GIOCO D’AZZARDO, IN PIEMONTE PERSI 5200 POSTI DI LAVORO

Videolottery e news slot tagliate dell’80%, 2 miliardi in meno di euro giocati, 5.200 posti di lavoro perduti e 220 milioni in meno nelle casse dello Stato. E’ la stima degli effetti della contrazione dell’offerta del gioco pubblico in Piemonte generati dall’applicazione della legge regionale 9/2016, elaborata dall’Osservatorio Giochi, legalità e patologie dell’Eurispes nello studio “Gioco pubblico e dipendenze in Piemonte”.

La competenza sul gioco legale è materia concorrente tra Stato e Regioni, e queste ultime gestiscono direttamente le tematiche sanitarie connesse alla galassia gioco. Sulla base dell’allarme sociale che si è generato negli ultimi anni, molte Amministrazioni regionali hanno legiferato, utilizzando prevalentemente come perno della regolamentazione lo strumento del “distanziometro”. Uno strumento che prevede l’impossibilità di mantenere aperti punti vendita del gioco legale a meno di una certa distanza da una serie di luoghi sensibili quali scuole, luoghi di culto, centri sportivi e giovanili.

Il 7 settembre 2017 si era giunti ad una Intesa tra Governo e Autonomie locali, che avrebbe permesso di riformare l’intero comparto attraverso la riduzione programmata di apparecchi da gioco (-35%) e la diminuzione dei punti vendita (-50%). L’Intesa, per essere attuata, prevedeva che le Regioni modificassero le leggi precedentemente varate; cosa che, tuttavia, in molti casi non e` accaduta, generando un caos e, per l’applicazione del “distanziometro”, il rischio di una quasi completa espulsione dell’offerta del gioco legale da molti territori. 

“Ad oggi la confusione regna sovrana – sottolinea l’Eurispes -, e si stanno evidenziando sui territori delle difformita’ insostenibili all’interno di un Paese che, in un settore così rilevante, non può non avere una politica nazionale. In sostanza, il ‘federalismo dell’azzardo’ si sta rivelando un flop”. 

Secondo l’Istituto Superiore di Sanità gli italiani che giocano sono circa 18 milioni e mezzo, ovvero il 36,4% della popolazione (43,7% uomini, 29,8% donne); di questi, 13.453.000 rientrano nella categoria del giocatore “sociale”, ovvero saltuario e per puro divertimento. I giocatori stimati a “basso rischio” sono il 4,1% (2 milioni circa), i giocatori a “rischio moderato” rappresentano il 2,8% (1 milione e 400mila), quelli “problematici” sono il 3%, ovvero circa un milione e mezzo. Tra i giocatori problematici la fascia 50-64enni e’ la piu’ rappresentata con il 35,5%. 

 

 

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