Oltre sessanta relatori, più di 320 ore frontali, un tirocinio finale per l’elaborazione di una tesi da discutere: la teoria si integrerà con esperienze sul campo e iniziative extra didattiche promosse e organizzate dalla rete territoriale di Libera. Ha preso il via il Master in Analisi, prevenzione e contrasto della criminalità organizzata e della corruzione di Pisa, in collaborazione con l’associazione Libera, che si trasforma e si fa in quattro.
Da quest’anno infatti per la prima volta si tratta di un Master interateneo sui temi della corruzione e delle mafie, che mette insieme le università di Palermo, Napoli, Pisa (che resta la sede amministrativa, alla sua nona annualità di esperienza) e Torino.
Il Master Interuniversitario di II Livello in “Analisi, Prevenzione e Contrasto della Criminalità Organizzata e della Corruzione-APC”, è partito da Torino, con la lectio magistralis di Luigi Ciotti presso la Fabbrica delle E, sede del Gruppo Abele.
Un percorso di studio interdisciplinare che coinvolge docenti, giornalisti, magistrati, forze dell’ordine, operatori sociali e amministratori pubblici.Gli studenti avranno la possibilità di affrontare quattro moduli tematici, uno per ciascun Ateneo, contando sulla residenzialità ma anche sulla possibilità di fruire delle lezioni a distanza.
“Dopo nove anni – ha sottolineato Alberto Vannucci, professore di Scienza della Politica all’Università di Pisa, e nell’ufficio di presidenza di Libera – il primo master anticorruzione e antimafia italiano, nato a Pisa grazie a Libera, si fa itinerante e da Torino fa rotta verso sud passando per Pisa, Napoli, Palermo”.
“E’ un segnale importante di condivisione, nella consapevolezza che la conoscenza è precondizione di qualsiasi reazione istituzionale, che il sapere critico è l’arma più potente contro mafiosi e corrotti – ha aggiunto -. Di qui un impegno assunto assieme a Libera dalle quattro Università per l’elaborazione di un percorso formativo congiunto, volto alla formazione delle coscienze e delle competenze necessarie dei futuri professionisti dell’etica”.