DA 5G SVOLTA ANCHE PER MOBILITÀ SOSTENIBILE

ROMA (ITALPRESS) – Mobilità urbana sostenibile e rivoluzione digitale per favorire il confronto e la condivisione di best practice sui temi dell’Agenda 2030. Sono stati questi gli argomenti al centro del convegno organizzato da Wind Tre a Roma, nell’ambito del Festival dello Sviluppo Sostenibile, dal titolo “Innovazione e Mobilità dei cittadini per lo Sviluppo Urbano Sostenibile”. Una mattinata che ha visto gli amministratori locali, aziende e esperti di settore confrontarsi su quanto si sta facendo su questi due grandi temi, di quali competenze e infrastrutture digitali e fisiche si ha bisogno per far diventare le città in vere e proprie Smart Cities. Collante della mattinata tra i vari pannel di discussione Massimo Angelini, direttore Public Affairs, Internal & External Communication di Wind Tre che ha presentato anche il rapporto ‘Città 5G, Città Sostenibili’, realizzato con il contributo tecnico-scientifico di ‘The European House – Ambrosetti’. Nel report la società, come spiegato da Massimo Angelini, è partita da 5 semplici domande: una città Smart è una città sostenibile, competitiva e dove si vive meglio? In Italia si può applicare il paradigma di Smart city comune? Si può applicare un indicatore per rappresentare gli impatti di una Smart city sulla qualità della vita, la sostenibilità e la competitività? Quali sono i primi tre fattori abilitanti per lo sviluppo di una Smart city e come misurarli? Quali le principali sfide per le città nella trasformazione in Smart?

Domande a cui, attraverso una discussione tra esperti, si è cercato di dare risposte attraverso un confronto con esperti di settore che portano alla conclusione che serve un riconoscimento a tutti i livelli istituzionali dell’importanza dell’infrastruttura Ict come servizio nazionale, se si vogliono città Smart le reti di telecomunicazione devono diventare essenziali così come lo sono l’energia elettrica e l’acqua potabile; servono strumenti normativi e finanziari e una cabina di regia che possa aiutare le città in questa transizione smart; c’è bisogno di far conoscere l’importanza dei cambiamenti in atto della città ai cittadini italiani, che hanno una scarsa conoscenza dell’importanza delle competenze digitali.

“Molte sono le applicazioni su cui si sta applicando la tecnologia 5G e la mobilità è una di queste – ha spiegato Massimo Angelini, Direttore Public Affairs, Internal & External Communication di Wind Tre -. Quindi la gestione dei flussi di traffico. Ma parliamo anche di applicazione nella telemedicina, videosorveglianza, monitoraggio della staticità degli edifici, del consumo energetico ed idrico, insomma tutto quell’insieme di servizi che sono al centro della vita delle città”.

“Il 5G – ha proseguito – consentirà a queste applicazioni di fare un deciso salto di qualità grazie alla velocità della interazione di tutti gli apparati, grazi alla diffusione della sensoristica e siamo convinti che da questo punto di vista le città potranno cambiare volto ed essere a misura di chi le vive”. E proprio le città sono state le protagoniste di questo convegno con la Capitale, rappresentata dagli assessori alla Mobilità e a Roma Facile, Linda Melo e Flavia Marzano, a fare da padrona di casa. “Roma sta lavorando su tantissimi progetti – ha spiegato la Meleo parlando di mobilità sostenibile -. Che vanno dalla progettazione di Infrastrutture per il trasporto rapido di massa con nuove linee di tram e il potenziamento della Linea C della metropolitana, che andranno ad affiancare i progetti di sharing mobility, che si è incrementata di oltre il 70%, di mobilità dolce, con lo sviluppo di molte piste ciclabili, e di mobilità elettrica, dove abbiamo creato il primo piano di mobilità elettrica della città ed entro il 2020 contiamo di installare oltre 1000 colonnine di ricarica elettrica”. Sempre sull’argomento mobilità anche Milano, con l’assessore Marco Granelli: “Dobbiamo fare un grosso salto e decisivo. Oggi la mobilità si fa mettendo insieme tanto sistemi perché il tema è lasciare a casa l’auto privata. Quindi servono investimenti sul trasporto pubblico di massa unito alla micromobilità, che permette di arrivare ovunque. Questo vuol dire permettere a tutti di spostarsi senza congestione e ad un costo accessibile a tutti”.

 

“Abbiamo bisogno che il nostro codice della strada cambi, perché su questi temi ci sono regole vecchie – ha aggiunto -. Con il ministero stiamo discutendo in un tavolo sulla micro mobilità ma non si trova la quadra, perché esiste nella realtà ma non esiste nel codice. Si prenda il coraggio, i cittadini ce lo chiedono, la tecnologia c’è. Facciamo una scelta forte servono poche cose chiare e permettere a chi amministra la città di innovare”. Altra città che sta puntando molto sulla innovazione è Torino: “Noi stiamo utilizzando il 5G all’interno della nostra città – ha spiegato Paola Pisano, assessore al progetto Smart city del Comune di Torino -. È importante capire che l’infrastruttura tecnologica di una città deve prescindere dalla tipologia di tecnologia, bisogna creare delle Infrastrutture che possano essere multilevelli e multiservizio e siano utilizzabili anche in altre città”. Anche le grandi aziende si stanno adattando all’evoluzione tecnologica e stanno guardando alla sostenibilità con grande interesse come fa ad esempio Ferrovie dello Stato che “Sul territorio ha pronti 58 miliardi di investimenti nel piano industriale di Fs sia per il rinnovo dei mezzi che nelle Infrastrutture, e nella riqualificazione dei nodi ferroviari come già stiamo facendo a Roma e Milano”, ha spiegato Lorenzo Radice, Responsabile sostenibilità di FS Italiane Spa. “Questo perché per noi mobilità sostenibile è tutto ciò che è alternativo all’auto privata e ai combustibili fossili”.

 

“Noi ci siamo dati il compito di agente di sistema per togliere il primo alibi contro la mobilità elettrica con un piano di 14000 mila punti di ricarica per arrivare a 28mila. Oggi sono circa 6mila i punto di ricarica. Grazie a questa nostra spinta abbiamo dato il la anche agli altri operatori”, ha raccontato Carlo Taburi, Direttore Italia del gruppo Enel. “Noi stiamo investendo moltissimo sui software della domanda attiva di energia elettrica – ha proseguito -, le batterie delle auto abbiamo visto che possono essere in aggregazione con decina di altre batterie possono essere una fonte di energia e quindi scaricare energia sulla rete. La capacità di poter attaccare queste auto alle colonnine per scaricare di l’energia della batteria non utilizzata può generare un reddito per il proprietario dell’auto e un bilanciamento sulla richiesta di energia che potrebbe evitare la costruzione di nuove centrali elettriche. Abbiamo cominciato con un test e anche Nissan sta iniziando questa sperimentazione”.

 

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