Si chiama MedTec School il nuovo corso di laurea internazionale in medicina presentato oggi da Humanitas University e Politecnico di Milano. Un corso unico al mondo che, integrando medicina e ingegneria, ha l’obiettivo di formare figure professionali che integrino le competenze del medico chirurgo con quelle dell’ingegneria biomedica. Il corso di laurea, tutto in lingua inglese, prevede una durata di 6 anni e mezzo attraverso un percorso formativo innovativo appositamente messo a punto dai docenti sui due atenei.
“Al termine del percorso formativo – ha specificato Ferruccio Resta, rettore del Politecnico di Milano – lo studente avrà una laurea in Medicina e Chirurgia e nello stesso tempo anche una laurea triennale in Ingegneria biomedica. Non sarà un medico-ingegnere, ma un medico e ingegnere in grado di fare dialogare la tecnologia con le necessità dei pazienti. Questo perché in futuro la tecnologia sarà sempre più di supporto al personale medico per sgravare lo di tutte quelle funzioni che possono essere demandate a dati, device, nuove tecniche di produzione come la stampa 3D, valorizzando così l’imprescindibile componente umana della sua professione e del rapporto con il paziente”.
“Prepareremo medici con una grande competenza tecnologica, che servirà per curare al meglio i loro pazienti ma servirà moltissimo anche all’industria e alla ricerca, perché è sempre più importante portare l’innovazione accanto alla domanda. Si tratta sostanzialmente di un unicum a livello mondiale, che nasce dalla grande cultura umanistica e dalla grande qualità scientifica italiane”, ha sottolineato all’Italpress Gianfelice Rocca, presidente di Humanitas. Il corso prenderà il via dal prossimo anno accademico – il test d’ingresso è previsto il 6 settembre -, offrirà 50 posti per anno e sarà ospitato in un nuovo edificio che, anche architettonicamente e nell’organizzazione degli spazi, riflette l’integrazione fra medicina e ingegneria, con laboratori aperti e modulabili in diretta connessione con le aule che ospitano le lezioni, così da favorire lo scambio di conoscenze e la comunicazione tra studenti e docenti di discipline diverse.
“Nel mondo – ha osservato il rettore del Politecnico – ci sono università tecniche che dispongono di budget molto diversi dai nostri e che quindi possono sviluppare autonomamente al loro interno nuove aree di formazione in ambito medico, delle life science e delle scienze umanistiche. Questo da noi non è possibile, quindi le possibilità sono due: arrendersi, ma questo non fa parte del nostro dna, oppure guardarsi intorno per cercare nuovi risorse attraverso le Sinergie con altre istituzioni. Lo abbiamo fatto con la Bocconi per realizzare una laurea in Cyber Risk strategy and governance e da Humanitas per creare medtech School. Se consideriamo il sistema Milanese nel suo insieme, non abbiamo alcun problema a competere a livello internazionale”.
“Ancora una volta il Politecnico di Milano ha fatto la scelta giusta, una scelta coraggiosa che guarda al futuro – ha detto il presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana – Attraverso questo nuovo percorso si conferma la capacità, da parte del Politecnico di Milano e di chi crede in questo progetto, di pensare al futuro con grande lungimiranza, puntando sulle specificità delle conoscenze e affrontando le problematiche in maniera multidisciplinare”.
Guardando più in generale al mondo della sanità e alla carenza di medici con cui deve fare i conti l’intero Paese, il presidente della Regione ha confermato che “anche la Lombardia
ha assolutamente bisogno di medici, un obiettivo che può essere raggiunto attraverso l’allentamento dei vincoli che attualmente regolano l’accesso alla professione”.
Il sottosegretario con delega alle Relazioni internazionali Alan Christian Rizzi ha poi evidenziato come i temi attorno ai quali si svilupperà la nuova laurea sono gli stessi scelti dalla Lombardia per la presidenza 2019 dei ‘4 Motori d’Europa’. Vale a dire la Medicina personalizzata, le politiche e gli strumenti predittivi per l’efficienza dell’azione di governo, le filiere produttive eco-innovative e la manifattura 4.0 e le professioni del futuro dove l’innovazione sta nella formazione. Senza dimenticare ovviamente le enormi possibilità che offrono i big data. “Anche questo aspetto – ha concluso il sottosegretario – conferma quanto siamo stati lungimiranti nel proporre alle Regioni partner il nostro programma per la presidenza. Voglio dunque rivolgere tanti complimenti agli uffici per la grande
visione che hanno avuto nell’organizzare la nostra annualità di presidenza”.