BLUTEC “A TERMINI INVESTITI 37 MLN”

“Il dott. Ginatta e Blutec respingono con forza le accuse riprese con grande enfasi dagli organi di informazione, e cioè di aver intrapreso il difficile rilancio del sito di Termini Imerese allo scopo di sottrarre 16 dei 21 milioni di finanziamenti pubblici ricevuti quale quota di un maggiore e più congruo finanziamento necessario sul sito. Roberto Ginatta è alla quarta generazione di una famiglia di industriali. Il Gruppo Blutec paga circa 65 milioni di stipendi l’anno a più di 3000 dipendenti. Nella sola Termini Imerese, dal momento dell’ingresso nel dicembre 2014, il Gruppo ha investito più di 37 milioni di euro, pagando stipendi per un ammontare complessivo di 17,5 milioni con mezzi propri e senza attingere ad alcuna risorsa pubblica, confidando anzi nel supporto doveroso di capitale pubblico per il rilancio del sito secondo i termini e gli strumenti consentiti dalla legge e nell’interesse della collettività”. È quanto si legge in una nota dei legali della Blutec.

“Ciò a dimostrazione del fatto che i profili occupazionali di Termini Imerese sono sempre stati al centro del progetto industriale di Blutec – si legge nella nota dello studio legale Grande Stevens -. Risulta pertanto molto arduo – oltre che smentito dai fatti – immaginare una preordinata macchinazione per sottrarre fondi pubblici nettamente inferiori ai costi già ad oggi sostenuti in proprio da Blutec per la reindustrializzazione del sito e i relativi progetti occupazionali. Il dott. Ginatta confida di poter dimostrare prontamente e in modo oggettivo che tutte le somme ottenute da contributi pubblici sono state impiegate nel progetto Termini Imerese, che per le sue intrinseche difficoltà non può proseguire senza un binomio di un grande gruppo industriale e il sostegno agli investimenti come previsto dalla legge e dall’interesse collettivo – concludono i legali -. La difesa ha già assunto le necessarie iniziative per dimostrare l’oggettiva infondatezza dell’ipotesi di accusa allo stato formulata e mettere nuovamente nelle mani dei legittimi titolari le aziende di famiglia attinte esizialmente dai provvedimenti emessi dall’Autorità Giudiziaria”.

 

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