A PALERMO SEMINARIO “IL MAESTRO E IL ROBOT”

“Il ruolo del docente è più importante che mai nella società contemporanea”. È questa la sintesi del seminario “Il maestro e il robot” svolto da Mario Caligiuri all’Università di Palermo concludendo il corso di teoria e storia della didattica tenuto da Giuseppe Zanniello, nell’ambito della laurea magistrale in scienze pedagogiche. Caligiuri, che insegna pedagogia della comunicazione all’Università della Calabria, è stato presentato da Zanniello come uno studioso che cerca di far dialogare due mondi: quello della pedagogia e quello della comunicazione, in modo da formare persone libere e responsabili che siano in grado di assumere decisioni sulla base della capacità di saper discernere le informazioni. Caligiuri ha spiegato il titolo del suo intervento che, in analogia con il romanzo dello scrittore russo Michail Bulgakov “Il maestro e Margherita”, è stato intitolato “Il maestro e il robot”.

E questo per evidenziare gli sconvolgimenti che si stanno per verificare anche nell’ambito dell’insegnamento in conseguenza dei rapidissimi sviluppi dell’intelligenza artificiale. Infatti, ha evidenziato che i robot e gli algoritmi potrebbero presto svolgere gran parte dei lavori umani condannando all’irrilevanza centinaia di milioni di persone. Pertanto, scuole e università devono rapidamente trasformarsi per evitare di formare le giovani generazioni in professioni che rischiano di essere senza futuro.

In tale contesto, ha sostenuto la necessità di ampliare gli attuali orizzonti scientifici della pedagogia approfondendo sempre di più discipline quali le neuroscienze (a cominciare dalla neuro linguistica), la genetica (che insieme all’ambiente determina l’apprendimento) e l’intelligence (per individuare le informazioni rilevanti). Infatti, Caligiuri ha ricordato che “oggi il vero potere è sapere quali informazioni ignorare”. Per spiegare la teoria della società della disinformazione, nella quale secondo la sua opinione siamo immersi, ha sostenuto che si sta materializzando attraverso l’eccesso di informazioni da un lato e il basso livello di educazione sostanziale dall’altro.  Appunto per questo ha ribadito “l’importanza decisiva del linguaggio per comprendere effettivamente la realtà”. A tale proposito, ha richiamato il concetto di “cedimento linguistico” elaborato dall’antropologo Arjun Appadurai, il quale sostiene che la crisi economica del 2008 sia il frutto della imprecisione delle parole per descrivere i nuovi strumenti finanziari. In analogia, Caligiuri ha sostenuto che “potrebbe derivare dall’inadeguatezza del linguaggio sia il determinarsi della corruzione come struttura sociale e sia fenomeni quali l’aumento dello spread o la diminuzione delle quotazioni in borsa delle aziende, che possono essere la conseguenza delle dichiarazioni verbali dei responsabili politici o dei manager delle società”. In conclusione Caligiuri ha ribadito che “oggi il docente dovrebbe essere principalmente un intellettuale, nel senso di saper comprendere la realtà per educare all’incertezza e all’inatteso le giovani generazioni”.

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