AL VIA LA SECONDA EDIZIONE DI “SUZUKI E’ SPORT”

In appendice alla partita Torino-Genoa di domenica 2 dicembre, nella sala conferenze dello Stadio Grande Torino è stata presentata la seconda edizione di Suzuki è Sport, un progetto della nota casa automobilistica giapponese, che oltre a essere il main sponsor della società granata è anche impegnata a promuovere lo sport dilettantistico. Suzuki dona infatti 40 mila euro alle associazioni sportive dilettantistiche attraverso il progetto Suzuki è sport, che giunge alla seconda edizione dopo il successo dell’iniziativa benefica che nel 2017 ha ottenuto 46.936 iscrizioni e 245.936 click donati. Suzuki è Sport, nella sua nuova edizione, alza il montepremi e dona 40 mila euro a 15 Associazioni Sportive Dilettantistiche (ASD) iscritte a Federazione Italiana Giuoco Calcio (FIGC), Federazione Italiana Sport del Ghiaccio (FISG), Federazione Ciclistica Italiana (FCI), Federazione Italiana Canottaggio (FIC), Federazione Motociclistica Italiana (FMI).
Alla conferenza, oltre ai rappresentanti delle federazioni motociclistica, canottaggio, ciclismo e sport del ghiaccio ha presenziato anche il ct della Nazionale italiana di ciclismo Davide Cassani, il quale ha voluto ribadire lo stretto legame che da sempre unisce lo sport professionistico a quello dilettantistico: “Quando sono diventato commissario tecnico della Nazionale ho cercato fin da subito di portare le mie idee, perché ritengo che occorra partire dalla base per puntare in alto. Mancava infatti un Giro d’Italia riservato ai giovani dilettanti. Benché non venisse più disputato dal 2012, in passato era servito a lanciare futuri campioni come Moser, Saronni, Baronchelli e Pantani. Due anni fa siamo riusciti a farlo ripartire. E’ una corsa riservata ai ragazzi che cercano di diventare dei professionisti, che hanno l’occasione di confrontarsi con i migliori Under 32 provenienti da tutto il ondo”.
Cassani ha anche voluto sottolineare il legane fra il mondo del pedale e quello dei motori, rappresentato da Suzuki: “Apparentemente fra i motori e il ciclismo non c’è alcun legame, che invece è rappresentato dall’ammiraglia, cioè la macchina che accompagna la corse ciclistiche e che ospita il commissario tecnico e i suo staff, che da questa vettura seguono le gare e danno le indicazioni ai corridori attraverso la radio. Questo termine, ammiraglia, vene coniato da un gigante del giornalismo sportivo, quale fu Gianni Brera”.

 

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