Una conferma scontata, idee chiare per il futuro ma anche diversi nodi da sciogliere. Da candidato unico e incontrastato lo sloveno Aleksander Ceferin ha incassato oggi a Roma, nel 43° congresso organizzato all’Hilton Cavalieri, la conferma alla guida dell’Uefa per il quadriennio 2019-2023. Quattro anni importanti durante i quali l’organismo di governo del calcio continentale organizzerà la prima edizione itinerante degli Europei e dovrà confrontarsi con diverse sfide politiche. “La situazione attuale è estremamente positiva – ha osservato Ceferin dopo aver incassato l’applauso del congresso – ma l’errore sarebbe sedersi sugli allori. Dobbiamo fare di più: vogliamo che la Nations League diventi un torneo di riferimento per le nazionali e poi vogliamo riportare i Mondiali in Europa nel 2030”. Obiettivi chiari tra i quali non rientra invece, almeno per ora e a livello ufficiale, la modifica del format della Champions League, con i club maggiori invece favorevoli alla creazione di una Superlega, un vero e proprio campionato continentale con partecipazione assicurata per le società più blasonate. “Finché io sarò presidente Uefa e Andrea Agnelli guiderà l’Associazione dei club europei (Eca, ndr) non ci sarà alcuna Superlega”, ha assicurato Ceferin, pronto invece a lanciare una terza coppa continentale (nome ancora da scegliere) a partire dal 2021. Ma proprio a livello di competizioni si consumerà la prima sfida politica con la Fifa di Gianni Infantino, intenzionata a puntare su una Global Nations League e soprattutto su un Mondiale per club allargato a 24 squadre, manifestazioni poco gradite all’Uefa. “Noi non siamo d’accordo e ci aspettiamo un processo di consultazione vero e proprio su tali format – ha ribadito Ceferin – Sono più ottimista rispetto al passato, credo che cominceremo a parlarne in modo più serio e completo altrimenti non arriveremo da nessuna parte. Speriamo che la Fifa ci dimostri rispetto”. Un invito accolto dal presidente Infantino, presente al congresso Uefa: “Confrontiamoci con rispetto e andiamo avanti – ha dichiarato il numero uno della Fifa – Non c’è mai stata una guerra tra noi, lavoriamo tutti per lo stesso obiettivo: cerchiamo di capire cosa fare insieme per recuperare il tempo perduto e favorire un calcio sempre più globale”. Un dialogo all’inizio, dunque, nel quale la Federcalcio di Gabriele Gravina sta giocando un ruolo da mediatrice: “Il successo delle strategie Uefa è stato dettato dalla condivisione, una forza che deve sempre ispirare il dialogo costante al nostro interno e con le altre istituzioni calcistiche”, ha rimarcato il numero uno della Figc, rilanciando poi l’idea della candidatura italiana per ospitare gli Europei del 2028 (“un grimaldello per favorire un rivoluzionario rilancio delle infrastrutture sportive in Italia”) e trovando il pieno appoggio del governo rappresentato dal sottosegretario con delega allo sport Giancarlo Giorgetti. Ma non solo, perché la Federcalcio di Gravina ha ricevuto anche il plauso unanime e convinto di Uefa e Fifa per la posizione tenuta nella lotta al razzismo. “Sono molto preoccupato per questo problema, molto importante anche in Italia”, ha rimarcato Ceferin incoraggiando Gravina a non curarsi delle critiche ricevute da una parte della politica italiana. “Sono preoccupato anche dalle dichiarazioni dei governatori che rendono tutto ancora più grave – ha spiegato il numero uno della Uefa – Non voglio parlare soltanto dell’Italia ed entrare in situazioni specifiche di singoli Paesi, ma se i governi lasciano sole le istituzioni sportive non andiamo da nessuna parte. Dobbiamo dimostrare che determinati comportamenti sono inaccettabili: nella mia opinione personale, nel rispetto delle autorità di pubblica sicurezza, gli arbitri devono poter interrompere le partite quando necessario. La Uefa avrà sempre un atteggiamento severo contro i razzisti”.
(ITALPRESS).
CEFERIN RIELETTO PRESIDENTE UEFA “NO SUPERLEGA”
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