GIUSTIZIA, ERMINI “LAVORO PER COLMARE CARENZA BARI”

“Dobbiamo lavorare perché siano aperti maggiori posti sotto l’aspetto dell’organico, ma ci siano anche magistrati che poi ci vengono”. Così il vice presidente del CSM, David Ermini, parlando con i giornalisti fuori dal tribunale di Bari, a margine dell’incontro avuto in Corte d’Appello con una delegazione consiliare per proseguire le attività di ascolto degli uffici giudiziari che presentano criticità. Rispondendo alle domande sugli organici, Ermini ha risposto: “La cosa strana è questa, che se noi guardiamo gli attuali organici e le varie scoperture verifichiamo che soltanto i giudici del tribunale hanno una scopertura del 20%, gli altri uffici hanno una scopertura di circa il 10%. Quindi – ha spiegato – sarebbero quasi fisiologici. Qual è la realtà? E’ che – ha sottolineato – la struttura degli organici del distretto della Corte d’Appello di Bari è sottostimata”.

“Per cui – ha continuato Ermini – anche se abbiamo a livello generale una percentuale potrei dire non nella media rispetto agli altri, anche se leggermente sopra la media rispetto ad altri uffici è evidente – ha proseguito – che c’è proprio la carenza del numero in pianta organica su cui noi dobbiamo lavorare soprattutto adesso – ha ribadito – visto che con la Finanziaria del 2019 vi è l’incremento di 600 magistrati, anche se in realtà – ha spiegato Ermini – per il merito sono 520, gli altri 80 saranno destinati alla Cassazione. Dobbiamo lavorare – ha sottolineato – perché gli organici siano aumentati proprio come numero di posti, in modo che si possa lavorare per coprirli. C’è anche un altro aspetto: bisogna incentivare i magistrati a fare domanda per venire in alcuni uffici qui del distretto che – ha concluso – non sono particolarmente appetibili”.

“L’aspirazione finale sarà quella di avere un unico palazzo di giustizia, intanto siamo ancora in una fase emergenziale. Questo mi pare fuori discussione” ha aggiunto Ermini commentando con i giornalisti la situazione dell’edilizia giudiziaria nel capoluogo pugliese, resa ancora più critica dopo la dislocazione del penale in varie sedi, a causa delle evidenti criticità del palazzo di via Nazariantz che la ospitava.

“Fisicamente – ha spiegato – non ho visto le sedi provvisorie. Mi hanno spiegato che ci sono certamente dei problemi logistici, come lo spostamento continuo che va risolto. C’è stato il problema delle notifiche – ha continuato – che è stato risolto solo parzialmente. Devono essere rinotificati molti atti – ha aggiunto – probabilmente ci vorranno dei mesi, quindi il tema di dover correre, parlo anche degli avvocati, da un posto a un altro è un tema molto complicato, rende difficile l’amministrazione della giustizia”.

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