Soprattutto nei centri turistici ma non solo, una prassi abbastanza comune è quella di mettere in affitto degli immobili o anche delle stanze per brevi periodi. Ma come funzionano gli affitti brevi e quali sono gli adempimenti da seguire?
Che cos’è l’affitto breve
Per affitto breve si intende la locazione di un immobile o di una stanza per un periodo che non deve essere superiore ai trenta giorni. Trattandosi di una modalità di locazione particolare e spesso legata a specifici eventi, come nel caso dei periodi di forte flusso turistico, questa tipologia di contratti non prevede alcun tipo di registrazione.
Affitti brevi: le caratteristiche dell’immobile
Per poter essere affittato per brevi periodi l’immobile deve tuttavia possedere determinate caratteristiche. Come primo aspetto, deve trattarsi di un locale residenziale e non commerciale, ovviamente agibile.
Accanto all’agibilità, l’immobile deve possedere specifiche caratteristiche tecniche. Si parte dall’appartenenza a determinate categorie catastali, che devono essere necessariamente comprese tra l’A1 e l’A11, fatta eccezione per la categoria A10, essendo quest’ultima destinata ai locali adibiti a ufficio.
L’ulteriore caratteristica essenziale che deve possedere il locale da destinare ad affitto breve riguarda la salubrità degli ambienti. Entrando nello specifico, lo spazio deve presentare soffitti con un’altezza non inferiore ai 2.70 metri. Se l’immobile deve ospitare due persone, la sua superficie minima deve risultare di almeno 38 metri quadri. Nel caso in cui debba ospitare una sola persona, la superficie ammessa non può essere inferiore ai 28 metri quadri.
Gli ambienti devono per di più essere dotati di finestre, mentre la camera deve essere separata dal soggiorno che può presentare un angolo cottura.
Ulteriori disposizioni vengono fornite dalle Regioni che in molte occasioni adottano un regolamento locale che può variare a seconda dei contesti.
Affittare casa per brevi periodi: adempimenti burocratici e fiscali
Nei casi in cui gli affitti brevi siano collegati a un soggiorno di tipo turistico, il proprietario dell’immobile è tenuto a comunicare i dati delle persone che alloggiano nel locale all’autorità di pubblica sicurezza. Di solito, tale comunicazione può essere tranquillamente effettuata per via telematica.
Da un punto di vista fiscale, i ricavi derivanti dall’affitto breve vanno comunicati in fase di dichiarazione dei redditi sul Modello 730 o sul Modello Unico, nel riquadro RB destinato ai “redditi da fabbricati”. I canoni di locazione percepiti sono infatti soggetti a tassazione. Nello specifico si prevede un’aliquota del 21%, corrispondente a una cedolare secca, ovvero un’imposta sostitutiva dell’IRPEF e di tutte le addizionali solitamente previste. Oltre a favorire il proprietario dell’immobile, che riesce a risparmiare al momento della dichiarazione dei redditi, questo genere di regime aiuta lo Stato a contrastare l’evasione fiscale.
Per poter affittare una stanza o un appartamento per brevi periodi, il proprietario dell’immobile non ha inoltre l’obbligo di aprire una partita IVA. Tale obbligo si materializza invece nei casi in cui il locatore dia vita a una vera e propria attività imprenditoriale. La situazione tipica è quella in cui il proprietario possiede più immobili che mette regolarmente in affitto per brevi periodi.
Quando si ricorre all’affitto breve
Quali sono invece i contesti più tipici in cui si ricorre all’affitto breve? Come abbiamo precedentemente accennato, il flusso turistico rappresenta una delle situazioni comuni. Ma l’affitto breve può anche riguardare contesti lavorativi. Ciò si verifica ad esempio nelle grandi realtà urbane contraddistinte da un via vai di professionisti che sono impegnati in viaggi di affari.
La richiesta di affitti brevi può essere connessa anche a motivi di salute. Molte persone sono infatti costrette a risiedere in alcune località per periodi limitati, nei casi in cui debbano sottoporsi a trattamenti medici o debbano assistere parenti ricoverati in strutture ospedaliere locali.
Non mancano infine i motivi di studio che al giorno d’oggi sono sempre più frequenti.