L’87% delle donne di età compresa tra i 30 e i 65 anni ha effettuato almeno un esame specialistico di prevenzione oncologica negli ultimi tre anni, il 71% delle quali rivolgendosi al servizio sanitario nazionale. E’ quanto emerge dall’Osservatorio Prevenzione e Salute curato da Nomisma in collaborazione con Unisalute, presentato a Milano. Il 79% delle 1.300 donne intervistate si è sottoposta a mammografia almeno una volta nell’ultimo triennio, ma resta una quota del 15% che mai l’ha effettuata nella vita. In generale si registra un alto ricorso alle strutture pubbliche (81%), per lo più a seguito della ricezione della lettera di invito allo screening (68%). Anche il Pap Test, esame per la prevenzione di tumori alla cervice uterina, è stato eseguito almeno una volta negli ultimi tre anni da un’ampia fascia della popolazione (76%); resta il fatto che l’11% delle donne tra i 30 e i 65 anni non si è mai sottoposta a tale esame. In questo caso, rispetto alla mammografia, si riduce la percentuale delle donne che scelgono di effettuare il test nel pubblico (64%) rispetto al privato (36%).
“Sanità pubblica e privata non devono essere viste in contrapposizione – ha commentato Fiammetta Fabris, amministratore delegato di Unisalute, la prima assicurazione sanitaria in Italia con circa 8 milioni di clienti gestiti -. L’offerta di prestazioni garantite dal Servizio Sanitario Nazionale resta il perno fondamentale nel nostro sistema anche per quanto riguarda la prevenzione, a cui si affianca però anche quella privata che, anche alla luce dei mutamenti sociali ed economici in corso, deve essere sempre più vista come supporto e integrazione e il cui accesso dovrebbe essere supportato e facilitato per permettere a tutti i cittadini di poter usufruire della più ampia offerta di prestazioni mediche a costi contenuti”.
Secondo l’indagine la soddisfazione complessiva nei confronti degli esami di prevenzione oncologica è positiva, ma rimangono aspetti critici legati ai tempi d’attesa. Per la mammografia, ad esempio, il 50% delle donne chi si rivolge al pubblico deve attendere più di due mesi per effettuare la visita, mentre l’84% di chi si rivolge al privato la effettua entro un mese. Tempi ancora più lunghi per l’ecografia al seno, con il 61% di chi la esegue nel pubblico che deve attendere oltre due mesi, a fronte del 77% di chi si rivolge al privato che ci mette meno di un mese per farla. Ruolo determinante per la preferenza della prestazione è la scelta del medico: una donna su quattro ha effettuato esami specialisti di prevenzione oncologica in una struttura privata per avere un medico di fiducia al proprio fianco. Le donne con uno stile di vita più sano mostrano un maggior ricorso ad esami specialistici (90%). Per quanto riguarda i tempi di attesa delle diagnosi, infine, l’86% delle donne ritiene che possano essere migliorati. Solo il 20% delle donne tre i 30 e i 65 anni dichiara di possedere una polizza malattia, ma il 48% dichiara di voler valutare di dedicare una somma mensile per avere una copertura sanitaria integrativa.