all’ottimismo da offrire ai giovani: usciti da queste scuole, che sono state ridotte a istituti di serie B, il posto di lavoro c’è. Perché se non diamo futuro si giovani, questo Paese non va da nessuna parte”.
Per questo, “vogliamo intervenire subito. Noi abbiamo messo a disposizione 1,5 mln di euro, oltre alla collaborazione con tutto quello che possono dare un contributo per la realizzazione di questo progetto”. Inoltre, “bisogna, anche, cercare di estirpare la povertà infantile, solo a Milano sono tra i 13.000 e i 20.000 i bambini in povertà assoluta, perché un bambino che nasce incontra la fame”, aggiunge. Il progetto dovrebbe fornire, a partire dall’anno scolastico 2018/2019, attrezzature e strumentazioni idonee per soddisfare la formazione degli studenti e l’aggiornamento tecnologico dei laboratori didattici, rendendo questi istituti più coerenti con il sistema delle imprese e delle realtà professionali con cui vengono instaurati rapporti. A ciò si aggiungono la formazione per i docenti, attività di orientamento professionale e una piattaforma digitale per la creazione di una community di formatori e studenti, al fine di condividere materiali formativi ed esperienze, per facilitare la passaggio dal mondo della scuola a quello del lavoro.
“E’ necessaria una riflessione sulla formazione: manca un disegno organico di chi fa cosa. Stiamo parlando del presente che tocca tutti noi, quando parliamo di tecnologie che evolvono. La rivoluzione industriale offre opportunità a tutti e risponde alle grandi sfide sociali. Tutte le tecnologie hanno il dato al centro, abbiamo una disponibilità di dati incredibile e dobbiamo avere la capacità di gestirli e di grande connessione. Il grande rischio è rimanere fuori da questo sistema di grande trasformazione a cui si risponde con la formazione. Essere critici nel pensiero, creativi, avere iniziativa, essere interdisciplinari sono gli strumenti della competitività. Nella scuola del futuro si valorizzano le potenzialità di ciascun studente, per sviluppare nuove professionalità a partire dalle competenze di base su cui non si fanno sconti e potenziando i laboratori. Dobbiamo investire sulla formazione a tutti i livelli, partendo dagli istituti tecnici e professionali, perché da lì riusciamo a fare una risposta anche alle esigenze delle imprese, e dobbiamo farlo attraverso dei laboratori fisici perché, oggi, digitale non vuol dire virtuale”, spiega il rettore del Politecnico di Milano Ferruccio Resta.
“Il 90% di chi esce dagli ITA trova lavoro la c’è una disparità di attrezzature. Quindi in questi 7 mesi abbiamo fatto una mappatura dei laboratori, un’indagine sulle esigenze del territorio, i sopralluoghi in tutte le scuole coinvolte e la definizione del fabbisogno tecnologico è in via di completamento. Abbiamo stimato che le donazioni a ricino entro l’estate, così da avere il progetto pronto per il 2019/2020, perché gli studenti devono essere tutti sullo stesso nastro di partenza, le loro qualità faranno la differenza”, assicura il presente di Cariplo Factory Renato Cariplo. “Cambia la tecnologia, cambia l’evoluzione è la didattica è il tema centrale”, dato che “nei prossimi 10 anni, il 70% delle professioni avranno competenze hi-tech. E’ stato stimato che tra il 2015 e il 2025, con l’industria 4.0 e la robotica creeranno 910.000 posto di lavoro e se ne perderanno 610.000, legati alla produzione. Cambiano le competenze necessarie, si alza l’asticella della complessità: la conoscenza è ancora uno dei poco strumenti di ascensore sociale”, conclude il direttore generale della Fondazione Politecnico di Milano Eugenio Gatti.