A PALERMO LA PRIMA EDIZIONE DEL RI.MED RESEARCH RETREAT

Dalla cura dell’osteoporosi nello spazio, alla valvola ingegnerizzata che ‘cresce’ con i bambini, passando per l’utilizzo delle terapie cellulari per la cura del cancro del fegato e per i test sui nuovi farmaci che riescono a bloccare i processi di metastasi. Sono soltanto alcuni dei progetti di ricerca presentati a Palermo, per la prima edizione del Ri.Med Research Retreat, incontro che ha dato il via alla due giorni organizzata dalla Fondazione Ri.Med, che culminerà domani con il simposio scientifico annuale che avrà come argomento centrale l’immunoterapia del cancro. 

Ad aprire i lavori, dopo i saluti di Patrizia Monterosso, direttore generale della Fondazione Federico II, il presidente e il direttore generale della Fondazione Ri.Med, Paolo Aquilanti e Alessandro Padova. 

“Fondazione Ri.Med si trova in una fase di passaggio cruciale, ha già realizzato un’azione concreta di ricerca che ha prodotto risultati assai significativi, con la registrazione di brevetti – ha detto Aquilanti -. Non c’è ricerca senza contestuale sperimentazione clinica e non c’è sperimentazione clinica a questi livelli che non abbia ricadute sulla ricerca. Ri.Med, in integrazione diretta con Ismett, l’Istituto mediterraneo dei trapianti che vanta ormai un’esperienza ventennale qui a Palermo, con una qualificazione d’eccellenza nel settore in cui opera, sta realizzando una forma particolarmente avanzata di integrazione tra ricerca e sperimentazione clinica”.

Obiettivo primario della Fondazione – la cui storia inizia nell’aprile del 2005 con la firma del protocollo d’intesa tra il Governo italiano, la University of Pittsburgh e lo University of Pittsburgh Medical Center, dove attualmente operano diversi ricercatori – è condurre progetti di ricerca biomedica e biotecnologica finalizzati al trasferimento nella pratica clinica. 

“La ricerca traslazionale di Ri.Med si focalizza sull’integrazione di risorse e competenze complementari di discovery, preclinica e clinica. Grazie a ciò – ha sottolineato il dg Alessandro Padova – Ri.Med ha potuto sviluppare in questi anni decine di brevetti. La generazione di proprietà intellettuale rappresenta un valore intangibile fondamentale nell’ottica di sviluppare un modello di sostenibilità della ricerca. Ri.Med possiede oggi un portfolio progetti diversificato e bilanciato”. 

Alcune di queste invenzioni, già in fase di sviluppo preclinico, sono oggetto di accordi per la creazione di start up, investimenti da venture funds o per il licenziamento ad aziende del settore.

Per quanto riguarda alcuni degli obiettivi raggiunti da Ri.Med al 30 settembre 2018, si contano 280 pubblicazioni scientifiche, 23 brevetti depositati, 22 borse di studio, 42 accordi collaborazione scientifica nazionali e internazionali, 35 eventi scientifici internazionali, quasi 16 milioni di euro di finanziamenti per la ricerca conquistati grazie a Grant nazionali e internazionali.

 

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