Nel 2018 lo Stato ha incassato 19,2 miliardi di imposte tramite versamenti diretti (+10%), lettere per la compliance (+38%), ruoli (+4%), più le entrate derivanti da misure straordinarie. Sono i dati presentati dal direttore dell’Agenzia delle Entrate, Antonio Maggiore, nel corso della presentazione dei risultati raggiunti e i servizi offerti dall’Agenzia delle Entrate nel 2018, alla presenza del ministro dell’Economia, Giovanni Tria. In particolare, sono 16,6 i miliardi incassati dall’ordinaria attività di controllo, lo scorso anno, 11% in più rispetto al 2017. A fronte di questo dato positivo, si registra una flessione delle entrate derivanti da misure straordinarie, come la definizione delle liti fiscali (-87%), la rottamazione (-41%) e la voluntary disclosure (-25%), dalle quali derivano incassi per 3 miliardi.
Per il ministro Tria “dobbiamo tutti apprezzare questi risultati, l’attività fondamentale dello Stato è riscuotere le tasse e spendere quello che riscuote e i risultati ci dicono che siamo sulla buona strada del recupero di gettito”.
“Il Fisco contribuisce a rendere il Paese più attrattivo per gli investitori e prosegue nel percorso di digitalizzazione dei servizi”, sottolinea l’Agenzia delle Entrate.
Lo scorso anno sono state fornite 27 risposte a interpelli nuovi investimenti, che porteranno in previsione maggiori risorse per circa 15 miliardi di euro e 13mila nuovi posti di lavoro. Mentre avanza la strategia digitale delle Entrate – sono 8,4 milioni i cittadini registrati ai servizi fiscali online – la e-fattura continua il suo “rodaggio” con 350 milioni di documenti già arrivati al Sistema di interscambio, gestito dal partner tecnologico Sogei, e mostra le proprie potenzialità nel contrasto alle frodi. Si attestano a 17,5 miliardi i rimborsi a famiglie e imprese (+8% rispetto all’anno precedente). Di fattura elettronica ha parlato Maggiore: “un grande sforzo e’ stato effettuato con l’introduzione della fattura elettronica, una procedura nuova per digitalizzare il paese, che ha avuto, in questa prima fase, un’ evoluzione sempre più certa e sicura, siamo arrivati ad un sistema a regime”.
Dopo la prima fase di avvio, la fatturazione elettronica è entrata nel vivo e nel quotidiano di milioni di persone, sono, ad oggi, circa 2,7 milioni gli operatori che hanno inviato 350 milioni di e-fatture, con una percentuale di scarto parti al 3,85%.
Nel 2018 sono ulteriormente calati i ricorsi tributari in primo grado rispetto agli anni precedenti: l’anno scorso sono stati 68 mila i contribuenti che si sono rivolti alla commissione tributaria provinciale, a fronte dei 70 mila ricorrenti del 2017. Il calo supera il 60% se si confrontano i ricorsi del 2018 con quelli presentati nel 2011, l’anno precedente al’introduzione del reclamo-mediazione. Poi ci sono le misure per l’attrattività del Paese, e l’Agenzie delle Entrate segnala 27 risposte relative all’interpello nuovi investimenti, che, in previsione, porteranno maggiori risorse per circa 15 miliardi e 13 mila nuovi posti di lavoro su base pluriennale. Sono nove le grandi società ammesse lo scorso anno al regime di adempimento collaborativo (cooperative compliance). Sono stati, infine, conclusi nel 2018 618 accordi di Patent box. Sul versante dell’interpretazione normativa, il 2018 ha visto l’Agenzia rispondere puntualmente a tutti gli interpelli in scadenza nell’anno, pari a 11.167.
Più brevi i tempi di lavorazione: per il 91% degli interpelli ordinari è stata fornita una risposta entro 80 giorni, anziché nel termine ordinario di 90; al 96% degli interpelli probatori è stato dato riscontro entro 90 giorni anziché nel termine standard di 120. Si accorciano i tempi anche in tema di consulenza giuridica: per l’86% delle richieste risposta entro 90 giorni rispetto ai 120 previsti.