Il complesso monumentale dello Steri ritorna visitabile nella sua integrità: è stato infatti affidato a Coopculture che da oltre due anni promuove l’Orto Botanico, parte del SiMuA – Sistema museale di Ateneo. È nato così un esempio importante di rapporto tra pubblico e privato che ha prodotto risultati significativi, ma ha anche innalzato lo standard dei servizi raccogliendo le richieste dei visitatori. Una scelta strategica, quella dell’Università che ha deciso di mettere a sistema i suoi spazi creando una sinergia fattiva, ma restituendo nello stesso tempo, a Palermo, parti importanti della sua storia.
“Lo Steri è la nostra sede più importante, l’emblema del vicendevole rapporto di compenetrazione e appartenenza tra Ateneo e Città – commenta il Rettore dell’Università degli Studi di Palermo, Fabrizio Micari – La riapertura al pubblico di questo luogo straordinario rappresenta un’occasione di conoscere ed ammirare la realtà di un contesto storico profondamente legato alla storia di Palermo e della Sicilia”.
“Una nuova sfida per il Sistema Museale in analogia con quanto fatto in Orto Botanico – dichiara Paolo Inglese, Direttore del SiMuA – È per noi una grande responsabilità e un orgoglio custodire e far conoscere la grande storia del Palazzo Chiaromonte e della nostra Università”.
Ma è anche e soprattutto un riconoscimento per il partner che ha fatto della fruizione e della valorizzazione dei siti culturali, il suo punto di forza: una nuova sfida per la cooperativa che crede nella ripartenza attraverso la Cultura e, in questo momento complicatissimo in cui tutti i siti sono chiusi da mesi con inevitabili ricadute in termini di progetti, occupazione e futuro, decide di investire su un nuovo spazio da rilanciare e riconsegnare alla città.
“Non potevamo certamente tirarci indietro – interviene Letizia Casuccio, direttore generale di Coopculture – oltre che motivo di orgoglio per il riconoscimento del buon lavoro svolto con l’Orto Botanico, oggi più che mai è una chiamata alla ricostruzione che non potevamo disertare. Restituire lo Steri e La Vucciria a Palermo vuol dire accendere una luce di speranza, per una città che nella cultura può nuovamente trovare la direzione per il riscatto che merita”.
Lo Steri riaprirà, dunque: con la Vucciria di Renato Guttuso che, rientrata in Sicilia dopo essere rimasta esposta a lungo alla Camera dei Deputati, troverà una nuova, importante e strutturata, musealizzazione. Ma non sarà l’unica sorpresa per chi visiterà l’hosterium magnum voluto da Manfredi I Chiaramonte, insieme stratificato di periodi storici, dove ognuno ha lasciato una traccia visibile e impossibile da cancellare.
L’importante, ora, è riuscire a leggerlo come un tutto disomogeneo, certo, ma non stridente, si legge in una nota. Dalle carceri segrete della Santa Inquisizione, vero mansionario nascosto di preghiere, invettive, disegni che i prigionieri di Torquemada graffiarono sulle pareti; all’atrio imponente, agli spazi liberi dagli uffici universitari; e su per le scale per raggiungere la sala dei Baroni dove da poco più di un anno è stato restituito nella sua straordinaria bellezza, il soffitto ligneo trecentesco, vera Bibbia cavalleresca. Il restauro era stato completato da pochi mesi quando la pandemia ha chiuso i siti: è giunto il momento di riprendere le visite. Il complesso riaprirà a giugno, con un biglietto unico, nuovi sistemi di ticketing online, una carta integrata e un programma di visite ed eventi.
(ITALPRESS).
A Palermo ritorna visitabile Palazzo Steri, riapre da giugno
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