“Lo Sport può e deve recitare un ruolo da protagonista in questa battaglia contro l’omofobia, l’ariete perfetto per abbattere certi schemi mentali”. Lo ha affermato Tiziana Beghin, europarlamentare M5S, all’inizio dell’incontro “Sport vs Omofobia, una partita da vincere”, organizzato al Parlamento europeo con l’obiettivo di far avvicinare sempre più persone al mondo dello sport senza pregiudizi. “C’è una lista di azioni per far avanzare i diritti delle comunità lgbt, promulgata da poco, dove si cita che la discriminazione non ha posto, promuovendo la pratica dello sport con la consapevolezza che può essere un campo dove i comportamenti omofobici possono facilmente manifestarsi”. “Pensiamo che lo sport possa essere un volano per combattere l’omofobia”, continua Yves Lostecque, capo dell’unità sport della Comunità europea. “Nel campo dello sport abbiamo due strumenti classici: un dialogo politico e un sostegno ai progetti”, conclude Lostecque. Si tratta quindi della necessità di rendere lo sport inclusivo, che sappia accogliere e non escludere.
“Nei gruppi sportivi fare coming out non sembrare essere conveniente. Infatti, spesso gli atleti tendono a farlo al termine dell’attività sportiva, perché per un calciatore gay, ad esempio, significa esporsi al rischio di diventare oggetto di discriminazione” afferma Roberta Li Calzi, ex calciatrice, avvocato dell’Assocalciatori, consigliera comunale di Bologna e presidente della commissione consiliare Parità e Pari opportunità, che punta l’attenzione anche sulla comunicazione, affermando che “è importante lavorare sul linguaggio dei mass media, tanto della televisione quanto della carta stampata”. “Sono convinto che lo sport possa essere un valido strumento per combattere l’omofobia. Questa partita deve giocarsi con la squadra Europa. I paesi europei, con la loro diversità, devono essere inclusivi per raggiungere un obiettivo comune” interviene Fabio Canino, scrittore e autore del libro ‘Le parole che mancano al cuore’. “L’Italia ha fatto passi avanti in campo di diritti, grazie alla spinta dell’Europa. Si è finalmente capito che le battaglie per i diritti civili delle donne e degli omossessuali sono le battaglie di tutti. Ognuno di noi fa parte della squadra e siamo tenuti a giocare ognuno il proprio ruolo in questa partita. Il nostro contributo è fondamentale” conclude Canino.
Attraverso un video messaggio e’ intervenuto anche il calciatore svedese della Sampdoria Albin Ekdal. “Ritengo essenziale contribuire a sensibilizzare il pubblico europeo su questo argomento. In un mondo ideale nessuno dovrebbe sentirsi a disagio nel dichiararsi omosessuale, che sia nella vita o nel calcio. Ma la realta’ e’ molto diversa. Nel nostro sport solo otto giocatori si sono ufficialmente dichiarati omosessuali, molti altri vorrebbero farlo ma non se ne sentono liberi, per paura delle reazioni negative” le sue parole. “E’ un ambiente dove l’omofobia e’ ancora diffusa. Questi giocatori sono preoccupati di diventare un bersaglio per gli insulti e lo scherno, sia dentro che fuori dal campo. Come risultato si sentono obbligati a nascondersi, fuggire e vivere nella paura. Ecco perche’ dobbiamo reagire, utilizzando l’istruzione come una forza per un cambiamento positivo” ha detto Ekdal. “Che societa’ siamo se un ragazzino non puo’ seguire il suo sogno di diventare un calciatore per via del suo orientamento sessuale? Ogni volta che un ragazzino appende le scarpe al chiodo e smette di giocare perche’ non e’ accettato nello spogliatoio della sua squadra o di chi lo circonda, e’ una sconfitta per il mondo del calcio”.
(ITALPRESS).