Cala il numero di ricorsi pendenti nella giustizia amministrativa lombarda. Non tanto per una migliore performance della macchina della giustizia, quanto per gli effetti della crisi economica: crollo degli appalti pubblici, la riduzione di concorsi e assunzioni, difficoltà di affrontare i tempi e le spese di giudizio. E’ quanto emerso, in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario del Tribunale Amministrativo Regionale della Lombardia, dalla relazione del presidente del Tar, Angelo De Zotti. “L’arretrato che l’anno scorso era in calo, quest’anno si è ulteriormente e sensibilmente ridotto (-870 ricorsi), una riduzione che incide positivamente sui costi che lo Stato sostiene”, ha spiegato De Zotti, che lascia dopo quattro anni la presidenza del Tar milanese. Sul risultato positivo ha inciso “il programma straordinario di smaltimento dell’arretrato”, ma anche “l’onda lunga della crisi di mercato, che si riflette anche nel calo dei ricorsi in materia edilizia”, ha rilevato, “oltre al progressivo calo del contenzioso dovuto all’alto costo dei giudizi amministrativi, colpisce la riduzione del comparto dell’edilizia urbanistica -5,06%”.
Tra le note positive ricordate nella sua relazione, l’entrata a regime del Pat, il Processo amministrativo telematico che “ha segnato veramente, e senza alcuna retorica, il passaggio del processo amministrativo dal passato, fatto di carta, al digitale. In nessun paese europeo esiste un sistema di giustizia amministrativa così avanzato e funzionale”. “Ciò non significa che abbiamo miracolosamente eliminato in maniera definitiva l’arretrato e i tempi talvolta ancora scandalosamente lunghi dei processi. Questo non era e non è possibile con le nostre forze attuali”, ha avvertito, spiegando che in Lombardia il rapporto è di un giudice amministrativo ogni 450mila abitanti. “I ricorsi pendenti si riducono del 10% rispetto a inizio anno, in linea con la media nazionale”, ha rilevato nella sua relazione anche il presidente ordine avvocati di Milano, Remo Danovi, con un calo del 40% in quattro anni. “In sostanza il ‘prodotto giudiziario’ in uscita è sempre superiore a quello in entrata, e questo è un dato certamente positivo”. Tuttavia all’origine della diminuzione dei ricorsi “non vi è un percorso virtuoso, bensì la crisi economica; vi sono il crollo degli appalti pubblici e la riduzione di concorsi e assunzioni; vi è la difficoltà di affrontare i tempi e le spese di giudizio”.
Nella relazione del presidente del Tar non è mancato un riferimento al ruolo di Milano, definita “l’avamposto più avanzato del nostro Paese in Europa”. Una suggestione raccolta da vicesindaco del capoluogo lombardo, Anna Scavuzzo: “Milano è una città che sente la responsabilità storica di contribuire a fornire modelli al Paese”, ha evidenziato, “in un momento di grande vitalità per tutti i soggetti che concorrono a rendere produttivo e proficuo il lavoro di una città che è sempre più metropolitana”.