Ad Aprilia 25 arresti per mafia e droga, ai domiciliari anche il sindaco

LATINA (ITALPRESS) – “Gli arresti di questa mattina riguardano un gruppo consolidato di matrice mafiosa che ha operato nel territorio di Aprilia con caratteristiche simili a una organizzazione criminale: controllo delle piazze, redistribuzione del denaro, recupero crediti, attività tipica dell’associazione mafiosa. Non ci troviamo in un paesino della Sicilia, ma in un’importante città del Lazio, dove la mafia è presenza importante”. Lo ha detto il procuratore capo di Roma, Francesco Lo Voi, questa mattina nella conferenza stampa in Procura per illustrare i risultati del blitz ad Aprilia che ha portato all’esecuzione di venticinque misure cautelari. Durante l’indagine, avviata nel marzo 2018 dalla Direzione Investigativa Antimafia – Centro Operativo di Roma con il supporto, dall’ottobre dello stesso anno, del Reparto Territoriale Carabinieri di Aprilia, con il coordinamento della DDA della Procura di Roma, sono stati raccolti “elementi gravemente indiziari – spiegano gli investigatori – in ordine alla esistenza di una associazione mafiosa, operante nel territorio di Aprilia e comuni limitrofi avvalendosi della forza di intimidazione del vincolo associativo e della condizione di assoggettamento e di omertà che ne deriva, avente come finalità quella di commettere più delitti possibili”.
Ai domiciliari è finito anche il sindaco del comune di Aprilia, Lanfranco Principi, eletto nel centrodestra nel 2023. Le accuse per il primo cittadino riguardano reati contro la pubblica amministrazione e ostacolo al libero esercizio del voto. Nel corso dell’operazione sono state sequestrati anche ventisette chili di cocaina, quarantotto chili di hashish, venti chili di mariujana. “La cosa singolare – sottolinea Mario Conio , capo del centro operativo della DIA parlando del gruppo criminale – è che viene affermato il controllo del territorio della città di Aprilia, difendendo quel territorio anche da interessi di cosche limitrofe”. “Economia legale e illegale, imprenditori figure ponte tra criminalità e i colletti bianchi – evidenzia invece Ilaria Calò, Procuratore aggiunto di Roma e Coordinatrice della DDA -. Da una parte si finanzia con stupefacenti e estorsioni, dall’altra parte investe nei sodali, ha disposizione di armi, utilizza i proventi per i sodali detenuti e dall’altra ha rapporti con altre organizzazioni di tipo mafioso come l’Ndrangheta e Casalesi, e ha pure infiltrazioni all’interno della Pubblica Amministrazione. Il Gip ha concesso le misure in tono rispetto a quanto avevamo richiesto. Sono state disposte misure di carattere reale come sequestri di immobili, rapporti finanziari sparsi in vari istituti di credito”.
“A nostro avviso era necessario sottolineare che nonostante i dubbi e pareri contrastanti su gruppi organizzati, nonostante si dubiti l’esistenza della mafia del Lazio – aggiunge Francesco Lo Voi, Procuratore Capo di Roma -, abbiamo visto una serie di comportamenti che ci confermano che la mafia esiste, viste anche le tante numerose operazioni di ampio livello nel Lazio, tutte con le stesse caratteristiche di quelle che si trovano a Corleone, Partinico, zone vicine alla mia città di origine. Forse ancora una volta è necessario che ci si concentri in periodi in cui dobbiamo avere a che fare con importanti finanziamenti che arrivano al Pnr, o anche attività di vario genere su Roma per il Giubileo e quindi tutte le attività finanziarie ed economiche. Nel Lazio la mafia c’è e continua a strutturarsi e ad adeguarsi alle novità quotidiane”, conclude.

– Foto ufficio stampa carabinieri- (ITALPRESS).

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