Il Tribunale dei ministri di Catania ha richiesto l’autorizzazione a procedere in giudizio nei confronti del ministro dell’Interno Salvini per il caso Diciotti. Lo riferiscono fonti del Viminale, che sottolineano come il Tribunale dei ministri “contraddica la richiesta motivata di archiviazione della Procura della Repubblica del capoluogo etneo”.
Pronta la replica del ministro Salvini, in diretta Facebook: “Torno a essere indagato in base all’articolo 605 del codice penale, per sequestro di persona aggravato e di minori. La pena prevista è da 3 a 15 anni, manco fossi uno spacciatore o uno stupratore, perché osai bloccare questa estate lo sbarco degli immigrati sulla nave Diciotti”.
“Io ho applicato l’articolo 52 della Costituzione, che dice che la difesa della patria è sacro dovere del cittadino, soprattutto se il cittadino è pure ministro. Difesa dei confini, delle regole, del vivere civile, della democrazia – ha aggiunto -. Per qualcuno no, per qualcuno un ministro che blocca gli sbarchi commette un reato e io avrei abusato dei miei poteri. Ora decide il Senato su questa accusa, ma io non cambio di un centimetro la mia posizione, barche, barchini o barconi in Italia non sbarcano nessuno. Se sono stato sequestratore una volta, ritenetemi sequestratore nei mesi a venire. Lo rivendico: ho bloccato lo sbarco dei migranti. Se sono colpevole mi dichiaro colpevole per i mesi a venire. Sono pronto all’ergastolo perché ribloccherò gli sbarchi”.
“Un bacione, un abbraccio ai magistrati, non entro nel merito del vostro lavoro. Io applico l’articolo 52 della Costituzione, ogni cittadino è tenuto a difendere la patria, ditemi se un ministro può decidere o se le decisioni vanno demandate a questo o quel tribunale. In Italia si arriva se si ha il permesso di arrivare. Le politiche sull’immigrazione le decide il Governo, se ne facciano una ragione anche le Ong – ha detto ancora il vicepremier -. Sono sicuro del voto dei senatori della Lega, vediamo come voteranno tutti gli altri senatori, vedremo se diranno che Salvini è colpevole”.