Il disavanzo finanziario 2017 della Regione siciliana, rideterminato dalla Corte dei Conti, ammonta a 2 miliardi e 142,2 milioni di euro ed in grandissima parte ha origini non recenti. Infatti, secondo la Commissione d’indagine nominata dall’Assessorato regionale all’Economia, è dovuto perlopiù al riaccertamento straordinario dei residui attivi e passivi avvenuto l’1 gennaio 2015 come previsto dal decreto legislativo di armonizzazione contabile. Lo ha reso noto il vicepresidente e assessore regionale all’Economia, Gaetano Armao, presentando gli esiti della Commissione di studio sulle cause del disavanzo regionale 2017. Alla conferenza erano presenti, tra gli altri, anche il presidente della commissione Giovanni Sapienza e il ragioniere generale della Regione, Giovanni Bologna.
“La Commissione ha fatto emergere una serie di discrasie e di questioni che sono insorte tra il 2015 ed il 2016, anche nelle complicate e controverse relazioni che in quel tempo si tennero tra la Regione e lo Stato – ha spiegato Armao -. Con la conseguenza che alcune concessioni, alcune rinunce e alcuni accordi hanno avuto degli effetti che oggi si ritrovano nei bilanci che dobbiamo rimettere in equilibrio”.
Il ripianamento complessivo avverrà in 30 anni, come ha ottenuto la Regione nel confronto con il Ministero, ma una parte verrà saldata prima.
“Circa un miliardo e mezzo – ha sottolineato l’assessore Armao – sara’ ripianato in trent’anni, cosa già perfezionata attraverso una legge dello Stato”. La rimanente somma sara’ dilazionata in un periodo che andra’ dai 4 ai 10 anni.
“Restano circa 391 milioni di euro che vengono ripianati in quattro anni, questo è al momento il modulo sul quale ci stiamo orientando con la Regioneria generale, fermo restando che nello schema di norme di attuazione all’esame della Commissione paritetica in questo momento c’è un’ipotesi decennale”, ha evidenziato Armao, che ha aggiunto: “Questo determinerà un appesantimento chiaramente del bilancio ma una sostenibilità piena dei conti e quindi un riequilibrio di bilancio che consente di andare avanti e di avere i conti in regola. Senza conti in regola la Regione non ha nessuna credibilità a Roma. Quello che è stato fatto dal Governo Musumeci in questo anno e mezzo è quello di recuperare la credibilità nel negoziato con Roma”.