A “PIAZZADISPAGNA9” LA MOSTRA “NO BORDERS”

Verrà inaugurata domani la seconda mostra della stagione artistica 2018-2019 presso il Boutique Hotel & Art Gallery “Piazzadispagna9” di Stefania Grippo: dopo la prima personale italiana della pluripremiata fotografa francese Muriel Bordier, una collettiva dal titolo “No Borders”, curata anch’essa da Raffaella Salato.
La mostra “No Borders” riunisce tre street-artists, molto diversi tra loro per stile e poetica, in un dialogo attorno al concetto universale del viaggio, inteso ora come scoperta ed esplorazione di realtà sconosciute, ora come cammino spirituale verso una conoscenza più elevata, ora infine come percorso interiore, intima indagine alla ricerca di sé. I tre artisti protagonisti, Beetroot, Giusy Guerriero e Maupal, espongono lavori per lo più inediti – fatte salve due opere di Maupal, dedicate rispettivamente a Papa Francesco e al premier Conte, già apparse in città guadagnandosi la ribalta della cronaca romana – concepiti per sposarsi armoniosamente con lo spazio destinato ad accoglierli, pur mantenendo la cifra peculiare dell’”arte di strada” che caratterizza la loro produzione artistica, sia nella scelta dei soggetti che in quella dei supporti da utilizzare (legno, rame, marmo, tela libera).
Beetroot espone tele create per l’occasione e caratterizzate tutte dall’utilizzo della tecnica giapponese chiamata kintsugi, che consiste nel riparare vasi rotti riempiendo le crepe di oro fuso, in maniera da garantire una nuova e più sfavillante vita a ciò che si pensava definitivamente rotto e perduto. I volti ritratti nelle opere – che raffigurano individui diversi per età ed esperienze, ma anche per etnia e religione – sono attraversati da rivoli di oro, che simboleggiano le crepe risanate, a significare che nessuno di noi conosce il proprio destino, ma che ciascuno ha sempre una seconda possibilità, a prescindere dal proprio credo o dalla propria provenienza: è il viaggio, inteso come percorso interiore, a darci la salvezza, e la méta è l’elevazione dello spirito (“La felicità è la via”, recita un detto buddista). Più intimista è l’opera di Giusy Guerriero, che con la sua arte intende indagare l’essenza del genere umano, focalizzando la propria ricerca espressiva in particolare sulla donna, portatrice privilegiata di quel mondo fatto di emozioni, ricordi e sensazioni che per l’artista è, al tempo stesso, rifugio dagli affanni del mondo e viaggio della coscienza verso il superamento dei limiti impostici dalla società contemporanea. Le figure femminili di Giusy prendono vita e colore sui supporti più insoliti e affascinanti, quali ad esempio il rame e il marmo, arricchendosi di potenzialità espressive inedite e dando prova dell’abilità tecnica – assai poliedrica – dell’artista. Infine per Maupal – reduce da due importanti performance in strada, a Bruxelles ad inizio aprile e a Roma, al Pincio, per il Concerto della Terra del 22 – il viaggio è soprattutto un itinerario critico attraverso il complesso mondo di oggi, con tutte le sue contraddizioni e le sue problematiche, strizzando sempre un occhio all’attualità: con la sua ironia graffiante, che lo ha reso famoso nel mondo, Maupal “scomoda” i grandi del globo (Conte, Merkel, il Pontefice) per darci la sua personale interpretazione delle scottanti situazioni sociali, politiche, economiche ed ideologiche in cui ci dibattiamo a livello planetario.
Il visitatore si troverà dunque di fronte a un’esperienza inedita, stimolante e variegata, un’esperienza che rompe i confini, in realtà solo teorici (da qui il titolo “No Borders”, che significa appunto “nessuna barriera”), tra l’arte tradizionale e l’arte di strada, tra la ricerca estetica e l’arte portatrice di un messaggio sociale.

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