MALAGÒ “SAN SIRO? COMUNE E CLUB TROVINO ACCORDO”

“Noi siamo dei fenomeni. Ci preoccupiamo che nel 2026 potrebbe non esserci più San Siro e potrebbe esserci un altro stadio che non è nel dossier. Ma questo non è un problema. Il Cio, se nel frattempo dovessero esserci dei lavori per migliorarlo o se ci fosse un nuovo stadio qui accanto, sicuramente lo valuterà”. Il presidente del Coni, Giovanni Malagò, intervistato alla kermesse ‘Il Foglio a San Siro’, parla del futuro del Meazza, al centro anche del dossier della candidatura di Milano-Cortina per i Giochi Invernali del 2026. “I soggetti sono tre e non possono che rimanere tre: le due società e l’amministrazione comunale. Si chiudano in una stanza – è l’invito di Malagò – possono stare un minuto o dieci giorni, e la soluzione che trovano la devono cavalcare. Non ci mettiamo a fare storie e polemiche. Comune, Inter e Milan facciano un patto d’onore e firmino. A quel punto, anche se cambiano le proprietà delle squadre e qualunque cosa accada nella politica, quella è la strada. Altrimenti si creano alibi e strumentalizzazioni per non fare nulla – ha avvertito – e finisce che ci rivediamo qui tra cinque anni e ancora discutiamo di questo”. A proposito di Olimpiadi, c’è stato un momento in cui la candidatura italiana ha perso terreno, “ma abbiamo recuperato e la partita è aperta. Sono ottimista, ma bisogna avere il massimo rispetto dell’avversario”. “Ora bisogna cercare di essere diplomatici ed evitare di parlare male degli altri – ha avvertito Malagò – sarebbe controproducente”. La visita della commissione Cio, in calendario dall’1 al 6 aprile, “è importante”, ma “non sarà decisiva” nell’influenzare il voto. Tornando invece alla questione San Siro e allargando il discorso a tutta la situazione italiana, per rinnovare gli stadi e avere finalmente impianti moderni in tutto il Paese “la madre di tutte le battaglie è Euro 2028. L’Italia si deve candidare, tutti insieme, da nord all’estremo sud. È l’unico modo per avere l’obbligatorietà di tempi certi per fare una generazione di nuovi impianti, altrimenti la competizione non te la assegnano”. Per il presidente del Coni “questo è l’unico modo” perché se si agisce in autonomia “a Bari come a Verona, a San Siro come a Marassi o a Roma, non se ne viene a capo”. Infine una battuta sulla Nazionale: “Non dovevamo abbatterci quando le cose sono andate meno bene, ora non dobbiamo esaltarci. Sono felice di vedere che c’è un’atmosfera di ottimismo e ci sono tutti gli ingredienti per avere una nuova generazione di giocatori che ci fa sognare. Ricordo che la partita inaugurale degli Europei si giocherà a Roma, ma ora stiamo facendo le qualificazioni, quindi piedi per terra”. A Mario Balotelli, che ha chiesto “rispetto” e minacciato di rifiutare maglia azzurra, il numero uno dello sport italiano ha risposto con un ammonimento: “Nella vita uno è legittimato a pensare e dire tutto, l’unica cosa che non si può fare se sei un atleta è rinunciare alla maglia azzurra”.

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