CARITAS, A ROMA CRESCONO SITUAZIONI DI GRAVE DISAGIO

Domani la diocesi di Roma vivra’ l’esperienza della Giornata della carita’. Si tratta di un’occasione
particolare, durante il tempo di Quaresima, in cui gli animatori parrocchiali – operatori della carita’, catechisti, educatori – sono invitati a sensibilizzare le comunita’ con segni concreti di condivisione. In occasione della Giornata, l’organismo diocesano presenta il Rapporto “Caritas in cifre” illustrando con dati e grafici l’attivita’ svolta nelle 52 opere-segno diocesane – ostelli, comunita’, case famiglia e mense sociali – che operano a supporto delle comunita’ coordinandosi con i 146 centri di ascolto
parrocchiali. “

Non si tratta di un bilancio sociale – spiega don Benoni Ambarus, direttore della Caritas – e nemmeno della fredda rappresentazione di un lavoro: con esso vogliamo invitare le comunita’ a promuovere iniziative sempre piu’ coinvolgenti e innovative per incontrare i poveri. Vuole essere uno stimolo a vivere un senso nuovo dell’esistenza nella vicinanza a chi soffre, nel segno della condivisione, della partecipazione e della passione. Questo anche con piccole iniziative di solidarieta’,
alla portata di ogni famiglia, dei gruppi giovanili e delle associazioni ecclesiali”.

Un’attivita’ che, nel 2018, ha visto impegnati piu’ di 4mila volontari per accogliere nelle mense oltre 11mila persone; ospitare 2mila senza dimora, famiglie, vittime di tratta e violenza; curare 4mila malati indigenti, incontrare e sostenere 15 mila detenuti. Grande l’impegno delle parrocchie per dare “ascolto” a 21mila famiglie. Oltre 385mila pasti distribuiti, 210mila pernottamenti, 13mila prestazioni sanitarie, 52mila visite domiciliari a malati e anziani. Un’opera pedagogica che ha
coinvolto anche 7 mila studenti delle scuole superiori. Cresce il numero di situazioni di grave disagio economico e si acutizzano situazioni di emarginazione ed esclusione sociale legate alla solitudine, rileva il Rapporto.

“Aumenta il numero dei nuclei familiari con figli minori e adolescenti che vivono forti
difficolta’ legate al basso reddito e alla mancanza di lavoro – sottolinea don Ambarus – con sfratti, indebitamenti, famiglie costrette a vivere separatamente, ad abitare in case fatiscenti o
a condividere con altre persone le proprie stanze. L’attivita’ lavorativa, spesso precaria e sottopagata, non riesce a rappresentare un fattore di riscatto economico e sociale, deprimendo in modo molto grave non solo le possibilita’ di risalita ma anche la dimensione della fiducia e della speranza”.

“Il reddito di inclusione, nel quale molte famiglie hanno riposto qualche aspettativa per attenuare l’intensita’ delle preoccupazioni quotidiane, non sembra essere riuscito a fornire forme significative di supporto, sia per l’inadeguatezza degli importi sia per l’inesistenza di fatto dei progetti di inserimento sociale e/o lavorativo che pure sono previsti dalla misura”, aggiunge.

Il Rapporto evidenzia come, a parte alcune rare situazioni di regressione parziale del disagio, nella maggior parte dei casi le condizioni di indigenza permangono o si approfondiscono in contesti gia’ molto drammatici, nei quali emergono in modo evidente le caratteristiche di una poverta’ multidimensionale: disabilita’, peggioramento della salute, forme di indebitamento, problematiche penalmente rilevanti, dipendenze.

In ambito sanitario cresce il numero di famiglie italiane che chiede assistenza per l’acquisto di medicinali e per le cure odontoiatriche. Tra le persone accolte dai Centri di Ascolto diocesani e dai 146 Centri di Ascolto, parrocchiali tra loro collegati attraverso la rete diocesana “fattiDirete”, gli italiani sono il 51%, contro il 47% dello scorso anno. Di questi il 65% sono donne. Vive in affitto il 46% delle persone accolte, in dimore di fortuna il 3%, presso amici e parenti l’11%, in
occupazione il 3,7%, in centri di accoglienza il 2,8%. L’8,4% ha casa di proprieta’.

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