Fuori – la vita oltre il carcere, è un progetto sviluppato dalla cooperativa sociale L’Arcolaio e sostenuto dalla Fondazione CON IL SUD: mira a rafforzare l’esperienza pluriennale del biscottificio Dolci evasioni, che da tempo opera nella Casa circondariale di Siracusa, grazie a un impianto di pelatura della mandorla che, oltre a permettere nuova occupazione, rappresenta un fattore di innovazione e sviluppo del processo produttivo funzionale e permetterà di ottenere nuove commesse. Ne parliamo con Valentina D’Amico, psicologa e responsabile dell’azione Community engagement del progetto ‘Fuori – La Vita oltre il carcere’ e responsabile area Sociale de L’Arcolaio.
Partiamo dalla storia del biscottificio
“La cooperativa L’Arcolaio viene fondata nel 2003 per favorire l’inserimento lavorativo dei detenuti attraverso la gestione di un panificio all’interno della Casa Circondariale di Siracusa.
In linea con le richieste di mercato, il laboratorio inizia a produrre paste di mandorla ed altri dolci tipici della tradizione siciliana utilizzando ingredienti biologici e senza glutine, commercializzati con il marchio Dolci Evasioni. Nel 2014, con il progetto di agricoltura sociale Frutti degli Iblei, la cooperativa ‘esce’ dal carcere e coinvolge nella propria attività produttiva altre persone svantaggiate, come giovani migranti ed ex detenuti”.
E dopo quasi venti anni di attività…
“Sono oltre 200 le persone che abbiamo accompagnato in percorsi di inserimento socio-lavorativo. Riteniamo che il lavoro sia importante per ogni individuo, e che in contesti quali le carceri e con persone che hanno avuto deviazioni negative nel loro percorso di vita possa anche essere uno strumento rieducativo potentissimo. Nella nostra esperienza abbiamo spesso incontrato persone detenute che non hanno mai avuto un rapporto di lavoro regolare o che non hanno mai lavorato ‘legalmente’ e l’offrire loro un contratto di lavoro regolare, con diritti e doveri, un’equa retribuzione, una formazione sul campo, ci ha permesso reciprocamente di lavorare su un post carcerazione con un orientamento a percorsi di vita e lavorativi sani e onesti.
Il lavoro dà loro dignità, gli permette di imparare un mestiere, gli fornisce strumenti relazionali per lavorare in squadra e li rende autonomi economicamente, così da non essere un peso per la famiglia all’esterno, potendo anche contribuire al sostentamento di mogli/figli/genitori. La nostra politica è quella collaborativa e cooperativa, per cui pur essendoci una gerarchia di responsabilità, anche i detenuti/operai hanno la possibilità di contribuire allo sviluppo dei prodotti, dei processi e della cooperativa. Tutto ciò permette loro di aprirsi rispetto alle loro storie di vita, lavorando su se stessi e mostrando una disponibilità a progettare una vita diversa dalla precedente, sfruttando le possibilità a loro offerte dagli educatori del carcere e dalla cooperativa per riflettere sui loro errori e lavorare sulle loro risorse personali e la loro autostima”.
Adesso avete acquistato un impegnativo (dal punto di vista economico ma anche fisico) macchinario: una pelatrice di mandorle. Quali nuove opportunità vi attendete?
“L’ingresso ‘trionfale’ della pelatrice nel laboratorio del carcere ha segnato un momento importante per la cooperativa e per la casa circondariale. Come evidenziato anche dal Direttore della casa circondariale, l’ingresso di un macchinario produttivo importante in un luogo in cui abitualmente si acquistano metal detector e materiali per la sicurezza, è un evento importante e simbolico allo stesso tempo. Questa pelatrice simboleggia l’apertura all’esterno e la possibilità di riscatto per persone che hanno avuto percorsi di devianza e permette al carcere di avere ulteriori strumenti per la funzione produttiva e rieducativa. Per l’attività produttiva de L’Arcolaio, invece, il macchinario permetterà di gestire internamente una fase delicata del processo di lavorazione della mandorla prima assegnata a soggetti esterni. I vantaggi di natura produttiva ed economica sono indubbi, così come il nostro progresso verso il controllo della filiera delle mandorle di Sicilia. Inoltre, in considerazione dell’assenza di altre aziende nelle vicinanze attrezzate per questo processo produttivo, il laboratorio Dolci Evasioni dedicherà una porzione significativa delle proprie risorse al servizio di pelatura ‘conto terzi’ offerto ai produttori del territorio. Tutto questo si traduce nella necessità di nuovo personale. Per fare fronte alle nuove esigenze produttive prevediamo di assumere 3 detenuti, ingaggiati con regolare contratto. Per questi e altri detenuti (12 in totale) il progetto FUORI avvierà a breve un corso formativo che porterà all’ottenimento della qualifica di Addetto panificatore-pasticcere. Oltre ai 3 lavoranti già assunti da L’Arcolaio, altri 4 svolgeranno un tirocinio della durata di 6 mesi presto pasticcerie del territorio, e gli altri 5 seguiranno un percorso di orientamento al lavoro per il successivo inserimento socio-lavorativo all’esterno”.
Il progetto è contraddistinto dal ‘Community engagement’ ovvero l’impegno per far aprire le porte dell’imprenditoria locale ai detenuti una volta scontata la pena. Può parlarcene?
“Il nome del progetto deriva proprio dalla volontà di andare oltre le sbarre del carcere, di contribuire alla costruzione di quel ‘paracadute’ necessario a chi esce da prigione per potersi effettivamente reinserire nel contesto sociale e lavorativo. L’azione di Community engagement assume quindi un ruolo fondamentale in progetti di questo tipo: le imprese del territorio, e la comunità tutta debbono essere sensibilizzate e responsabilizzate sul tema del reinserimento socio-lavorativo, della giustizia riparativa e sulla possibilità di riscatto da offrire a queste persone. Oggi, rispetto al passato, anche grazie alle cooperative come L’Arcolaio, ci sono sempre più aziende disponibili a dare delle opportunità socio-lavorative a persone ex detenute. Pensiamo che ‘presentare’ sul mercato del lavoro dei soggetti ‘referenziati’, che hanno alle spalle mesi se non addirittura anni di lavoro serio e responsabile all’interno di una realtà aziendale presente da quasi vent’anni sul mercato nazionale e internazionale, possa aiutare a scardinare il meccanismo di sfiducia e pregiudizio. Allo stesso tempo, è fondamentale continuare a lavorare anche all’esterno, costruendo reti e alleanze con il territorio, promuovendo l’importanza della giustizia riparativa, e contribuendo ad abbattere i pregiudizi e le remore sulle persone svantaggiate”.
Come il mondo esterno vive il vostro impegno e cosa state facendo per contrastare l’eventuale stigma?
“Il nostro lavoro, benché sembri molto concentrato sul carcere e sulla produzione interna, in realtà ha inevitabili, importanti e necessarie ripercussioni positive anche all’esterno.
Il nostro operato, infatti, non si esaurisce con l’offerta di un lavoro, ma si innesta su un percorso di cambiamento e sulla riappropriazione della dignità e dell’identità che facilita, nel complesso, le prospettive di inserimento socio-lavorativo una volta usciti di prigione. Grazie a questo lavoro, la possibilità di recidiva si abbassa in maniera notevole, il che contribuisce anche ad una più ampia sicurezza sociale nei territori.
Grazie al terzo settore e alle cooperative come L’Arcolaio, oggi l’economia sociale dell’Italia è in costante crescita. Il trend positivo registrato anche durante la pandemia Covid-19 sta dimostrando che le imprese che agiscono mettendo al centro i diritti umani e l’ambiente sono il motore di sviluppo dell’intero Paese”.
Per concludere…
“Scommettere ed investire su nuovi modelli di welfare e sull’economia sociale e solidale, che oggi rappresenta il 5% del PIL, significa non solo non lasciare indietro le persone più fragili, ma anche costruire percorsi virtuosi in grado di generare lavoro, ricchezza, sicurezza e giustizia sociale per il Paese. Il sostegno alle imprese sociali, che riteniamo debba venire in maniera ancora più incisiva dalla politica, permette allo stesso tempo di valorizzare le enormi ed eccellenti risorse culturali, enogastronomiche, agricole e tecnologiche di cui ogni territorio dispone e che sono i migliori ambasciatori del Made in Italy nel mondo”.
(ITALPRESS).