Genova e Amatrice. L’abbraccio del Salento a due città profondamente segnate, parte da Melpignano, dal popolo della Notte della Taranta. Un minuto di silenzio per le vittime del crollo del ponte Morandi a Genova ha aperto il concertone finale, insieme all’annuncio che grazie alle donazioni del 2016, si potrà ultimare il progetto della Casa della Musica ad Amatrice.
Magica come sempre. La Notte della Taranta 2018 conferma il suo fascino e la sua grande capacità di far incontrare a Melpignano oltre 200mila persone, provenienti da tutto il mondo, per assistere ad uno spettacolo che smuove le coscienze e agita le emozioni. Sul palco dell’ex Convento degli Agostiniani la musica ha “parlato” grazie al suo linguaggio universale, contaminandosi e arricchendosi di stili diversi e valorizzando una tradizione popolare che rivela ancora oggi con forza l’identità di un popolo. Un popolo che ama la sua terra e intende proteggere una bellezza straordinaria che merita rispetto. Quel sole che per una notte intera è sorto e tramontato sul palco, grazie alla maestosa luminaria dei maestri artigiani, è il simbolo di un paesaggio (tema dell’edizione 2018) che non conosce confini.
Ed era un fiume in piena il pubblico della notte più lunga dell’estate salentina. Un crescendo dalle prime ore del pomeriggio fino a tardi, quando il piazzale saltava senza tregua a ritmo di pizzica. Ragazzi, giovani e meno giovani, venuti anche da lontano proprio per partecipare ad un evento che ti entra nel cuore.
La Notte della Taranta 2018 torna alle radici, alla bellezza della semplicità, apre le porte al mondo e abbraccia popoli lontani. Oriente e occidente si sono incontrati a Melpignano per rendere omaggio alla tradizione che unisce le genti.
Una donna alla guida del concertone. La seconda dopo Carmen Consoli nel 2016. Andrea Mirò racchiude stile, eleganza e forza. Aveva promesso un concertone esplosivo, e così è stato. Abbracciando la sua chitarra rock, interpretando Fimmene fimmene, accennando passi di pizzica, Mirò ha voluto assorbire di questa esperienza ogni singola particella tarantata per poterla trasmettere nel migliore dei modi. Lo ha fatto guidando l’Orchestra popolare, colonna portante del concertone, insieme ai direttori artistici Luigi Chiriatti e Daniele Durante. Musicisti e cantanti che rappresentano nel mondo il volto e la voce del Salento, quella voce che ammalia e quel ritmo che incalza. E’ stato facile e allettante per Andrea Mirò stare sullo stesso palco con Lp, la super ospite internazionale, la cantante italoamericana era attesissima dal popolo tarantato. L’incontro è stato superlativo. Lp, ovvero Laura Pergolizzi, ha interpretato in italiano due brani della tradizione musicale popolare, una energica “Pizzicarella” e un dolcissimo canto d’amore “Vorrei Volare”, mettendoci dentro il suo stile e la sua personalità.Originale e con un ritmo nuovo il brano che ha fatto il giro del mondo, con più di 100 milioni di visualizzazioni sul web. Lost on You è stato riarrangiato da Mirò con i tamburelli salentini.Semplice ma allo stesso tempo onirica, Lp ha cantato sentendosi a suo agio con il popolo del sud, ritrovando le sue origini napoletane e siciliane. Con il violino e la voce di YlianCanizares si è poi viaggiato nel mondo tra grico (lingua minoritaria della Grecìa salentina) e yoruba (lingua degli antenati dell’Africa occidentale), tra ritmi latini e jazz. Poi la ricca cultura e tradizione del Rajastan con il gruppo Dhoad Gypsies, poeti, cantanti, acrobati e ballerine del paese dei Maharajà.
Naturale, istintivo e passionale l’incontro con la rappresentanza napoletana James Senese, Enzo Gragnaniello e il rap di Clementino, straordinariamente a suo agio con il groove della pizzica. E poi Davide “Brilla” Brambilla, già collaboratore di Mirò e Frank Nemola, il leccese che ha accompagnato per anni Vasco Rossi. Salentini doc anche gli Apres La Classe che, come sempre, hanno fatto ballare la piazza e il poetico cantautore Mino De Santis. E nel backstage, a sorpresa, i ragazzi de “Il Volo” invitati dal Sottosegretario Bongonzoli: Piero, Ignazio e Gianluca, famosissimi e amati in tutto il mondo e soprattutto in America.
Importante e fondamentale il corpo di ballo guidato quest’anno dal coreografo Massimiliano Volpini. Venti ballerini hanno saputo rendere protagonista la danza legata ad antichi riti, dal corteggiamento alla danza delle spade. Movenze e passi legatialla tradizione ma magistralmente resi moderni e originali. Energia e ritmo sono gli elementi che hanno caratterizzato coreografie affascinanti.
Insomma il concertone della Notte della Taranta, capace di attirare ogni anno circa 200 mila persone, si conferma come uno dei Festival di musica popolare più amati al mondo, apprezzato dagli artisti internazionali e un evento su cui puntare, come ha fatto Intesa Sanpaolo che lo ha inserito tra i tanti progetti da valorizzare e sostenere per la sua capacità di promuovere valori e obiettivi importanti, come appunto la difesa della bellezza del territorio.
“La soddisfazione è quella di aver compiuto un percorso, un percorso di vicinanza al territorio attraverso le cinque tappe delle nostre filiali e attraverso la presenza in tutte le tappe del festival – afferma Mauro Farina Valaori, direttore commerciale Retail Banco di Napoli Puglia e Basilicata -. Un percorso che è stato un racconto che abbiamo potuto offrire ai nostri clienti attraverso una mostra bellissima che racconta vent’anni di festival. Un percorso che abbiamo fatto con tutti i colleghi. Abbiamo indossato simbolicamente una maglia col logo della Notte della Taranta insieme ai nostri loghi, per rafforzare questa contaminazione che è avvenuta in corso d’opera e che ci ha fatto fare cose straordinarie. Abbiamo visto ballare nelle nostre filiali bimbi di tre anni insieme a donne e uomini di oltre 80 anni. Abbiamo visto la magia di questa musica che cura e che genera emozioni. Era quello che volevamo trasmettere, ‘la banca delle emozioni’, cioè portare le emozioni al centro del dialogo con i nostri clienti, superare la logica del rapporto tradizionale e diventare un riferimento socio-culturale. Noi vogliamo essere banca di territorio e il Festival de La Notte della Taranta è proprio il connubio della valorizzazione e di una tradizione antica con la capacità di dare un ritorno importante a questa terra”.
A proposito di tutela e sicurezza, straordinario il lavoro della macchina organizzativa durante tutta la durata del concertone. Prefettura, Questura, Guardia di Finanza, Carabinieri, Vigili del Fuoco, 118 e Croce Rossa in prima linea nelle zone coinvolte, dalla piazza alle aree di sosta e parcheggio, dalla stazione per l’arrivo dei treni speciali e dei bus all’ospedale di campo, fino alle aree riservate ai disabili.
Dopo ore e ore di danza, canti e balli, anche quest’anno il rito è stato celebrato a ritmo di tamburello e con Kalinìfta cantata da tutti gli artisti insieme sul palco, si spengono le luci e si pensa già alla prossima edizione, come si è sempre fatto dal 1998 ad oggi.