ABBAGNALE COMPIE 60 ANNI “A SEUL LA GIOIA PIÙ BELLA”

“Sessanta anni è una ricorrenza abbastanza importante, lo capisco, e andrebbe festeggiata meglio, ma mercoledì sarò in viaggio per Sarasota per andare ad assistere ai Mondiali under 23. Mia moglie non è contenta, ma sono il presidente della Federazione italiana canottaggio e ho scelto di portare avanti questo impegno: festeggerò magari con leggero anticipo oppure in ritardo”. Con il sorriso e la battuta pronta, Giuseppe Abbagnale è pronto a tagliare l’importante traguardo dei sessanta anni. Ricordi e rimpianti, obiettivi e sogni: nell’intervista concessa all’Agenzia Italpress il mito del canottaggio azzurro ripercorre la sua vita e guarda avanti. “Ho avuto la fortuna di avere una carriera lunga e intensa, i momenti belli sono stati tanti. Le prime volte ai Giochi Olimpici e ai Mondiali restano impresse, ma se devo fermarmi su un’immagine dico Seul 1988, un miscuglio di sentimenti per la mia vittoria e per i successi dei miei fratelli”, racconta Abbagnale ricordando il trionfo con Carmine nel duo con e l’oro conquistato da Agostino nel quattro di coppia. Dall’Olimpiade del 1980, quando “potei fare i complimenti al mito Mennea, per me un idolo”, alla prima volta davanti ai fortissimi tedeschi ancora nelle acque di Mosca (“Nel 1981 riuscimmo a mettere per la prima volta la prua davanti alla Germania dell’Est, che in quel periodo sembrava imbattibile così come gli equipaggi dell’Unione Sovietica: fu una presa di coscienza, infrangemmo un tabù”): Abbagnale non dimentica nulla della sua straordinaria carriera sportiva. Fino ad arrivare a Barcellona 1992, momento di gioie e dolori. “Portare la bandiera tricolore nella cerimonia di apertura, primo canottiere della storia, fu un onore e un piacere, mi diede grande carica – ammette l’attuale presidente della Federcanottaggio – Ma quella medaglia d’argento mi ha lasciato un po’ di rammarico: forse per la prima volta pensavo di non poter perdere e invece quella gara la persi”. Nella carriera del campione di Pompei c’è anche un altro rimpianto: “Mi sarebbe piaciuto partecipare alla quinta Olimpiade – confessa Abbagnale – Ad Atlanta, nel 1996, avrei visto vincere ancora Agostino”, medaglia d’oro nel due di coppia con Davide Tizzano. Chiusa l’esperienza in acqua, Giuseppe Abbagnale non ha certo lasciato l’amato mondo dello sport. Dal 2013, in particolare, l’olimpionico campano guida la Federazione italiana canottaggio con buoni risultati. “Il primo quadriennio è stato estremamente difficile – spiega Abbagnale ripercorrendo l’esperienza dirigenziale – dovevamo ricostruire una squadra al completo. Siamo ripartiti da un gruppo di giovani e siamo arrivati ai Giochi Olimpici di Rio de Janeiro dove abbiamo conquistato due medaglie di bronzo e purtroppo anche due quarti posti che ancora bruciano. Ma sono soddisfatto, perché mi ero immaginato proprio un percorso simile, con una crescita graduale”. E i risultati degli ultimi anni parlano di un movimento in salute. “Siamo tornati al vertice mondiale con gli uomini e voglio rimarcare anche il lavoro fatto per il settore femminile, dove eravamo praticamente assenti, mentre ora lottiamo per le medaglie in alcune specialità”, sottolinea il presidente della Fic. A fine agosto il canottaggio italiano è atteso da un esame importante, il Mondiale austriaco di Ottensheim, che arriva “in un anno particolare – osserva Abbagnale – perché non verranno assegnate soltanto medaglie iridate, ma ci saranno in palio anche i pass olimpici. Sarà un Mondiale estremamente difficile: l’obiettivo principale è proprio quello di staccare il maggior numero di biglietti per Tokyo perché in tal modo avremo la possibilità di programmare il 2020 in modo diverso, pensando solo all’Olimpiade e non a ulteriori prove di qualificazione”. Perché i Giochi Olimpici, come sempre, sono l’obiettivo più importante del quadriennio. “E mi spiace che non potremo vivere il sogno di Roma2024 – riflette Abbagnale ricordando il no dell’amministrazione comunale della Capitale – Il rammarico è grandissimo, abbiamo buttato al vento una enorme possibilità per un preconcetto, l’Olimpiade sarebbe stata un volano sotto tanti punti di vista. Ora avremo i Giochi invernali di Milano-Cortina 2026: anche stavolta c’era tanto scetticismo, è stata una vittoria difficile da ottenere e un importante riconoscimento per lo sport italiano e per chi lo guida oggi”. Fortemente voluto nella propria delegazione dal presidente del Coni Giovanni Malagò, Giuseppe Abbagnale ha contribuito in modo importante alla vittoria di Milano-Cortina. Ora può tornare a pensare al suo canottaggio, ai prossimi Mondiali e poi ai Giochi Olimpici di Tokyo, con un obiettivo chiaro ma anche un pizzico di scaramanzia: “Da buon napoletano pensate se posso sbilanciarmi sul numero delle medaglie da conquistare – osserva con un sorriso il numero uno della Fic – ma sicuramente vogliamo fare meglio di Rio”. Come regalo per il suo sessantesimo compleanno, però, Abbagnale pensa ad altro: “Vorrei che ogni nostro atleta riesca a esprimersi al meglio. Non è scontato né semplice – spiega l’olimpionico – perché negli eventi importanti spesso tutto è legato a un piccolo particolare. Ecco, il mio augurio è che tutti, ragazze e ragazzi, possano dare il proprio massimo”.

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