A UNIBA CATTEDRA DI STORIA DELL’INTEGRAZIONE EUROPEA

La storia dell’integrazione europea fra i banchi dell’Università degli Studi di Bari. Grazie a un bando europeo, vinto dal professor Carlo Spagnolo del Dipartimento Disum (Scienze Umanistiche), è stata attribuita una “Cattedra Jean Monnet” di Storia dell’Integrazione Europea. E’ la prima volta per il Mezzogiorno e rappresenta un importante riconoscimento per l’Ateneo barese. Il progetto ha l’obiettivo di elevare la qualità della ricerca e dell’insegnamento sulla storia dell’integrazione europea e sulle sfide poste alla cooperazione dai processi contraddittori della globalizzazione e delle crescenti diseguaglianze. Il riconoscimento, per il rettore Antonio Uricchio, che in mattinata nell’ex Palazzo delle Poste ha partecipato, con il professor Spagnolo, alla conferenza stampa di presentazione, “rappresenta sicuramente un’opportunità, ma anche il coronamento di un impegno, quello profuso dai colleghi Ingravallo, Spagnolo e Sciacovelli che – ha spiegato – hanno progettato questa bella iniziativa”.
“Un’opportunità per i nostri studenti, perché la storia dell’integrazione europea costituisce senz’altro uno dei temi di riflessione di particolare rilevanza e attualità. Soprattutto – ha sottolineato Uricchio – in questa fase storica in cui vengono persi di vista e forse anche dimenticati, i momenti fondativi dell’Unione Europea, le origini, ma anche e soprattutto il sistema dei valori che l’Unione Europea ha saputo esprimere. A cominciare dalla fase originaria e che vorremmo ovviamente non fossero mai messi da parte”.
Il progetto presentato dal professor Spagnolo che si avvale di uno staff interdisciplinare, “Sfide storiche, politiche della memoria ed integrazione europea. Il Sud Italia e l’area mediterranea”, sarà cofinanziato dalla Commissione europea, ha una durata triennale e prevede tre linee di lavoro. Il primo è quello di insegnare agli studenti dei vari corsi universitari l’integrazione europea. Il secondo è quello di creare un ponte con le scuole, mettendo su un progetto pilota di formazione degli insegnati, ma soprattutto di attività in classe, che possa servire a livello regionale. In pratica, insieme agli insegnanti l’obiettivo è quello di creare un gruppo di riflessione che costituisca un modulo di insegnamento replicabile anche in altre esperienze e quindi formare un pool di docenti capaci di insegnare integrazione europea nelle loro classi, ma soprattutto essere di esempio per altre esperienze. “La mia convinzione – ha detto il professor Spagnolo – è che si stia spezzando il filo del rapporto fra passato e presente. E sono convinto che se non si parte nelle classi dall’insegnamento del mondo presente, contemporaneo, di far capire ai ragazzi in che mondo vivono e da dove viene questo mondo. Il mio obiettivo è quello di far capire l’integrazione europea ai ragazzi, in che modo impatta sulle vite quotidiane e cercare di leggere anche la percezione che hanno gli studenti”.
Terza linea di lavoro è quella della ricerca. “Vogliamo fare un’attività di ricerca – ha detto Spagnolo – sulla storia dell’integrazione europea nel Mezzogiorno e avvalerci di tutte le competenze disciplinari anche di altri Dipartimenti per sollecitare una sinergia su questo per approfondire non solo la storia generale ma l’impatto settoriale dell’integrazione europea”. (ITALPRESS).

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