A Misilmeri l’ultimo saluto a Sara, la studentessa vittima di femminicidio a Messina

MISILMERI (PALERMO) (ITALPRESS) – Palloncini bianchi, striscioni e un’enorme commozione, con un’esplicita richiesta sullo sfondo: basta femminicidi. La Sicilia si stringe attorno alla comunità di Misilmeri per l’ultimo saluto a Sara Campanella, uccisa lunedì scorso a Messina da un collega universitario. “Mi amo troppo per stare con chiunque”, frase pubblicata sui social dalla ragazza qualche ora prima della morte, appare in ogni angolo del paese come messaggio contro la violenza sulle donne.

IL VIDEO DELL’ULTIMO SALUTO A SARA

Alla funzione, svoltasi nella chiesa di San Giovanni Battista e presieduta dall’arcivescovo di Palermo, monsignor Corrado Lorefice, hanno preso parte circa 1.500 persone: per contenere il flusso dei presenti sono stati allestiti due megaschermi, uno all’esterno dell’edificio e uno nell’oratorio adiacente. Tra le autorità che hanno partecipato vi sono il presidente della Regione Renato Schifani, il primo cittadino di Messina Federico Basile e numerosi sindaci della Città Metropolitana di Palermo, incluso quello di Misilmeri, Rosario Rizzolo.

“Siamo qui, sconvolti. Senza parole. Dinanzi al corpo di Sara. Vita che ci è stata rubata. Perché? – sottolinea Lorefice nell’omelia, – Ancora una volta, risuona un grido: perché? Perché questo strazio indicibile inflitto ai cari genitori Cetty e Alessandro, al fratello Claudio, ai familiari, al fidanzato, agli amici, alla città intera? Una vita distrutta e rubata troppo presto, in modo oltremodo crudele. L’uomo, dice la Bibbia, ha due strade: quella della relazione e quella della violenza. Ma vediamo come la violenza abbia ancora distrutto la bellezza di Sara, la bellezza delle sue relazioni, la bellezza che lei aveva il compito di far crescere nel mondo attraverso i suoi studi universitari, la realizzazione della sua vocazione professionale e la relazione con l’uomo che lei liberamente aveva scelto di amare. In certi momenti si vorrebbe solo stare in silenzio e piangere sommessamente un dolore indicibile, inaudito. In questo corpo trafitto ci sembra che sia racchiuso il dolore di un mondo nel quale ancora domina la violenza. In particolare sulle donne. La violenza, ogni forma di violenza, per qualsiasi motivo si scateni, è sempre un fallimento che riguarda tutti. La mancata comprensione dell’amore. L’amore non uccide”.

A rendere omaggio a Sara anche Rizzolo, a nome dell’intera comunità di Misilmeri: “Provo solo sentimenti di orrore: ancora una volta la mano di Caino ha sorpreso una sorella inerme, il suo sangue innocente offende questa mia città laboriosa e onesta. Vogliamo una giustizia chiara e ferma, senza di essa non si può eliminare la sfiducia nei confronti di questa società: provo anche sentimenti di compianto e preghiera per Sara e per la sua famiglia, a cui a gara vorremmo asciugare le lacrime e recare soccorso. Tutti possiamo e dobbiamo fare qualcosa per cambiare questo mondo: l’amore vero lascia liberi di essere se stessi e questo molti uomini ancora non l’hanno capito; il dolore per un fallimento amoroso non può degenerare in odio violento verso chi è ritenuto responsabile della propria sofferenza”.

Tanti gli amici e i colleghi di Sara che hanno voluto esprimere un ricordo commosso nel corso della funzione. “Chi l’ha conosciuta sa quanto fosse speciale e parlarne al passato fa male – afferma il cugino Antonio, – Sara per tutti noi è ancora presente: aveva voglia di costruire qualcosa di buono e farlo con il cuore. Ricordo tanti momenti bellissimi con lei, non era solo una cugina ma la sorella che non ho mai avuto: adesso non ci resta altro che il ricordo e l’amore che ci ha lasciato”. Un’amica ricorda come “ci siamo vissute e supportate in ogni occasione, anche a chilometri di distanza, sforzandoci di vedere il mondo a colori anche quando c’erano mille motivi per vedere tutto bianco e nero”.

– foto xd8/Italpress –

(ITALPRESS).

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