La crescita del prodotto interno lordo (PIL) sia nella zona euro che nell’UE è scivolata all’1,9% nel 2018, in calo rispetto al 2,4% del 2017. Lo rende noto la Commissione Europea nelle sue previsioni economiche d’inverno. Quelle d’autunno indicavano una crescita del 2,1% per l’UE a 28 e per la zona euro.
Secondo le previsioni il PIL della zona euro dovrebbe crescere dell’1,3% nel 2019 e dell’1,6 % nel 2020 (previsioni d’autunno: 1,9% nel 2019 e 1,7% nel 2020). Anche le previsioni di crescita del PIL dell’UE sono state riviste al ribasso all’1,5% nel 2019 e all’1,7% nel 2020 (previsioni d’autunno: 1,9% nel 2019 e 1,8 % nel 2020). Tra gli Stati membri più grandi, le revisioni al ribasso della crescita nel 2019 sono state consistenti per la Germania, l’Italia e i Paesi Bassi. Molti Stati membri continuano a beneficiare di una forte domanda interna, anche sostenuta dai fondi dell’UE.
“L’attività economica ha subito una frenata nella seconda metà del 2018 a seguito del rallentamento della crescita del commercio mondiale, in un contesto in cui la fiducia è minata dall’incertezza e il prodotto in alcuni Stati membri ha risentito negativamente di fattori interni temporanei quali perturbazioni nella produzione automobilistica, tensioni sociali e incertezze della politica di bilancio”, spiega la Commissione, che aggiunge: “L’impulso economico all’inizio di quest’anno è stato contenuto, anche se i fondamentali restano solidi. La crescita economica continuerà, ma sarà più moderata. L’economia europea dovrebbe continuare a beneficiare del miglioramento delle condizioni del mercato del lavoro, di condizioni di finanziamento favorevoli e di una politica di bilancio leggermente espansiva”.